Le prima immagini di 316, sesto episodio della quinta e penultima stagione di Lost, ci fanno fare un nostalgico tutto nel passato: apertura sul dettaglio dell'occhio di Jack e sequenza che si sviluppa come l'incipit del magistrale pilot della serie. Via via che le immagini scorrono, con Jack che si fa largo tra gli arbusti cercando di raggiungere i richiami disperati che arrivano in lontananza, ci rendiamo conto che ci troviamo in un altro momento della storia della serie e dell'Isola e vediamo Jack tuffarsi in mare per salvare Hurley e la sua custodia di chitarra e raggiungere Kate svenuta su una roccia poco distante.
Non abbiamo il tempo di riflettere su quello che sta accadendo, non ancora, perchè gli autori ci strappano al disturbante incanto dell'Isola e ci riportano a Los Angeles, quarantasei ore prima, nel momento in cui l'episodio precedente, This Place is Death, ci aveva lasciato, con Eloise Hawing che, intenta ad accendere candele davanti al dipinto di Caravaggio raffigurante San Tommaso, accoglie il gruppo nella chiesa. La donna conduce i nuovi arrivati lungo una scala che porta nel sotterraneo, dove soprendentemente troviamo una nuova stazione della Dharma: The Lamp. Il luogo, con una mappa del mondo sul pavimento sulla quale ondeggia in modo apparentemente casuale un pendolo, non potrebbe essere un teatro migliore per ospitare una breve storia della Dharma: The Lamp, spiega la Hawking, è stata costruita su una sacca di energia simile ad altre sparse in tutto il mondo, con lo scopo di rintracciare una di queste aree in particolare: l'Isola. L'intuizione geniale di chi ha costruito la stazione è stato di non cercare di prevedere dove l'Isola fosse al momento, ma dove sarebbe stata: come abbiamo ormai capito, infatti, l'Isola si sposta e questi suoi spostamenti nel tempo non sono del tutto casuali e quindi possono essere predetti con un certo livello di sicurezza. Il lato negativo è che le finestre temporali che permettono di arrivare all'Isola non sono stabili ed in particolare quella degli Oceanic 6 si chiuderà nel girò di trentasei ore.
La spiegazione non ha il potere di convincere Desmond, che si sente preso in giro dalla donna, che, ricordiamo, è stata al responsabile del suo viaggio verso l'Isola e lontano da Penny per quattro lunghi anni, quindi lo scozzese comunica il messaggio da parte di Daniel e va via sbattendo la porta. Quanto agli altri, tornare indietro non è difficile: basta imbarcarsi su uno dei voli la cui rotta incrocerà la finestra temporale, il volo Ajira Ariways 316, cercando di riprodurre il più esattamente possibile le condizioni del volo che li ha portati lì in primo luogo, ed è questo il motivo della necessità di avere tutti loro.
Ma non basta, chiamato in disparte Jack, la Hawking gli consegna una lettera di addio di Locke indirizzata a lui e scritta prima del suicidio, perchè, veniamo a sapere insieme al dottor Shephard, l'uomo si è suicidato. E la presenza di Locke sull'aereo è importante perchè il suo cadavera può fungere da sostituito per quello del padre di Jack presente sul volo Oceanic che li ha condotti loro malgrado sull'Isola in precedenza. E' per questo che Jack deve trovare qualcosa del padre da far indossare al cadavere di John, qualcosa che troverà nel far visita al nonno in una casa di riposo: le scarpe appartenuto al dottor Shephard anziano, magicamente in possesso dell'uomo.
Ma se portare John sull'aereo è in definitiva abbastanza semplice (basta andarlo a recuperare nella macelleria dove Ben indirizza Jack), più difficile sembrerebbe convincere gli altri. Sorprendentemente, però, uno dopo l'altro appaiono all'aeroporto di Los Angeles pronti ad imbarcarsi.
Sun è comprensibilmente la più motivata, vista la presenza di Jin sull'Isola, ma fa comunque riflrettere la sua decisione di lasciare nel mondo reale il figlio; Sayid arriva invece all'aeroporto accompagnato da una donna che ci dà l'impressione di scortarlo, un po' come Kate era tenuta sotto custodia nel corso del primo viaggio.
