Libre, la recensione: se Lucas Bravo diventa un moderno (e irresistibile) Arsenio Lupin

Il fascino dell'attore e la regia di Mélanie Laurent si uniscono per dar vita ad un heist movie raffinato e luminoso. Presentato in anteprima alla Festa di Roma e in streaming su Prime Video.

Un'immagine di Libre con Lucas Bravo e Léa Luce Busato.

Arsenio Lupin, nato tra le pagine dei romanzi di Maurice Leblanc ha fatto scuola, non solo in adattamenti storici come il manga e l'anime di Monkey Punch o il recentissimo Assane Diop di Netflix, ma ha anche ispirando l'archetipo del ladro gentiluomo che ha trovato spesso un riscontro nella realtà. Liberamente tratto dal personaggio letterario, nonché da una storia vera, ecco Libre, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e ora in streaming su Prime Video.

Bruno Sulak: un moderno Arsenio Lupin

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Il carismatico protagonista

Co-scritto da Mélanie Laurent e Chris Deslandes, il film racconta di Bruno Sulak (Lucas Bravo), un leggendario fuorilegge nella Francia della fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. Un ladro gentile e autore di numerose e audaci rapine, prima ai danni dei supermercati poi delle gioiellerie, senza l'uso di armi e senza aver mai sparato un solo colpo. D'altronde lo stesso Leblanc si era ispirato a sua volta all'anarchico francese Marius Jacob. L'attore riesce a donare fascino e carisma a questo "bandito", che non agiva da solo ma insieme alla compagna e all'amico di una vita: l'affascinante Léa Luce Busato e il corpulento Steve Tientcheu. Una simpatica combriccola di amici che non può non strizzare l'occhio ai vari Goemon, Jigen e Fujiko. Per dirla secondo la tradizione giapponese.

Libre: alla ricerca della libertà

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Una scena con Léa Luce Busato

Non è tutto: col passare del tempo e l'accrescere della sua "fama", sulle sue tracce si mette il Commissario George Moréas (Yvan Attal), altrettanto tenace e astuto, instaurando un vero e proprio gioco del gatto col topo. Anche qui non possiamo non pensare all'ispettore Justin Ganimard oppure al mitico Zenigata, ma Moréas si distingue per acume e bontà d'animo. Il loro diventa un passo a due a suon di colpi, inseguimenti, telefonate, incontri appassionando lo spettatore sul destino del protagonista. Proprio il suo destino si rivela una parabola interessante, e forse inevitabile, così come quello dei suoi "compagni d'avventura".

Libre L Lucas Bravo Lea Luce Busato Sequenza
I partner in crime della pellicola

Sulak era contrario a qualsiasi tipo di legge e regolamentazione che secondo lui ingabbiavano le persone nella società. Quindi aveva bisogno di sentirsi libero, come da titolo, e far sentire liberi gli altri. Non solo l'amore della sua vita e i suoi amici, ma anche lo stesso Commissario, che da un certo punto in poi si diverte proprio a stuzzicare con rapine e fughe dal carcere sempre più rischiose e leggendarie, avvicinandosi ad una figura al limite della realtà. Tanto da essere ricordato sempre con eleganza e cordialità, anche verso le guardie della prigione.

Un'eleganza d'intenti

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"Fermi tutti questa è una rapina"

Il portamento che contraddistingue il protagonista di Libre si traduce anche nella regia di Mélanie Laurent, raffinata e dolce. Traspare così il profondo amore che lega Bruno e Annie, il paziente atteggiamento di Georges e la luce che brilla tanto dai loro occhi quanto dai gioielli che rubano. Proprio la luce, utilizzata dalla regista per ricordare al pubblico quanto fosse sempre l'amore a muovere il protagonista.

Una macchina da presa che non sceglie di viaggiare sincopata come fossimo in un heist movie, bensì punta piuttosto sui primi piani degli interpreti, sul loro cercarsi ed avvicinarsi, per raccontare una storia d'amore, accomunata dal crimine. Quel crimine di cui si è macchiato Bruno, anti-eroe ardito, e probabilmente poco avveduto, capace di appassionare le cronache francesi. Come non volergli bene?

Conclusioni

Libre è un film raffinato grazie all’interpretazione carismatica di Lucas Bravo e alla regia elegante di Mélanie Laurent. Insieme danno vita a questo ladro leggendario, la cui fama diventò sempre più grande tanto da diventare oggetto di interesse da parte della polizia. Tra la leggenda e il mito, non da celebrare ma da provare a comprendere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Il Sulak dipinto da Lucas Bravo e Mélanie Laurent.
  • La regia raffinata.
  • L’uso della luce.
  • I riferimenti al Lupin letterario e la figura del Commissario.

Cosa non va

  • Potrebbe sembrare una storia già vista.
  • I personaggi secondari potevano essere approfonditi meglio.
  • Chi cerca un alto tasso adrenalinico, non lo troverà qui.