Le voci sole, la recensione: la solitudine degli influencer

La recensione de Le voci sole, esordio al lungometraggio dei registi Andrea Brusa e Marco Scotuzzi con Giovanni Storti di Aldo, Giovanni e Giacomo e Alessandra Faiella.

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Le voci sole: Davide Calgaro, Alessandra Faiella in una scena

Le voci sole sono quelle di chi vive una situazione di disagio, o di isolamento, e sfoga la sua rabbia e frustrazione, motivata o immotivata che sia, contro il bersaglio di turno. Ma le voci sole sono anche quelle di chi lotta nel quotidiano contro la crisi, contro l'isolamento imposto dall'odierna società informatizzata, chi prova a cambiare il corso di un destino che sembra segnato. come sottolinea la nostra recensione de Le voci sole, l'opera prima dei registi Andrea Brusa e Marco Scotuzzi è figlia della crisi economica che stiamo vivendo, conseguenza della pandemia, ma anche della distruzione del tessuto sociale dovuta all'isolamento.

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Le voci sole: Giovanni Storti in una scena

Giovanni Storti, il membro del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo dalla lingua più tagliente, qui al suo primo ruolo drammatico, interpreta un padre di famiglia, operaio specializzato, costretto a lasciare la famiglia per andare a lavorare in una fonderia in Polonia. Quando il film si apre, Giovanni è sul pullman che lo condurrà alla sua nuova sistemazione, pullman su cui è vietato mangiare e telefonare per evitare di disturbare gli altri passeggeri. Per attutire il peso della distanza e le difficoltà del quotidiano, la moglie di Giovanni, Rita, gli insegna a cucinare il sugo in videochiamata e il video pubblicato su YouTube sul web dal figlio ha un successo tale da spingerli a ripetere l'esperimento. Ben presto "Rita e Giovanni di internet" diventano vere e proprie celebrità, i video iniziano a fruttare soldi e le aziende gli inviano i loro prodotti affinché li pubblicizzino durante le loro scaramucce virtuali. Mentre Giovanni è scettico, Rita si getta a capofitto nella sua nuova attività di influencer finché non toccherà con mano i problemi derivati dalla fama.

Amore e sudore

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Le voci sole: Davide Calgaro, Alessandra Faiella in una scena del film

Le voci sole è un film piccolo, intimo. Una storia familiare tutta giocata sull'odierno uso della tecnologia come strumento per colmare le distanze, dando così alle persone l'illusione di sentirsi vicine e di poter comunicare. In realtà, pochi film hanno rappresentato la solitudine e l'alienazione con un registro tanto cupo. Paradossalmente sono due comici come Giovanni Storti e Alessandra Faiella a incarnare la coppia di coniugi colpita dalla crisi, costretta a separarsi per via della precaria situazione lavorativa e della mancanza di soldi. Insieme a loro, l'unico altro attore a comparire in un film tutto girato in interni, quasi sempre bui e opprimenti, è Davide Calgaro che interpreta il figlio della coppia.

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Le voci sole: una foto sul set

Forse per ovviare a un budget ridotto, Le voci sole adotta una cifra stilista ben precisa e utilizza le pochissime location in funzione espressiva. Così alle immagini della casa di Rita e dell'alloggio di Giovanni in Polonia, unite dall'onnipresente telefonino, si alternano lunghe riprese di una fonderia con gli operai in azione. Immagini, queste, non necessariamente collegate al lavoro di Giovanni, ma pervase da una valenza simbolica universale visto che evocano la condizione di chi è costretto a emigrare per lavoro. Grazie al lavoro di montaggio di Alessandro Belotti, si viene così a creare un contrappunto tra la fonderia e le voice over di Rita e Giovanni che si parlano al telefono o si lamentano della situazione in cui versano. Alla fabbrica è dedicato anche il solenne incipit del film dove, sulle note di un brano russo, una fornace si apre lentamente lasciando trasparire le fiamme al suo interno. Omaggio esplicito a certo cinema sovietico che della rappresentazione della fabbrica aveva fatto un suo vessillo. La fabbrica torna ora a rappresentare il simbolo del lavoro con la l maiuscola contrapposto all'effimero mondo del web, ai guadagni facili e al retaggio di illusioni che ne derivano.

Aldo, Giovanni e Giacomo sul set del nuovo film di Natale, Il più bel giorno della nostra vita (FOTO)

Il primo ruolo drammatico di Giovanni Storti

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Le voci sole: Alessandra Faiella in una scena del film

I quindici minuti di popolarità preconizzati da Andy Warhol, nella società di internet si sono trasformati in un'industria che sforna dal nulla nuovi fenomeni, i cosiddetti influencer, pochi dei quali sono destinati a sopravvivere ai gusti mutevoli del pubblico. All'illusione di ricchezza e popolarità di Rita, alimentata dal figlio avvezzo alle nuove tecnologie, si contrappongono la praticità e lo spirito di sacrificio di Giovanni, consapevole che il vero lavoro non ha niente a che fare con click e like. Le voci sole si configura dunque come un racconto morale, una critica sull'epoca effimera in cui stiamo vivendo paragonata ai valori del passato, che ancora continuano a sopravvivere in qualche sacca.

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Le voci sole: una foto sul set

La vivacità di Alessandra Faiella rende la sua Rita un personaggio umanissimo, vicino al sentire odierno, ed è un piacere vedere Giovanni Storti misurarsi per una volta con un ruolo diverso da ciò a cui ci ha abituati, ma la cupezza che caratterizza il mood de Le voci sole, alla lunga, tende a pesare sulla visione. Pur restituire il senso di alienazione dei personaggi, la scarsa varietà di ambientazioni e atmosfere appesantiscono la visione rendendo ancora più palese la sua natura di racconto morale. La cultura di internet e dei social media diviene oggetto di critica non solo per la capacità illusoria di distrarre dal quotidiano, ma per la tendenza a stimolare cattiveria e frustrazione negli individui che vengono poi riversate contro il bersaglio di turno. Il messaggio - condivisibile - del film è chiaro e forte e colpisce dritto nel segno, ma un po' di leggerezza e varietà in più avrebbero giovato alla visione rendendola più fluida.

Conclusioni

La recensione de Le voci sole delinea pregi e difetti dell'opera prima che vede Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo alle prese con il primo ruolo drammatico. Un film a tesi che indaga sulla crisi post-pandemia, familiare, economica e globale puntando il dito contro l'universo effimero del web, ma lo fa usando un linguaggio visivo poco fluido e vario.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • Giovanni Storti e Alessandra Faiella danno vita a una coppia che entra nei cuori del pubblico.
  • La critica al mondo effimero del web passa attraverso una vicenda personale e familiare di facile immedesimazione.
  • Interessante la ricerca di uno stile visivo originale...

Cosa non va

  • ...che sfocia però in un lavoro poco vario, appesantito da certe scelte stilistiche.
  • La cupezza dei toni alla lunga pesa sulla visione.