Lorella Cuccarini al cinema con Lissy - Principessa alla riscossa

In occasione dell'uscita del lungometraggio animato di Michael Herbig, la soubrette - doppiatrice d'eccezione della vivace protagonista - ha incontrato la stampa romana.

Distribuito in Italia dalla Moviemax con ben 200 copie dal prossimo 2 gennaio 2009, Lissy - Principessa alla riscossa è l'ultimo parto dell'estro creativo di Michael Herbig, autore, regista e comico tedesco che, con il suo show Bullyparade, si è guadagnato una meritata fama in ambito europeo. E proprio da una delle sue parodie più riuscite, quella della celeberrima principessa Sissi, nasce l'idea del film, in cui Lissy è una versione più ingenua e surreale della nota sovrana, che si troverà a far fronte non solo all'intensa vita matrimoniale con Franz, ma anche alla convivenza forzata con uno scorbutico yeti. E se nella versione originale della pellicola è lo stesso Herbig a doppiare la protagonista, in Italia la voce della stramba principessa è quella di un volto noto della televisione e del teatro: Lorella Cuccarini, che oggi ha descritto questa sua prima esperienza nel mondo dell'animazione.

Avevi mai partecipato a un doppiaggio?

Lorella Cuccarini: Finora avevo doppiato soltanto me stessa, per fiction e pubblicità, infatti sono molto contenta di aver doppiato Lissy, questo personaggio così buffo e atipico. In origine la voce era dello stesso regista e l'intero personaggio è stato disegnato su Herbig, che è arrivato al successo anche grazie alle parodie proprio della principessa Sissi. Per questo lei è così bruttarella, perché è lui. Ovviamente lui la doppia in falsetto, e noi abbiamo cercato di mantenere la stessa chiave di interpretazione, per renderla buffa. Lissy è talmente ingenua da sembrare quasi furba, non si sa mai quanto ci è e quanto ci fa.

Quali sono le difficoltà nell'entrare in un personaggio di questo tipo?

Non mi aspettavo che fosse un lavoro semplice, infatti è stato molto complesso, ma mi piacciono le sfide. Un grande lavoro è stato fatto in fase di adattamento, i testi sono stati resi in modo da essere sincronizzati al meglio. Anche se è vero che per l'Italia molte battute sono state edulcorate, rendendo così il film un prodotto per famiglie e non solo per il pubblico adulto. In fondo la mia parte non è stata così complicata, ha occupato una settimana di lavoro.

Quali sono i tuoi film d'animazione preferiti?

A me sono sempre piaciuti, li vedevo anche prima di avere figli. Sono cresciuta coi classici, quindi La bella addormentata, Biancaneve e i sette nani, ma ho amato particolarmente il filone musical, quello per intenderci da Il Re Leone ad Hercules, in particolare La Bella e la Bestia.

E in generale, cosa vedi al cinema?

Mi piacciono molto le commedie sofisticate americane, da Harry ti presento Sally a L'amore non va in vacanza. Mi sarebbe anche piaciuto interpretarle, ma in Italia si fa un tipo diverso di cinema. Più in generale, mi piace tutto il film di evasione, ma anche thriller, gialli.

In Italia abbiamo una lunga tradizione di doppiaggio, nell'animazione ci sono stati pù grandi e meno grandi. Qualche film ti ha colpito per questo aspetto?

Indimenticabile è il Genio di Aladdin, doppiato da Gigi Proietti, che ha saputo tener testa anche al doppiaggio originale di Williams. Doppiare non è solo riportare l'originale, ma anche saper aggiungere il nostro gusto.

La canzone dei titoli di coda è interpretata da te. Sei anche ballerina, hai in programma altri musical? E quali sono i tuoi preferiti?

Io ho avuto grande soddisfazioni con Grease e Sweet Charity, per adesso ci sono diverse idee, ma ancora nulla di definitivo. Tra i miei film preferiti c'è Mary Poppins, che anche all'estero continua ad avere tantissimo successo. Mi piace fare qualcosa che sia per tutti, non solo per una determinata fascia di pubblico, e fare anche ruoli diversi.

Da Julie Andrews a un regista tedesco.

Infatti, mi sono proprio divertita, anche ad interpretare questo pezzo.

