L'invenzione della neve, la recensione: un racconto di amore e disperazione realistico e intenso

La recensione de L'invenzione della neve: dopo la presentazione a Venezia 2023, arriva nelle sale il film diretto da Vittorio Moroni con star un'intensa Elena Gigliotti.

L'invenzione della neve, la recensione: un racconto di amore e disperazione realistico e intenso

L'approccio scelto da Vittorio Moroni per realizzare il film L'invenzione della neve permette alla protagonista Elena Gigliotti di creare un personaggio, quello di Carmen, intenso e realistico, anche nei suoi momenti più estremi, riuscendo a sostenere la narrazione.
Il regista porta così sul grande schermo una storia di amore e ferite ancora aperte che segnano l'esistenza, non perdendo mai di vista un interessante equilibrio tra la dimensione interiore della protagonista e ciò che gli altri vedono di lei.

La sinossi del film

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L'invenzione della neve: Elena Gigliotti in un primo piano

L'invenzione della neve racconta la storia di Carmen (Elena Gigliotti): una donna che ama intensamente e a modo proprio, scontrandosi con le aspettative e il giudizio di chi la circonda.
La sua storia d'amore con Massimo (Alessandro Averone) si è conclusa e la coppia deve fare i conti con un passato non proprio limpido e la lotta per l'affidamento della figlia Giada. Carmen sta infatti cercando di trovare un proprio equilibrio pur di trascorrere più tempo con la bambina, affidata al padre, con cui può passare solo un tempo limitato ogni quindici giorni.

Una lotta personale e con la società

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L'invenzione della neve: una foto del film

I vari tasselli di cui è composta la storia de L'invenzione della neve permettono di seguire Carmen comprendendone la lotta con se stessa e con gli altri, ma al tempo stesso anche il profondo amore che prova per sua figlia.
Il montaggio, firmato in collaborazione con Mattia Soranzo, lascia il tempo alle interazioni più significative, come quelle tra Carmen e Massimo o tra la protagonista e la nuova compagna dell'ex, di svolgersi senza pressioni o limiti temporali, offrendo una rappresentazione naturale e ricca di sfumature dei rapporti al centro della trama. L'utilizzo delle sequenze animate firmate da Gianluigi Toccafondo riesce inoltre ad aggiungere un'ulteriore chiave di lettura agli eventi mostrati sullo schermo, inserendo una dimensione aggiuntiva dedicata ai sogni e alle speranze di Carmen, che si rifugia nella favola inventata per la figlia nella speranza di riuscire, forse per la prima volta nella sua vita, a trasformare i suoi sogni in realtà.
Il film avrebbe forse potuto dare maggior spazio ai momenti tra madre e figlia, per spiegarne la profondità del legame, o alle dinamiche che hanno spinto Carmen a compiere degli errori che gli altri considerano quasi imperdonabili, tuttavia l'insieme è convincente.

Una protagonista carismatica

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L'invenzione della neve: Alessandro Averone in una scena del film

Elena Gigliotti riesce a dare a Carmen la giusta fisicità e intensità espressiva, passando dall'estrema vulnerabilità e desiderio di amore alla rabbia e alla disperazione. L'attrice tratteggia il suo personaggio senza evitarne le zone d'ombra e, nonostante i difetti e gli eccessi, riesce a far provare empatia nei confronti di una donna complicata e dal passato complesso. La quasi totale mancanza di personaggi maschili obbliga Alessandro Averone, interprete di Massimo, a impegnarsi per non rendere l'ex di Carmen il villain del racconto. L'attore riesce nell'impresa quasi senza sbavature, tuttavia non può che restare in ombra rispetto alla performance di Gigliotti.

Conclusioni

L'invenzione della neve conquista l'attenzione degli spettatori con una storia semplice e al tempo stesso complessa dal punto di vista umano, ben gestita dietro la telecamera da Vittorio Moroni. Il regista ha collaborato molto bene con i suoi interpreti ed Elena Gigliotti mantiene, dall'inizio alla fine, il peso del progetto sulle proprie spalle. L'interpretazione dell'attrice riesce a rendere la figura di Carmen un'antieroina tragica e vera, spingendo il pubblico a riflettere su ciò che resta di una storia d'amore, del peso del proprio passato, e della profondità del legame tra una madre e sua figlia.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La regia di Vittorio Moroni valorizza nel migliore dei modi la sua protagonista.
  • La struttura narrativa data alla storia permette di mostrare luci e ombre di una donna e della fine di un amore.
  • Elena Gigliotti si è calata totalmente nella parte, rendendo Carmen una donna piena di sfumature e complessa.

Cosa non va

  • Alcuni passaggi del racconto sono trattati in modo approssimativo.
  • La figura di Massimo appare a tratti meno convincente rispetto a quella di Carmen.
  • L'approccio quasi teatrale potrebbe non convincere gli spettatori meno pazienti.