Dopo il passaggio alla 78esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Giornate degli Autori, arriva, a un anno di distanza dall'uscita del suo film d'esordio, Ultras, su Sky Cinema Uno e Now, Lovely Boy, con protagonista Andrea Carpenzano nel ruolo di Nic, un cantante trap che deve disintossicarsi.
Nel cast anche Ludovica Martino, che interpreta Fabi, fidanzata di Nic che non si droga, non ama la trap ma è innamoratissima di lui. Quando il suo stile di vita sta per fagocitarlo, il trapper va in un centro di disintossicazione sulle Dolomiti e il loro rapporto viene messo alla prova.
Scritto da Francesco Lettieri e Peppe Fiore, Lovely Boy può contare sui brani scritti da Paco Martinelli insieme a Ilaria Formicano. Abbiamo incontrato il regista e i suoi protagonisti, Andrea Carpenzano e Ludovica Martino, al Lido di Venezia.
Intervista ad Andrea Carpenzano, Ludovica Martino e Francesco Lettieri
Lovely Boy e la trap
La trap è diventata uno spartiacque generazione: i più grandi la odiano, i giovani ci si riconoscono. Tu che ne pensi?
Francesco Lettieri: Ho avuto un rapporto con la trap molto personale. All'inizio ero tra gli snob, che dicevano "mi fa schifo", perché non ci vedevo nulla. Poi invece ho capito che quel nulla forse è la cosa più interessante che sta succedendo. Quindi mi ha preso: ho iniziato a cercare di vedere oltre il primo strato di superficie. Ho trovato un mondo: fatto anche di solitudine, di disperazione spesso. Mi ha interessato al punto da farci un film.
La cosa interessante è che c'è uno scontro generazionale anche nel centro sulle Dolomiti in cui Nic va a disintossicarsi: non si riesce a venirsi in contro nemmeno nei momenti di difficoltà?
Francesco Lettieri: Il personaggio di Nic esce fuori in questa grande distanza. Proprio quella distanza, quel mondo fatto di persone che sono forse ancora più disperate di lui, sono veramente dei relitti umani, gli fa capire qual è il mondo reale. Nic non vive nel mondo reale: vive nei social, nelle droghe, in un mondo virtuale e sintetico. Nel momento in cui arriva in questa comunità si rende conto che la vita è fatta di cose reali, normali. Di persone reali, normali.
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Lovely Boy e la necessità di essere concreti
A proposito di persone reali: Fabi è la più concreta, anche perché la sua scelta influenza la vita di un'altra persona. Quando la vita ti mette di fronte a delle responsabilità ci vuole più coraggio a seguirle o a rinunciare alle cose che amavi prima e a cui si deve, almeno in parte, rinunciare?
Ludovica Martino: Secondo me entrambe le cose. La parola coraggio è il fil rouge del mio personaggio. Deve fare delle scelte improvvise molto importanti, che cambiano totalmente la vita, soprattutto a quell'età. Si tratta di crescere e diventare adulti molto più velocemente e sopratutto in solitudine. Quindi è una scelta molto coraggiosa e molto tosta. Però è anche l'unica via.
Vi ha affascinato l'idea dell'errore umano? È qualcosa che respinge e viene condannato ma alla fine la vita sta lì, negli errori.
Andrea Carpenzano: Ma infatti non lo chiamerei errore. Non ci sono errori in una vita. È tutto giusto. Quello che succede è sempre tutto giusto. Non c'è mai un errore per me.