Per bilanciare gli episodi mancanti alla quarta stagione di Lost, a causa dell'ormai arcinoto sciopero degli sceneggiatori che ha afflitto la produzione di molte serie nel corso di quest'anno, l'ultimo episodio di quest'anno è stato reso doppio dalla ABC, regalando di fatto un'ora aggiuntiva a Carlton Cuse e Damon Lindelof per dare una forma compiuta al finale ed alla stagione nel suo complesso.
Ma essenzialmente sono due gli insegnamenti principali che possiamo trarre dalle due parti finali di There's No Place Like Home. Il primo è che non sempre i regali si dimostrano positivi e l'impressione generale del finale di stagione è di una storyline troppo dilatata che finisce per perdere di ritmo e mordente.
La seconda lezione riguarda la necessità di concentrarsi su ciò che riesce meglio. Per il finale si è deciso di puntare su fuochi d'artificio ed effetti sulla carta d'impatto dal punto di vista visivo, ma in definitiva sono proprio questi aspetti a deludere maggiormente, soprattutto dal punto di vista tecnico, aspetto che si è sempre mantenuto di alto livello nel corso della serie.
Qualche pecca anche dal punto di vista narrativo: lasciando stare i nuovi espedienti messi in scena e l'andamento generale della serie, il cui apprezzamento è più soggettivo, si è forse sbagliato ad incentrare alcune sequenze che avrebbero dovuto creare pathos su personaggi il cui destino era già noto a causa dei flash forward che ce li hanno mostrati in tempi successivi a quelli dell'Isola.
Chiuso il discorso tecnico, concentriamoci sui contenuti di questo finale di stagione.
Avevamo un'isola da spostare e molte situazioni in sospeso ed è da quelle che la doppia puntata prende il via. Tutta la prima parte si concentra su questo e racchiude alcune delle sequenze meno riuscite, tra cui lo scontro tra i soldati di Keamy ed i nostri, il cui esito è a favore dei protagonisti della serie, che si allontanano non senza difficoltà e soprattutto con un foro al serbatoio dell'elicottero, che causa una notevole perdita di carburante e che li costringe a gettare in mare tutto il possibile per guadagnare peso e quindi tempo in volo. A sorpresa, e forse incoerentemente con il personaggio, Sawyer decide di buttarsi in mare dopo aver baciato Kate ed averle sussurrato qualcosa all'orecchio, senza dubbio la richiesta che l'abbiamo vista espletare in un flashforward precedente.
Sulla nave, Michael, Jin e Desmond guadagnano tempo raffreddando l'esplosivo per evitarne la detonazione, cercando nel frattempo di capirne il meccanismo per disinnescarlo.
Ma quando la luce del detonatore diventa da verde a rossa, il tempo a loro disposizione è ormai poco per sperare in una salvezza e Michael si sacrifica per dare il tempo a Jin di fuggire e raggiungere la moglie incinta già salita sull'elicottero. Ma il Coreano non riesce a raggiungere i compagni prima del decollo, restando sulla nave al momento dell'esplosione, che avviene sotto gli occhi disperati di Sun.
E' Ben il responsabile della tragedia, perchè rifugiatosi con Locke in the Orchid, affronta ed uccide Keamy, che li aveva seguiti nella profonfità della stazione, attivando così il dispositivo legato al suo braccio e collegato al detonatore dell'esplosivo. Ma per Ben si tratta di sacrifici del tutto accettabili per portare a termine la missione affidata loro da Jacob: spostare l'Isola. E sarà lui in prima persona a farlo, perchè il destino di Locke è un altro ed è quello di prendere il suo posto al comando degli Altri. Chi sposta l'Isola, dice Ben, non può più tornarci e non è questo il destino di Locke, che torna in superficie e si unisce al gruppo che si trova esattamente dove gli è stato detto da Ben, in sua attesa.
Spostare l'Isola non si dimostra così difficile come si penserebbe, in fondo si tratta di girare un ingranaggio posto in profondità, in una grotta ghiacciata che potrebbe in qualche modo essere collegata alla presenza dell'orso polare sull'Isola.
E l'Isola si sposta letteralmente, sparendo alla vista del gruppo in volo con l'elicottero.
Ma c'è anche un flashforward nel doppio episodio e riprende il finale della terza stagione, esattamente dal sorprendente incontro tra Jack e Kate che aveva fatto da cliffhanger per l'anno scorso. Vediamo ancora la disperazione di Jack, desideroso di tornare indietro, ritroviamo Hurley ancora vittima delle sue visioni, a cui vanno a far visita anche un paio di persone reali, ovvero un Walt ormai adolescente e Sayid, recatosi da lui per portarlo in un luogo sicuro dopo aver eliminato l'uomo che lo teneva sotto controllo; e vediamo una Sun inedita, mai così decisa, alle prese con Widmore.
Ma soprattutto ci viene rivelata l'identità dell'uomo nella bara. In una scena intensa, che di fatto chiude la stagione, Jack fa irruzione nella sala che contiene la bara e torna al cospetto della salma. Lì viene raggiunto da Ben che gli intima di tornare sull'Isola e gli spiega che se non gli è stato ancora consentito di farlo è perchè tutti loro devono farlo insieme, tutti e sei ed anche l'uomo nella bara, che si rivela essere Locke.
Finisce così una stagione che nel suo complesso si è dimostrata di buon livello, ma lascia ancora molti interrogativi in sospeso. Nei mesi a seguire ci sarà modo per speculare sui misteri ancora irrisolti e sulla forma che prenderà la quinta stagione, che probabilmente vedrà il suo fulcro al di fuori dell'Isola, dove si troveranno tutti i personaggi principali della serie ed il cuore della storia.
Movieplayer.it
3.0/5