Non c'è due senza tre. E se il regista di Poli opposti e Al posto tuo è riuscito, con la sua delicatezza di racconto, a conquistarsi una abbondante fetta di pubblico, sulla carta potrebbe dare verità al proverbio anche con questo La verità, vi spiego, sull'amore, tratto dal blog di Enrica Tesio, che è diventato un romanzo. Max Croci, classe 1968 e freschezza di un ventenne, ha presentato il suo nuovo film a Roma. Veicolato dalla nuova canzone di Arisa, Ho perso il mio amore, il film racconta le vicende molto fuori dall'ordinario di una coppia scoppiata, interpretata da Ambra Angiolini e Massimo Poggio, insieme a tutto un corollario di personaggi strani quanto riconoscibili nella vita di tutti noi.
Noi Max Croci lo abbiamo intervistato per chiedergli la spiegazione che tutti cercano da secoli. Poeti e filosofi, ma anche scienziati, si interrogano da sempre sullo strano sentimento che muove il mondo.
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La verità è che l'amore non è uno solo
Max, qual è dunque la verità sull'amore?
Non sono così presuntuoso, non posso raccontare davvero la Verità sull'amore. Se non che, come si dice nel film, ci sono diverse verità sull'amore. Esistono diversi tipi d'amore.
A un certo punto nel film sembra che ci sia un happy end, ma poi...
L'intento era raccontare qualcosa di non banale: nella vita le coppie si lasciano. L'importante è far finire le storie "bene".
Più che l'amore in una coppia, nel film parli di coppie che si separano. E di come i figli affrontano questa separazione. Il tema è molto attuale.
L'amore non è eterno, è qualcosa che accade. E quindi può finire, le coppie si possono separare. L'importante è gestire al meglio la separazione, soprattutto quando ci sono dei figli. Mi sembrava interessante raccontarlo al modo di Enrica Tesio. Ho voluto porre grande attenzione al rapporto genitori-figli, sia dal punto di vista femminile che di quello maschile.
Il film non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il blog di Enrica.
Non volevo tradire le aspettative per i fan del blog di Enrica, volevo trovare una chiave per portare quel testo al cinema.
La cosa più ovvia da fare era far parlare la protagonista con il pubblico, proprio come fa una blogger con i suoi lettori. Abbiamo Ambra, cioè Dora, che parla direttamente al pubblico, aprendo delle finestre. Racconta attraverso il suo filtro le mamme, l'amica e tutto quello che le sta accadendo.
L'utilizzo della macchina a mano sembra molto funzionale...
La macchina a mano serve moltissimo a raccontare lo stato d'animo di una donna che in quel momento è un po' instabile.
I Gremlins... Sono nel film e adesso hai addosso una maglietta con Ciuffo Bianco. Devi dirci qualcosa.
In realtà nel romanzo erano I Goonies, non i Gremlins. Due grandi icone cinematografiche degli anni Ottanta. Nel film però ci serviva qualcosa di visivo, proprio un pupazzetto. Quindi abbiamo pensato subito ai Gremlins che è stato un cult. Io non ero proprio così piccolo, ma ero fan del film e di tutto quel mondo.
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Donne, donne, donne... Un omaggio dichiarato
Come mai la scelta di Ambra Angiolini e Carolina Crescentini come protagoniste femminili? Come ti sei trovato a lavorare con loro?
Mi sono trovato benissimo, con Ambra abbiamo fatto anche diversi cortometraggi insieme. Appena abbiamo iniziato a parlare del film, ho pensato immediatamente ad Ambra. Carolina è un'attrice che seguo e che stimo da sempre. L'avevo inseguita anni fa per fare un cortometraggio, poi non siamo mai riusciti a incrociarci con i vari impegni. Finalmente ho lavorato con lei e mi sono trovato magnificamente. È davvero una fuoriclasse.
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In questo film ci sono tanti tipi di donne, ma anche tanti tipi di mamme. Le mamme poi vengono anche classificate in modo divertente...
L'universo femminile mi ha sempre affascinato e incuriosito. Mi è sempre piaciuto raccontare diverse tipologie di donne e l'ho fatto anche con i cortometraggi precedenti. Questa era un'occasione ottima per raccontare un po' alcune tipologie di donne.
E poi descrivi donne di tutte le età.
Sono pazzo per le due nonne, al punto che vorrei fare uno spin off con loro due. Una sorta di Thelma e Louise un po' agé!
Senza trascurare i maschietti...
Certo, perché comunque anche per loro la voglia era quella di non raccontarli con l'archetipo del compagno cattivo ed egoista che abbandona la compagna e i figli, ma di raccontare il tutto anche dal loro punto di vista. Poi ci sono anche diversi uomini che ruotano intorno alla storia e sono descritti con uno sguardo divertente. Su loro e sulle donne mi sono divertito molto.
Il film però è dedicato proprio al genere femminile, giusto?
Ho voluto dedicare questo film proprio alle donne che devono combattere tutto il giorno, che accudiscono i figli, che si devono dedicare alla carriera, alla casa, devono combattere. Sono veramente delle eroine. Poi io sono stato cresciuto da una donna speciale come questa: mia madre è rimasta vedova giovanissima ed io sono cresciuto con lei e mia nonna. Ho un modello di riferimento piuttosto chiaro.
Quindi sulle donne, sugli uomini, sull'amore... sei riuscito a chiudere qualche cerchio?
Spero di averlo fatto, qualche cerchietto si è chiuso.
E la tua verità sull'amore?
La sto ancora cercando.
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