La velocità come concetto di vita, le regole da rompere, la rinascita italiana all'insegna dei motori. La sfida, concentrare in poco meno di due ore l'epopea famigliare, personale e storica di una figura come quella di Ferruccio Lamborghini. Una sfida accolta e raccolta dalla mano esperta di Bobby Moresco, che tramite il percorso del più classico biopic tenta di delineare il profilo dell'imprenditore e progettista, ispirandosi liberamente alla biografia Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale, scritta dal figlio Tonino Lamborghini. Disponibile in streaming su Prime Video, dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2022, Lamborghini - The Man Behind the Legend è spaccato in tre atti - ogni atto un preciso capitolo della vita di Ferruccio - e si destreggia (o meglio, si barcamena) tra lo spaccato sociale delle epoche fotografate e le intuizioni geniali dell'uomo dietro la leggenda.
E, per onestà intellettuale, lo diciamo subito, in apertura di recensione: quello che troverete nel film di Moresco è il tratto più impolverato e tradizionalista del cinema hollywoodiano, che rivede archetipi e icone straniere. Cosa vuol dire? Che al netto di una discreta costruzione il Lamborghini di Moresco è un biopic fin dall'inizio ingolfato, che insegue la spettacolarizzazione del personaggio in funzione di una dinamicità che, però, è spesso assente. Ecco, se le auto sono le assolute protagoniste del film, il film stesso viene idealizzato in relazione ad una meccanicità che blocca un naturale coinvolgimento. Per meglio dire, tutto è appoggiato e mai saldato: le interpretazioni di contorno, la scenografia, la ricostruzione generale che si rifà alla cartolina invece che al vissuto.
Un film in tre atti
Interessante ma limitativa la scelta di dividere Lamborghini - The Man Behind the Lengend in tre diversi lassi temporali. Questo rende il film una sorta di bignami, comprimendo le numerose biforcazioni del personaggio. Con una domanda: perché mischiare tutto e in poco tempo, invece che soffermarsi su un particolare momento della vita di Ferruccio? All'inizio lo troviamo appena tornato dalla Seconda Guerra Mondiale - dove venne impiegato come meccanico - interpretato da Romano Reggiani. In Italia si cercano i trattori, e allora modificherà veicoli militari facendoli diventare macchine agricole, vendendoli come Lamborghini Trattori.
Andando avanti (molto) veloce, ritroviamo un Ferruccio affermato e rampante, con il volto del sempre bravo Frank Grillo. Gli affari vanno bene, ma vorrebbe entrare nel mercato delle auto sportive, sfidando l'egemonia di Enzo Ferrari, qui con il volto di Gabriel Byrne. A proposito, nel film torna un'immaginaria gara notturna in cui Ferruccio/Grillo, al volante della famosa Countach, gareggia contro una Ferrari Mundial guidata da Enzo - ma il modello è degli Anni Ottanta, e Ferruccio si ritirò nel 1973 - orchestrata dal regista in modo che nessuno dei due (volutamente?) superi davvero l'altro. Gara inventata a parte, il terzo atto è quello più intimo, e si concentra su un Ferruccio Lamborghini invecchiato, alle prese con la sua pesante eredità e il suo impero automobilistico.
Lamborghini: Frank Grillo, Gabriel Byrne e Mira Sorvino in Italia per le riprese
Un film a cui manca l'iniezione
Continuando con i paragoni, Lamborghini - The Man Behind the Legend possiamo considerarlo un film da salone automobilistico: un prodotto tirato a lucido, la cera che risplende e il contachilometri prontamente oscurato. Intorno, un alone romantico dell'Italia del boom economico, sicuramente più efficace e convincente per un pubblico straniero, che troverà nell'opera un formato vaporoso e confortevole. Se Frank Grillo ce la mette tutta e Maresco lavora con quello che ha - la fotografia di Gianfilippo Corticelli e Blasco Guirato è elegante e raffinata -, il resto è lasciato inesorabilmente al flusso sorretto dalla figura di Lamborghini, alle sue fiammanti macchine e al suo retaggio globale.
Quasi con la marcia in folle, l'opera è scandita tanto dal rombo dei motori quanto dai dialoghi fragili e dall'atmosfera cotonata, che sembra non aver l'iniezione adatta per sorreggersi in modo coeso, umano e fluido. Alla fine, resta la sensazione che Lamborghini sia un'interessante assemblaggio di ottimi professionisti in un progetto che dà la priorità al raggiungimento del risultato, senza badare troppo alla sostanza, considerando i cambiamenti produttivi che ha affrontato (i protagonisti sarebbero dovuti essere Antonio Banderas ed Alec Baldwin). Probabilmente più adatto ad un pubblico neofita che agli appassionati del Toro di Sant'Agata Bolognese.
Conclusioni
Come già scritto nella nostra recensione di Lamborghini, il film di Bobby Moresco è una cartolina d'epoca che gira attorno alla figura mitica di Ferruccio, raccontando la sua epopea in tre atti. Poca sostanza e benzina in riserva, al netto dei buoni elementi (Frank Grillo e la fotografia), in un biopic che (forse) verrà apprezzato di più da chi non conosce il mondo Lamborghini.
Perché ci piace
- Frank Grillo.
- La fotografia.
Cosa non va
- La sfida con Ferrari mai troppo approfondita.
- Vaporoso e cotonato.
- Una cartolina d'epoca che non bada molto alla sostanza.