Lost - Stagione 6, episodio 11: Happily Ever After

Il ritorno di Desmond fa luce sul significato dei 'flashsideways' e dà una nuova spinta alla stagione prima degli ultimi episodi che ci separano dal finale di Lost.

Serviva il ritorno di Henry Ian Cusick sulla scena di Lost per movimentare una stagione che si stava trascinando senza slanci verso l'annunciato finale, ed il suo Desmond Hume, da sempre uno dei personaggi più intriganti, forse perchè a lui sono legati i momenti più cervellotici della serie, si conferma anche in Happily Ever After variabile impazzita dello show, capace di sovvertire l'ordine costituito. L'undicesimo episodio della stagione 6, a sole sei settimane dal finale, concentra l'attenzione su di lui e lo usa per smuovere le acque ed illuminarci, almeno in parte, sulla natura dei cosiddetti flashsideways sui quali da molte settimane avevamo dubbi e domande.
Sia chiaro, il nostro giudizio su quanto visto finora non cambia, ma siamo felici di sottolineare come per la prima volta in questa stagione abbiamo provato quella sensazione di smarrimento e curiosità che ci aveva accompagnati in molti momenti delle prime stagioni della serie, quel desiderio che i quaranta minuti dell'episodio non terminassero per avere qualcosa in più. Dobbiamo però ripetere quanto pensato in occasione di Ab Aeterno: troppo tardi.
Il FS di Desmond ha infatti un'importanza vitale per inquadrare natura e significato, soprattutto narrativo, della realtà alternativa vissuta dai protagonisti in tutta la prima parte di stagione ed avremmo trovato più intrigante che l'episodio dedicato ad Hume fosse arrivato prima, ottenendo che l'effetto di smarrimento dovuto alle nuove vite dei nostri eroi non arrivasse a sfociare nella noia di alcuni flashsideway raccontati degli episodi delle scorse settimane, da Quello che fa Kate a Il sostituto, fino a Tramonto ed il recentissimo Il pacco, forse i peggiori in assoluto.

In Happily Ever After, infatti, Desmond diventa il punto di partenza per far crollare tutto il complesso della realtà alternativa costruito dagli autori, quello che può aiutare gli altri a sollevare il sipario che nasconde loro la vera vita che si sono lasciati alle spalle. Tutto nasce dall'incontro con Charlie, sopravvissuto sul volo Oceanic 815 grazie all'intervento di Jack e colpito proprio in quel momento dalla fortissima sensazione di qualcosa che andasse al di là dell'esistenza che stava vivendo. Una consapevolezza che la rockstar cerca di condividere con Desmond, impegnato per conto di Widmore, del quale è dipendente e, contrariamente alla realtà che conoscevamo, uomo di fiducia, a recuperare il ragazzo per farlo esibire insieme al figlio, che nella miglior tradizione della realtà alternativa di questa stagione è un volto noto della serie: Faraday.
Il tentativo di Charlie è forse drastico, ma intervenire sul volante dell'auto mentre Desmond è alla guida, facendoli finire in acqua, ottiene il suo scopo: mentre lo scozzese cerca di tirare il ragazzo fuori dall'auto sommersa, il ricordo sopito si sovrappone alla finzione che sta vicendo e sul palmo della mano di Charlie intrappolato in auto, appare la familiare scritta "Not Penny's Boat", ultimo messaggio del musicista prima della sua morte nel finale della stagione 3.
E' una scintilla sufficiente ad attivare Desmond, a metterlo sulle tracce di Penny nel tentativo di dare forma a quella sensazione che per un attimo ha provato. Una ricerca che passa per altri volti noti, da Eloise a Faraday, fino a giungere all'amata figlia di Widmore. Da una parte Eloise, in questa realtà moglie di Charles Widmore, cerca di ostacolarlo, di interrompere la sua ricerca perchè lo ritiene "non ancora pronto", chiedendosi perchè si sia messo sulle tracce di qualcosa che nemmeno conosce, visto che ha una bella vita e la cosa che più desiderava: l'approvazione di Widmore stesso; dall'altra Faraday enfatizza la sensazione che sta provando, gli mostra una complessa equazione matematica che con le sue conoscenze attuali, da musicista, non avrebbe potuto conoscere, ed ipotizza che quelle che stanno vivendo non siano le loro vite reali, ma un'illusione generata da una potente carica di energia nel loro passato.
Una sensazione che si concretizza nel breve incontro con Penny, sulle gradinate dello stadio in cui si era svolto un altro importante incontro della serie, quello tra Jack e Desmond stesso. Un breve incontro, quello con l'amata, che fa da preludio ad un successivo che non ci viene mostrato, ma che soprattutto fa prendere una decisione all'uomo e, tornato in auto, chiede all'autista (altro volto noto, Minkowski) di procurargli la lista di tutti i passeggeri del volo Oceanic 815, con l'intenzione di aprire loro gli occhi.
E' questa, speriamo, la strada che seguiranno i FS degli ultimi episodi mancanti, una strada che a nostro parere sarebbe stato meglio intraprendere prima dell'undicesimo episodio della stagione.
Non tutto è però positivo in Happily Ever After, che porta la firma di Carlton Cuse e Damon Lindelof, perchè la parte sull'isola è ridotta quasi allo zero, limitandosi al test effettuato dagli uomini di Widmore sul Desmond, risvegliatosi sull'isola. Lo Scozzese è infatti l'unico ad essere sopravvissuto ad un forte campo elettromagnetico e l'intenzione di Widmore è scoprire se possa farlo ancora, cosa che in effetti succede, per la soddisfazione del padre di Penny. Desmond supera l'esperimento con la consapevolezza di dover fare qualcosa di importante, come gli era stato anticipato da Widmore stesso, e pronto a farlo.
L'ultima sequenza sull'isola, con Sayid che interviene per liberare Desmond dalla sorveglianza degli uomini di Widmore ci convince poco, soprattutto la noncuranza con cui Hume accetta di seguire l'ex amico dopo avergli visto uccidere due degli uomini che stavano accompagnando. Quello che importa, però, è capire cosa debba fare nell'economia della storia e soprattutto come le due anime della stessa riusciranno a fondersi nella manciata di episodi che restano, quella più orientata alla Dharma (con Desmond, Widmore e quello che li circonda) e quella più metafisica che fa capo a Jacob ed il suo avversario in nero.

Movieplayer.it

3.0/5