Qualcosa intanto ha convinto Kate, la più restia a tornare indietro: Jack la trova a casa sua dopo l'incontro con la Hawking, disposta ad unirsi al gruppo ma decisa a non voler parlare di Aaron. Qualcuno, evidentemente, sta usando il ragazzino come leva per spingerla a fare quanto necessario, ma sicuramente al riguardo sapremo di più prossimamente, in flashback su queste fasi della storia.
Così come ci sarà spiegato perchè Ben arrivi sull'aereo con evidenti escoriazioni sul volto ed un braccio ferito: si è imbattuto negli uomini di Widmore? O forse è stata Penny ad occuparsi di lui?
Una cosa è certa: Hurley non è felice di vederlo salire sull'aereo ed è necessario tutta l'influenza che Jack ha su di lui per calmarlo. Inevitabile lo scontro tra due, così diversi nell'atteggiamento: se Ben è chiaramente noncurante nei confronti degli altri passeggeri inconsapevoli dell'aereo, che si ritroveranno coinvolti nella loro missione di rientro, Hugo si dimostra del tutto coinvolto da questo aspetto ed acquista tutti i biglietti ancora disponibili per evitare di far salire a bordo chiunque altro, lasciando a terra una serie di persone in attesa che apparivano infastidite da questa scelta, non sapendo di doverlo ringraziare.
Ma visto che sull'aero sono comunque presenti altri passeggeri extra Oceanic 6, ci viene da chiederci se la loro presenza sia del tutto casuale o se sia stata pilotata in qualche modo dalla Hawking, che non ci sembra l'ultima arrivata, tanto è vero che scopriamo presto che il pilota dell'aereo è un certo Frank J. Lapidus, altro volto nostro dei nostri, che chiamato da Jack capisce subito cosa sta per succedere.
A parte il cadavere nella stiva, anche altre solo le similitudini nella composizione dei passeggeri del volo Oceanic 815 e di quello Ajira 316: Lapidus sarebbe dovuto essere pilota del primo; Hurley ha con sè una chitarra e richiama Charlie (come faceva a sapere di doverla portare? che sia stato visitato nuovamente dallo spirito dell'amico?); e Ben sale sull'aereo all'ultimo momento, come Hurley nel primo caso.
E non poteva mancare un dettaglio misterioso in puro stile Lost: Jack aveva deciso di non leggere il biglietto lasciato da Locke, chiudendolo nella bara dell'amico morto, ma una volta a bordo una hostess glielo consegna nuovamente, dicendogli che è stato trovato nella stiva. Non c'è scelta, lo deve leggere.
Il messaggio è semplice: "Jack: vorrei che mi avessi creduto." E subito dopo aver letto il messaggio, l'ormai familiare lampo di luce invade l'aereo.
E' a questo punto che 316 torna laddove era iniziato, con Jack che si risveglia nella foresta sull'Isola con un frammento del biglietto di Locke in una mano, con il ritrovamento di Hurley e Kate, con il senso di smarrimento che avvolge i tre, nonostante la consapevolezza di sapere dove si trovino.
Mentre decidono sul da farsi, sulla necessità di trovare gli altri, il suono di un motore arriva dalla foresta ed il familiare furgoncino Dharma li raggiunge. Dalle condizioni del mezzo, che ci appare come nuovo, capiamo di essere in un quando in cui la Dharma era ancora attiva sull'Isola e padrona del territorio, come dimostra la decisione con cui il conducente del veicolo si rivolge ai tre, puntando loro contro un fucile. Ma l'uomo, che indossa la tipica uniforme dei lavoratori della Dharma, ci viene mostrato subito dopo e con sopresa scoprima che si tratta di Jin.
Intanto il prossimo episodio, The Life and Death of Jeremy Bentham, sapremo di più di quello che è accaduto a John Locke e siamo sicuri che ci attendono altre sorprese.