E per quanto riguarda le voci di un tuo programma su SKY?

Ancora non c'è nulla di chiaro in proposito, è un'indiscrezione, come ne escono tante.

Nella versione tedesca i dialoghi erano più crudi?

Si, erano più forti. Il film di Herbig era per un pubblico più adulto, nella versione italiana è diventato un film per tutti. In Germania il film è stato un blockbuster, il che dimostra la diversa valenza del cinema a livello europeo.

Parlaci della musica, di come è stato interpretare quel pezzo.

Non è facile tradurre dall'inglese all'italiano, molti pezzi sono trascinanti proprio perché scritti in quella lingua, ad esempio quelli più famosi di Grease. Però negli anni c'è stata una crescita incredibile nel livello delle traduzioni, che ha permesso di renderne l'originalità. All'inizio invece alcuni testi erano un po' forzati.

Quali sono i tuoi modelli comici?

Dal punto di vista della "scorrettezza" amo Luciana Littizzetto, ma a proposito di travestimenti, in realtà io ne ho fatti tantissimi, con Paperissima e Buona Domenica. Fare questo film mi ha risvegliato quel mondo.

Come spieghi questo rinnovato successo del musical?

Ultimamente ho visto Mamma mia, non avrei mai scommesso sul successo di un musical a teatro, ma dopo aver visto il film ho capito che era una bomba. Il musical è sogno, è positività. Se ci guardiamo intorno non siamo in un momento felicissimo, e il musical è quasi terapeutico, quando sei giù ti dà una carica di energia.

In questo periodo credi che manchi professionalità in televisione, specie per quanto riguarda la danza?

Non è che manchi professionalità. Non ci sono opportunità per mettersi alla prova, non ci sono programmi adatti, perché è cambiato il modo di fare TV. Non credo non ci siano persone capaci, è che bisogna saperle cercare. Io sono arrivata in un momento propizio, in cui il varietà faceva anche il 55% di share, quindi non è importante solo essere capaci, ma bisogna che il mercato te lo consenta.

Ma sarà proprio vero che gli italiani vogliono vedere l'Isola dei Famosi e gli opinionisti dell'Isola dei Famosi?

Gli opinionisti sono dappertutto, il concetto dei tuttologi andava anche prima, e io non l'ho mai amato. Io posso parlare di quello che conosco, anche se a volte è persino meglio starsene zitti. Questa categoria non è nata con il reality, c'è la bella e la cattiva televisione, ci sono i reality fatti bene e quelli fatti male, come ci sono i varietà fatti bene e quelli fatti male. Il pubblico deve scegliere tra quello che c'è.

Agli spettatori non viene data la possibilità di vedere gli artisti, per esempio Roberto Bolle recentemente (ci si riferisce alla puntata del 6 dicembre del programma Serata d'Onore, condotto da Pippo Baudo, n.d.r.) si è esibito a mezzanotte e mezzo.

Questo è un momento schizofrenico per la televisione. Non capisco i programmi che arrivano fino a mezzanotte e mezzo. Un conto sono i reality, che hanno tanti contenuti, un altro i varietà, che devono essere "condensati" per non perdere la loro forza. Io stessa sono arrivata ad esibirmi a mezzanotte e un quarto. Tutto questo per fare ascolto, per aumentare lo share, ma questi sono problemi di chi si occupa del fare televisione, a scapito però del prodotto. Non è un caso se nel resto del mondo il prime time dura un'ora, e anche il caso di Antonella Clerici con il suo programma Tutti pazzi per la Tv, che finiva alle undici e un quarto, è significativo: era ben articolato e ha quindi dato risultati.

Qual è stato il momento più difficile del film e qual è la tua sequenza preferita?

La parte più difficile è sicuramente stata l'inizio: dovevamo individuare il personaggio, decidere se usare la mia voce o il falsetto, e abbiamo fatto tanti tentativi. Non trovavo la giusta dimensione, poi abbiamo messo a punto un modo di parlare grazie al quale, pur usando una voce modificata, non mi stancavo. Per la scena preferita, non saprei. Ho riso spesso, ma mi ha fatto particolarmente sorridere che la storia d'amore tra Lissy e Franz si salvi grazie alla burocrazia che noi tutti di solito odiamo.