La quarta stagione di Lost volge al termine. Forse a causa della programmazione di quest'anno (iniziata solo a fine gennaio), o forse a causa del numero ridotto di episodi (trecidi, di cui uno doppio, contro i sedici previsti inizialmente, con quelli mancanti che saranno recuperati nel corso delle prossime due stagioni, che quindi diventano di diciassette episodi ognuna), o forse ancora grazie ad un ritmo maggiore rispetto alle due stagioni precedenti, si ha l'impressione che l'attuale annata della serie sia stata veramente molto rapida.
There's No Place Like Home: Part 1, episodio andato in onda il 15 Maggio sulla ABC, come dice il suo stesso titolo rappresenta la prima parte del lungo finale di stagione, della durata di ben tre ore, e porta avanti più storie parallele che restano in sospeso in attesa del gran finale del 29 Maggio, dopo una sosta forzata di una settimana per lasciare il campo al doppio finale di un'altra serie di successo dello stesso network: Grey's Anatomy.
L'abilità maggiore degli autori di Lost è quella di disorientare il pubblico, ed è con questo spirito che si apre l'episodio, con un'immagine del cielo, visto attraverso l'oblò di un veicolo. Il primo pensiero dello spettatore corre all'elicottero guidato da Lapidus che sta portando i soldati sull'Isola, ma quando l'inquadratura si allarga ci rendiamo conto di trovarci su un altro veicolo, con una donna che non conosciamo. Lo sviluppo della sequenza ci fa capire che si tratta del mezzo che sta riportando i fantomatici Oceanic Six nel nostro mondo e ci rendiamo conto con un brivido che stiamo per assistere al loro rientro a casa, una scena che forse qualche anno fa avremmo immaginato come finale della serie.
E invece è questa la prima delle storyline dell'episodio, il flashforward che ci racconta dei sei presunti sopravvissuti del volo 815. Jack appare da subito il più accondiscendente del gruppo a seguire le istruzioni ricevute da quelli della Oceanic ed anche in conferenza stampa è il più deciso e riproporre la versione dei fatti già ascoltata da noi in occasioni precedenti. Verrebbe da chiedersi il motivo di questo atteggiamento da parte sua, ma se ci sarà da sapere, prima o poi lo scopriremo, visto che si tratta del personaggio più seguito dalla serie.
Il ritorno del gruppo è una scena emotivamente molto ben realizzata ed accompagnata dalla musica d'atmosfera composta da Michael Giacchino, con tutti i superstiti accolti dai propri familiari, tranne Sayid e Kate. E dai giorni che seguono il loro rientro, scopriamo alcuni dettagli interessanti: il ritrovamento di Nadia da parte di Sayid, una Sun spietata nei confronti del padre, che considera uno dei due responsabili della morte di Jin (chi sarà l'altro responsabile? E cosa accadrà al marito della Coreana?) e soprattutto assistiamo al funerale del padre di Jack ed alla scoperta da parte di quest'ultimo della sua parentela con Claire e quindi con il piccolo Aaron.
Parallelamente prosegue anche la storyline della nave, con Sayid che riesce a raggiungere la riva e ad avvertire i suoi compagni del pericolo imminente. Il gommone è una buona via per iniziare a portare in salvo i naufraghi ed il primo gruppo comprende Sun, per la sua gravidenza, Jin ed Aaron, arrivato in spiaggia grazie a Kate.
Sulla nave, troviamo il motore riparato da Michael, la cui presenza stupisce e disorienta la coppia di Coreani, ma ciononostante resta l'impossibilità di recarsi verso la riva sulla rotta sicura a causa di una interferenza a bordo.
E le sorprese non finiscono perchè proprio cercando la fonte di questo segnale, l'equipaggio scopre una grossa quantità di esplosivo.
Sull'Isola due gruppi convergono verso un unico destino: Locke e Ben, accompagnati da un Hurley non molto contento di condividere il loro cammino, devono spostare l'Isola secondo le indicazioni ricevute da Jacob e per farlo devono raggiungere una delle stazioni che ancora non conosciamo, ovvero The Orchid. Si tratta, a detta di Ben, di una serra e proprio lì sono diretti anche i soldati tornati sull'Isola in elicottero ed a conosceza della meta di Ben grazie alla mappa ed al protocollo secondario in possesso di Keamy. Ben, come ci tiene a puntualizzare ad uno scettico Locke, ha sempre un piano e questo lo porta nel finale dell'episodio a dirigersi solo e disarmato verso gli uomini che sono alla sua ricerca, fungendo da diversivo ma non prima di aver dato precise istruzioni a John su come entrare nella stazione e cosa fare per spostare l'Isola.
Ma altri sono diretti all'Orchid e sono Jack e Sawyer. Il primo seguiva il segnale GPS dell'elicottero insieme a Kate, incurante delle proprie condizioni fisiche post operatorie, quando si è imbattuto in Miles e Sawyer diretti in direzione opposta, alla spiaggia, con Aaron. Inevitabile un mix dei gruppi, con Kate e Miles verso la spiaggia con il bambino e gli altri due verso l'elicottero, che trovano con Lapidus ammanettato all'interno. La loro intenzione iniziale, quella di prenderne possesso per portare in salvo gli altri naufraghi, è una missione da rimandare, perchè prima va recuperato Hurley.
E restiamo in attesa anche di scoprire come si sbloccherà la situazione di Kate e Sayid, che rimessisi sulle tracce di Jack e Sawyer sono stati intercettati da un'altra vecchia conoscenza: Richard Alpert, che ha fermato la loro marcia nella foresta e li ha circondati con gli uomini al suo servizio, gli Altri, di cui ultimamente avevamo perso le tracce.
Tutto resta in sospeso quindi, con una sceneggitura a cura dei due attuali autori della serie, Carlton Cuse e Damon Lindelof, che sapientemente segue tutte le storyline portandola al climax in attesa del gran finale previsto per fine mese, un finale all'insegna dell'azione e della tensione, che crediamo non mancherà di costruire un cliffhanger che farà da ponte verso la quinta, e penultima, stagione di Lost.