L’amante dell’astronauta, la recensione: una rom com queer

L'amante dell'astronauta, una commedia degli equivoci sull'amore a prescindere dal genere, portando il cinema di Marco Berger per la prima volta in Italia.

Javier Oran e Lautaro Bettoni in una scena del film L'amante dell'astronauta

Una commedia degli equivoci sul valore dell'amicizia e dell'amore indipendentemente dal genere. Ne L'amante dell'astronauta l'argentino Marco Berger si concede il racconto della lunga estate calda di due amici d'infanzia, "una storia spudoratamente felice" come lui stesso la definisce, e che non si allontana dai temi ormai cari al regista. Ancora una volta protagonista è l'amore omosessuale, che Berger ha già avuto modo di esplorare in tutte le sue sfumature nei film precedenti indugiando sui corpi nudi che si sfiorano, si mostrano o si sottraggono allo sguardo altrui.

L Amante Dell Astronauta Una Foto Del Film
Pedro e Maxi in una scena del film

Da Plan B (che nel 2011 al Festival di Berlino conquista un Teddy Awards come miglior film a tematica LGBT) a Ausente, da Taekwondo a Un Rubio sembrerebbe di assistere a un unico racconto di amicizia maschile, pulsioni, desideri e relazioni amorose. Sullo sfondo quasi sempre Buenos Aires, la sua gioventù all'apparenza libera e disinibita come succede in Los Agitadores o Taekwondo, ma spesso sessista e prigioniera di rigide convenzioni sociali.

Sovvertire i canoni della rappresentazione maschile

L Amante Dell Astronauta Un Momento Del Film
I due attori protagonisti in una scena di L'amante dell'astronauta

L'amante dell'astronauta è il primo film di Marco Berger a essere distribuito in Italia, merito di un distributore indipendente come Circuito Cinema che nel nostro paese potrebbe diventare la sua casa d'adozione. Così anche il pubblico italiano potrà conoscere la cinematografia di un autore diventato ormai di culto in patria attraverso un cinema che, senza scadere nel pruriginoso riesce a mettere a nudo (non solo in senso metaforico) un modello di maschile capace di sovvertire i canoni della virilità a tutti i costi: il mondo del maschio latino cede il passo a un microcosmo fluido, abitato da corpi che non hanno paura di toccarsi e cedere ad abbracci, giochi di sguardi e amori passeggeri. E l'amore, si sa, spesso è un gioco pericoloso. Succede così che durante un'estate al mare, in un'imprecisata località costiera dell'Argentina, due ragazzi quasi trentenni si rincontrino anni dopo essersi conosciuti ancora bambini; trascorreranno le vacanze insieme ad un gruppo di amici comuni a casa del cugino di uno dei due. Si chiamano Pedro (Javier Orán)e Maxi (Lautaro Bettoni), il primo dichiaratamente gay, il secondo etero e single da quando è finita la storia con Sabrina.

Tra i due inizia un rapporto di sincera amicizia, fatto di feste, sbornie notturne, scherzi, complicità e sapore di sale: sullo sfondo di un'estate che si porta dietro il desiderio di libertà, le pulsioni inaspettate e la pigrizia di lunghe giornate afose Pedro e Maxi diventano sempre più intimi. Quando per far ingelosire l'ex di Maxi cominciano a fare finta di essere fidanzati, la situazione cambia: gli altri ci cascano e ben presto anche loro. Il desiderio e l'attrazione irresistibile li porterà in un territorio inesplorato dove ogni convinzione è destinata a crollare.

Estranei: storia d'amore e di fantasmi in un grande melodramma queer

L'amante dell'astronauta: tra umorismo e desiderio

Una rom com queer dove le categorizzazioni sbiadiscono e i confini netti fanno spazio a un viaggio marziano, che porta i due protagonisti su un pianeta dove l'amore è semplicemente amore e segue regole che sfuggono agli schemi del pensiero borghese. "Se fossi un astronauta non diresti che non lo sembro", risponde Pedro all'amico Maxi quando gli dice che "comunque non sembra gay".

L Amante Dell Astronauta Un Immagine
Javier Orán e Lautaro Bettoni nella scena della festa nel film L''amante dell'astronauta

È la frase manifesto di un film che per tutta la sua durata si accompagnerà alla metafora spaziale evocata dal titolo con tanto di lessico specifico a fare da richiamo: "super razzo", "multiverso", "marziano", "razzo", "super razzo". In un crescendo di provocazioni, allusioni e vere e proprie schermaglie amorose Pedro e Maxi si riconoscono, si piacciono e si cercano, fino a non poter fare a meno l'uno dell'altro. Al centro dell'inquadratura i loro corpi su cui Marco Berger indugia senza timore: tutto passa ancora una volta attraverso la corporeità, dettagli di gambe, bocche, occhi che sorridono, mani che si sfiorano.

L Amante Dell Astronauta Una Scena Del Film
Lautaro Bettoni in una scena del film

Il vero protagonista è il corpo, i suoi tremori, la tensione erotica, , anche se rispetto ai film precedenti si mostra ben poco per lasciare invece più spazio alle parole, fiumi di parole che evocano e portano lo spettatore sul confine sottilissimo tra la scoperta del desiderio e la paura di rimanerci invischiati. È un racconto semplice, leggero, malinconico, che ha il sapore di sonnacchiose giornate estive, di vecchie case al mare senza Wi-Fi e di dvd da restituire nell'unica videoteca del paese: per Borg è l'espediente giusto per citare il cinema a cui è più legato, disseminando nei discorsi di Pedro e Maxi titoli di film come Duri a morire, Big, True romance, Man on the moon, Una vita al massimo, 2001 - Odissea nello spazio. Ma L'amante dell'astronauta non è solo un film citazionista e nostalgico, è anche e soprattutto un inno alla libertà d'amare chiunque e nei modi più disparati.

Conclusioni

La recensione de L’amante de l’astronauta si conclude con un unico consiglio: concedetevi il tempo di questo film, una rom com dove l’amore è semplicemente amore indipendentemente dal genere. Una commedia degli equivoci in cui umorismo, metafore “spaziali”, allusioni e doppi sensi accompagnano l’attrazione crescente tra due vecchi amici che si ritrovano a trascorrere insieme l’estate insieme a un gruppo di amici. Il regista è Marco Berger, che ancora una volta esplora l’amore omosessuale in tutte le sue sfaccettature: dalla scoperta del desiderio alla paure di accettarlo, dagli aspetti più teneri a quelli più erotici. E non esista a indugiare senza timore sui corpi nudi che si sfiorano, si mostrano o si sottraggono allo sguardo altrui. Un modello di maschile che sovverte quello dominato dal machismo e dalla virilità a tutti i costi, ma soprattutto un inno all’amore libero dagli schemi delle convenzioni borghesi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Un racconto semplice, leggero e malinconico.
  • L’atmosfera dettata dalla scelta della stagione in cui ambientare il film: l’estate che è insieme desiderio di scoperta e malinconia per quello che si lascerà alle spalle.
  • Il cinema di Marco Bergerer che rimane ancora una volta fedele a se stesso riproponendo una storia di amore omosessuale, esplorato attraverso la nudità dei corpi, la scoperta dell’attrazione, la tensione erotica e la paura di restarci invischiati

Cosa non va

  • La ripetitività e la verbosità dei dialoghi potrebbe far desistere lo spettatore meno paziente.