L'amore supera ogni barriera e viaggia ovunque. Non bastano mondi e universi per contenerlo e nemmeno lo scorrere del tempo può cancellare la forza di un sentimento così prorompente. Che sia l'affetto di un padre verso una figlia come in Interstellar (2014) di Christopher Nolan o il legame tra due giovani divisi da guerre aliene, come accadente nello struggente OAV La voce delle stelle (2002) di Makoto Shinkai, l'impatto con queste storie si riflette su chi guarda spingendo lo spettatore a identificarsi con i relativi protagonisti.

E Lost in Starlight, produzione coreana sbarcata qualche giorno fa nel catalogo Netflix, sfrutta anch'essa il cinema d'animazione per far colpo sul grande pubblico. Un'ora e mezza di visione che punta forte sul comparto emozionale, in un'ambientazione di un futuro prossimo che permette di adoperare la fantascienza per raccontare di gioie e dolori molto terreni, mettendo al centro di tutto una love-story pronta a scavalcare ogni confine.
Lost in Starlight: una storia tra cielo e terra

Nell'anno 2051 Nan-young è una giovane scienziata di Seoul, candidatasi a diventare astronauta nella speranza di seguire le orme materne. L'amata madre venticinque anni prima prese parte a una missione su Marte conclusasi in tragedia e da quel giorno Nan-young non si è data pace. Proprio lo shock per quel dramma privato rischia di compromettere il suo test psicologico, ma la ragazza è pronta a tutto pur di realizzare il suo obiettivo.
Non aveva calcolato però di potersi innamorare prima dell'inizio della missione. L'incontro casuale con Jay, un musicista che si è offerto di ripararle un vecchio modello di giradischi, rischia di cambiare drasticamente il suo modo di approcciarsi all'immediato futuro. Mentre la relazione tra i due diventa sempre più profonda, l'avvicinarsi della data della partenza per il Pianeta Rosso li mette davanti alle loro paure e alle incognite per un domani sempre più incerto.
Personaggi alla ricerca del proprio posto nel mondo

Entrambi i protagonisti hanno delle certezze da ritrovare. Se Nan-young è attesa da un'impresa che solo pochi coraggiosi potranno raccontare, apripista di una colonizzazione prossima a venire, Jay deve fare i conti con quella carriera musicale che aveva abbandonato per il timore di non essere all'altezza. I due amanti troveranno forza l'uno nell'altra per cercare di affrontare e superare insieme i rispettivi ostacoli e proprio sull'intensità di quanto intercorre tra loro si fa forza l'intero costrutto narrativo.
Il regista Han Ji-won - da non confondere con il quasi omonimo Han Jin-won sceneggiatore di Parasite (2019) - gioca di furbizia e accompagna il racconto con una colonna sonora K-Pop in grado di far breccia nel cuore degli appassionati, soprattutto in quello slancio finale dove si calca ovviamente la mano sulle emozioni più travolgenti, con il pubblico pronto a tifare per un lieto-fine che a un certo punto pare quasi irrealizzabile.
Un film che sa come commuovere

A tratti va quindi detto come Lost in Starlight appaia parzialmente ruffiano, in quanto sembri procedere su linee guida consolidate - che hanno fatto la fortuna del cinema di Shinkai e di molti altri registi d'animazione contemporanei - in quella commistione tra canzoni orecchiabili e storie romantiche ad alto tasso di enfasi e con sfumature fantastiche. Ma ciò nonostante è impossibile non voler bene a un film che sa come commuovere e trova la giusta forza per scardinare le difese del pubblico, portandolo a immedesimarsi in queste anime gemelle, che trovano nell'amore il motivo per lottare e andare avanti, qualsiasi sacrificio questo comporti.
Pezzi di un puzzle che si completano a vicenda, in quell'affresco chiamato vita che non rende però loro le cose semplici, con la lontananza fortunatamente scevra da complicazioni di sorta - lo scorrere del tempo è uguale per entrambi e le comunicazioni possono arrivare in tempo reale - in ciò che a conti fatti diventa un percorso di autorealizzazione. In un immaginario futuro non così lontano, con i viaggi su Marte che non sono più un'utopia, l'animazione e il character design offrono un look gradevole e colorato, tra estetica e sostanza, su una storia a distanza a dir poco sui generis.
Conclusioni
Pur muovendosi su binari già noti, Lost in Starlight riesce a coinvolgere grazie a una narrazione sincera, accattivante anche nei suoi passaggi più "faciloni". La storia d'amore tra i due protagonisti, capace di superare anni luce di distanza, con Marte e la Terra legati da un filo sottile ma apparentemente indistruttibile, caratterizza un'ora e mezzo di visione all'insegna dei sentimenti, dove la fantascienza è al servizio della più umana delle emozioni. Questa produzione coreana ha studiato bene la lezione e pur con alcune forzature e un finale eccessivamente slanciato, con tanto di colonna sonora ad hoc a sottolineare i turbamenti più prorompenti e potenzialmente drammatici, conquista senza troppa fatica il cuore del pubblico di appassionati, tramite un legame che non conosce confini né gravità.
Perché ci piace
- Una storia d'amore emozionante.
- Fantascienza e romanticismo in un mix calibrato.
- Esteticamente colorato e convincente.
Cosa non va
- A tratti ruffiano nell'insistere su situazioni archetipiche.