Quando pensiamo al balletto pensiamo a Il Lago dei cigni, l'opera di Pëtr Il'ič Čajkovskij che ha cambiato per sempre l'immaginario legato a quest'arte. I tutù voluminosi, la corona di piume tra i capelli di Odette, i movimenti sinuosi che richiamano un battito d'ali sono tutti elementi impressi nelle nostre menti quando richiamiamo alla memoria immagini di danza classica perché quest'opera ci ha segnato fin nel profondo, entrando nel tessuto sociale e nelle conoscenze anche dei non appassionati.
Il sogno bianco parla di questo, ma non solo: mostrando il dietro le quinte del Teatro la Scala di Milano, racconta l'incredibile preparazione e la macchina complessa e precisa che è attiva dietro a uno spettacolo di questo tipo, fatto di sforzo fisico, dedizione e creatività. In onda il 25 dicembre su Sky Tg24 e su Sky Arte il 27 dicembre, oltre che disponibile on demand e in streaming su NOW, è l'occasione di fare un viaggio in una storia classica, disillusa eppure contemporanea; una finestra su una disciplina che è arte e narrazione oltre che sforzo atletico.
Dietro le quinte: una macchina perfetta
Il regista Flavio Maspes, che si era occupato della fotografia della docuserie E poi il silenzio e della regia di L'abbraccio che ripara - perdonare un delitto, segue la giornalista di Sky TG24 Chiara Ribichini alla scoperta di tutti quei complessi e intricati meccanismi che permettono a uno spettacolo come questo di raggiungere il palcoscenico. Il corpo di ballo, i musicisti, i costumisti, i tecnici, parrucchieri e truccatori: una lunga serie di figure professionali lavora in concerto per garantire che ogni singolo elemento sia pronto e funzionante al momento giusto. A essere esaltato dalle immagini e dalle interviste proposte è proprio questo aspetto: l'impegno corale che porta a un grande risultato, le competenze di professionisti di vari settori che, unite, generano un'eccellenza delle arti performative.
L'eredità di Čajkovskij e la visione di Nureyev
Alle testimonianze dell'Étoile Nicoletta Manni, nel doppio ruolo di Odette/Odile, e del primo ballerino Timofej Andrijashenko, nel ruolo del principe Siegfried, è affidato il compito di raccontare la valenza storica e artistica de Il Lago dei Cigni che, a 150 anni dalla composizione della celebre partitura di Čajkovskij, non perde fascino, rimanendo una storia potente narrata da una musica travolgente. La versione mostrata alla Scala è quella creata da Rudolf Nureyev che, attraverso la coreografia, va ad approfondire maggiormente le emozioni e gli aspetti psicologici dei vari personaggi: la straziante condizione di Odette e la confusione del principe Siegfried, che poi si tramuta in disperazione, sono messe in risalto per rendere più reali e vicini allo spettatore personaggi che appartengono alla fiaba.
Un racconto per curiosi e appassionati
Il sogno bianco è quindi un documentario trasversale che non parla solo ai conoscitori del balletto ma a tutti. Chi è già appassionato potrà godere delle parole dei ballerini che raccontano l'esperienza e i personaggi, mostrando quanto possa essere profonda la connessione tra un'opera del genere e chi la esegue; i non appassionati, invece, possono comprendere meglio come funziona uno spettacolo teatrale di alto livello e lo sforzo produttivo dietro ogni singolo elemento, anche ciò che all'occhio inesperto può sembrare insignificante. Ci piace pensare che il film di Maspes sia una produzione per curiosi, ovvero per tutti coloro che non si fermano alle apparenze ma che si lasciano intrigare da ciò che c'è dietro, da quello che i riflettori non mostrano: dalla fatica, dalla passione e da una storia immortale che racconta ancora oggi come tra il bene e il male ci siano una miriade di sfumature da cogliere.