L'alluvione, la recensione: una favola buia e dimenticata

La recensione de L'alluvione: la serie Netflix polacca, diretta da Anna Kępińska, racconta "l'alluvione millenaria" che colpì nel 1997 la Polonia e parte della Repubblica Ceca e Germania. Documentaristica ma fin troppo incline alla finzione.

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L'alluvione: una scena della serie Netflix

L'alluvione (in lingua originale Wielka Woda) è il nuovo progetto televisivo polacco targato Netflix, che, riprendendo in parte a livello tematico e strutturale quanto fatto dall'acclamata Chernobyl di HBO, racconta un'altra tragedia, molto meno conosciuta. Nel luglio del 1997, un'idrologa (Agnieszka Żulewska), analizzando dei dati, scopre che il fiume Oder, che circonda Breslava, in Polonia, sta per esondare con dei risultati catastrofici per la città e per i paesi limitrofi. Un team composto da scienziati, forze dell'ordine e un aspirante segretario comunale (Tomasz Schuchardt) cercheranno di gestire la situazione al meglio. La nostra recensione de L'alluvione, arrivata sulla piattaforma streaming sopracitata il 5 ottobre 2022, cerca di sottolineare quanto sia difficile inquadrare un racconto dal punto di vista realistico facendo attenzione agli elementi di finzione.

Cronaca di una tragedia dimenticata

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L'alluvione: una scena della serie Netflix

L'alluvione, composta da 6 episodi e creata da Anna Kępińska (Over the Limit, Pakt), è un'opera che, fin dall'inizio, dà molta importanza allo sviluppo cronologico degli avvenimenti, una scelta importante che tiene conto quindi del fondamentale contesto. Come fatto dalla già citata Chernobyl, anche questa serie più piccola e meno ambiziosa segue la strada del pluralismo dei punti di vista. Sicuramente una scommessa vincente che garantisce da un lato una caratterizzazione dei personaggi efficace, dall'altro dà la possibilità al pubblico di conoscere questa tragica storia da differenti prospettive. Se a tutti gli effetti la protagonista sembra essere l'idrologa Jaśmina Tremer, anche la dimensione politica espressa dal segretario Jakub Marczak e quella cittadina di Andrzej Rębacz (Ireneusz Czop), inaspettatamente a capo del suo piccolo villaggio, sono fondamentali per capire questa tragedia in modo più completo possibile. In particolare è interessante, a livello narrativo, quanto peso è stato attribuito al difficile ruolo del governo e alle sottili e complesse trame che tesse per salvare la reputazione e guadagnarci.

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L'alluvione: una scena della serie Netflix

D'altronde, come accaduto in altri contesti più vicini alla nostra sensibilità, è chiaro che alcune frange della politica e delle alte sfere trovano nelle catastrofi l'ennesima opportunità di guadagno. Ecco che quindi ogni tassello della storia, per quanto sia parte di un unico e grande racconto, ha anche la sua indipendenza e identità, ma alla fine riesce a convergere in una sola direzione: tutti i personaggi principali si incontrano ed arrivano all'unica soluzione possibile, la sopravvivenza. Questo, alla fine, è il tema che regge l'intera produzione, perché a conti fatti, nonostante i diversi interessi e motivi che spingono i vari personaggi della vicenda, quello che rimane è lo spirito di autoconservazione e il sentimento nazionale che esce fuori da una situazione così terribile. Non è un caso, infatti, che nelle ultime battute dell'episodio finale sia stata inserita una canzone degli Hey, gruppo rock polacco che all'epoca pubblicò Moja I Twoja Nadzieja (che si può tradurre con "La mia e la vostra speranza"), brano che unì il paese divenendo l'inno non ufficiale del popolo colpito.

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Il potere della finzione

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L'alluvione: una scena della serie Netflix

Registicamente parlando, L'alluvione, diretto in particolare da Jan Holoubek (25 years of Innocence, Pantano) e Bartłomiej Ignaciuk (Usta usta, Reguly gry) adotta un registro documentaristico per raccontare il terribile evento che colpì in particolare la Polonia, ma anche parte della Repubblica Ceca e della Germania. Una direzione che quindi cerca in tutti i modi di ricalcare la verità storica, come testimonia tra l'altro l'attenzione per il background di riferimento e la scelta, voluta, di adottare un filtro fotografico sgranato che richiama una collocazione temporale ben precisa, oramai appartenente al passato. Detto questo, per quanto la connessione con la realtà effettiva dei fatti sia perseguita dal punto di vista estetico, sul piano contenutistico è evidente che la finzione abbia preso un po' troppo il sopravvento. Ciò è palese in particolare nella costruzione delle storylines dei personaggi, dove il tema centrale dell'opera in alcuni casi diventa secondario rispetto alla rappresentazione di elementi più legati alla sfera affettiva e romance dei comprimari.

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L'alluvione: una scena della serie Netflix

Se quindi il rapporto tra Andrzej e il suo vecchio padre ha un legame profondo con la cultura polacca e la terribile esondazione avvenuta, lo scontro/incontro tra Jacub e Jaśmina, che hanno avuto in passato una relazione, non è per nulla importante per lo sviluppo del racconto, apparendo fuori luogo. Sempre dal punto di vista tematico, inoltre, è ravvisabile anche poca attenzione sul post alluvione, con una storia che si concentra prevalentemente sul raccontare gli eventi che precedono la tragedia e la tragedia stessa, senza però ragionare sulle conseguenze e gli effetti devastanti sui paesi colpiti. Una timida e rapida didascalia finale riassume in breve quanto avvenuto, quando in realtà era probabilmente necessario uno spazio decisamente maggiore per descrivere tali importanti implicazioni. C'è anche una piccola negativa anche sul piano temporale: il ritmo de L'alluvione, infatti, non è ben inquadrato, di conseguenza ci sono passaggi narrativi e registici che sono palesemente più rapidi di altri, con anche delle decelerazioni che rovinano in parte l'esperienza del pubblico. Gli spettatori, così, rischiano di confondersi non comprendendo la direzione scelta dagli autori per raccontare la trama.

Conclusioni

Una serie che, nonostante a livello estetico ricerchi il realismo raccontando una tragica esondazione avvenuta nel 1997 in Polonia, Germania e Repubblica Ceca, è fin troppo fagocitata dalla finzione che prende il sopravvento. Come abbiamo visto nella nostra recensione de L'alluvione, la storia è sapientemente raccontata da diverse prospettive con un focus specifico sulla dimensione politica della trama, ma dimentica totalmente l'importanza del post alluvione e della ripresa del paese. Dal punto di vista registico c'è una mira documentaristica evidente che viene in parte ostacolata da una modalità di raccontare gli eventi che è inconsistente.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • I diversi punti di vista della storia.
  • Il focus sulla dimensione politica.
  • Una regia di stampo documentaristico.

Cosa non va

  • La fiction fagocita la realtà.
  • Poco approfondimento del post alluvione.
  • Modalità del racconto non sempre chiara.