Lettera al re, la recensione: la serie fantasy di Netflix per adolescenti… e non solo

La nostra recensione di Lettera al re, la nuova serie teen di Netflix che dal 20 marzo 2020 porta sul piccolo schermo il genere fantasy storico nella sua accezione più classica.

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Lettera al re: i giovani protagonisti

Lettera al re, la nuova serie teen di Netflix è disponibile dal 20 marzo 2020 per allietare le nostre e le vostre giornate casalinghe. Basata sull'omonimo romanzo olandese di Tonke Dragt, è stata adattata per il piccolo schermo da Will Davies, già autore di titoli di successo come Dragon Trainer e Johnny English e offre allo spettatore un fantasy storico leggero e godibile che appassiona anche gli spettatori un po' più grandicelli. Questa nuova serie della celebre piattaforma streaming è in grado di trasportare lo spettatore lontano, in un mondo fantastico fatto di onore, coraggio, magia e amicizia, tutte cose che, specialmente in questo periodo, abbiamo davvero bisogno di vedere e percepire. In questa recensione di Lettera al re cercheremo di delineare le caratteristiche principali di una serie che, anche con un budget discreto, riesce a mettere su schermo scene e combattimenti convincenti e appassionanti, rimanendo fedele al genere che racconta senza troppe velleità ma con tanto cuore.

Una trama che strizza l'occhio ai classici

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Lettera al re: una scena della serie

Un principe in guerra sta cercando di portare l'oscurità nel mondo, un aspirante cavaliere, Tiuri, dovrà consegnare una misteriosa lettera al re che potrebbe evitare la catastrofe. La sua solitudine, però, non durerà molto, in un viaggio dove le alleanze cambiano e sono importanti, il ragazzo dovrà imparare a conoscere i propri limiti, accettare il dolore e la perdita come parte di sé, come bagaglio necessario per sopravvivere e motivarsi in un mondo dove la magia si nasconde in ogni angolo e dove il raggiungimento del potere assoluto è l'obiettivo da perseguire. Ovviamente l'elemento del viaggio è fondamentale per quella che altro non è che una storia di formazione, di sicuro poco originale ma ugualmente efficace e piacevole. Il viaggio permette la crescita dei personaggi principali, li mette alla prova, li tempra, conducendoli al proprio destino.

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La necessaria leggerezza

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Lettera al re: un'immagine della serie Netflix

Un pregio di Lettera al re è quello di saper bilanciare alla perfezione i momenti di maggior intensità emotiva con scene più leggere che garantiscono l'evasione dal mondo reale e permettono al contempo di approfondire le caratteristiche dei vari personaggi che altro non sono che teenager. Anche se ce li mostra abili nell'arte del combattimento, la serie non ci permette di dimenticare nemmeno per un minuto l'età di Tiuri e dei suoi compagni che, oltre alla necessità di trovare un loro posto nel mondo, sentono forte il bisogno di scoprirlo, guardandolo con occhi nuovi, necessari per poter plasmare un futuro nuovo e più egualitario. Ognuno di loro, a suo modo e con le proprie capacità, lotta per questo, facendosi a volte beffe della severa compostezza degli adulti. Che tu sia una regina o un semplice apprendista cavaliere, dovrai dimostrare al mondo quanto vali, dare prova della tua forza di volontà per non rimanere soggiogato e schiacciato daigli spietati ingranaggi del potere che acceca e logora.

Una realizzazione intelligente

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Lettera al re: Tiuri in una scena della serie

La realizzazione di una serie fantasy non è mai facile, gli effetti speciali costano e mettere in piedi scene complesse come quelle di combattimento richiede un dispendio di mezzi molto spesso costosi. I registi Alex Holmes e Felix Thompson hanno ovviato a queste problematiche in modo intelligente e ragionato: avvalendosi di spettacolari set all'aperto e di un uso non perfetto ma accorto del green screen, hanno puntato tutto su paesaggi mozzafiato. Le scene di combattimento, specialmente quelle a cavallo, sono rese spettacolari e dinamiche dall'uso diffuso delle action-cam che se da un lato non sfuggono all'effetto fish-eye, dall'altro consentono punti di vista spettacolari che impressionano lo spettatore.

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Lettera al re: una scena della serie Netflix

Per quanto riguarda l'uso della magia, gli effetti speciali a essa legati sono ridotti al minimo e usati esclusivamente dove veramente necessario evitando di incappare troppo nell'effetto "posticcio" che ci è capitato di notare in altri titoli del genere. Lettera al re è una serie che decisamente merita una possibilità, può essere considerata ingenua e molto semplice, ma siamo sicuri possa piacere non solo ai ragazzi a cui è diretta, ma anche a quegli adulti che non hanno mai smesso di sognare un mondo migliore e che cercano qualcosa che li trasporti fuori dal tempo e dalla realtà.

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Conclusioni

Come affermato nella recensione di Lettera al re, la nuova serie Netflix è un fantasy estremamente classico rivolto a un pubblico adolescente che, seppure a volte può risultare un po’ ingenuo, offre allo spettatore una storia appassionante ricca di personaggi interessanti e ben caratterizzati. Lettera al re è un prodotto realizzato con intelligenza che siamo sicuri piacerà e divertirà anche gli spettatori più adulti, un’opera di evasione di cui forse molti di noi hanno bisogno in questo periodo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • Una trama semplice ma appassionante, che rispetta appieno i canoni del genere fantasy.
  • Personaggi interessanti ed efficaci.
  • una regia misurata e intelligente

Cosa non va

  • La semplicità della trama la fa risultare a volte un po’ ingenua.