Occhi grandi, che guardano tutto con attenzione: Leon de la Vallée è nato nel 2001 ma è molto più maturo e consapevole di tanti che hanno il doppio dei suoi anni. Questo è il suo momento: è appena uscito l'album di esordio C'era una volta, che firma con il nome d'arte di Leon Faun, e il film con cui esordisce come attore, La terra dei figli, è in sala dal primo luglio.
La pellicola diretta da Claudio Cupellini, presentata in anteprima al 67esimo Taormina Film Festival, è ispirata al graphic novel di Gipi. Girato nel 2019 tra il Delta del Po e la laguna vicino Chioggia, il film è ambientato in un imprecisato futuro in cui l'umanità è diventata dura e selvaggia. Leon de la Vallée ha il ruolo di Il Figlio, ragazzo che non sa leggere e ha imparato a non mostrare sentimenti.
Nonostante tutto vuole però sapere cosa abbia scritto Il Padre (Paolo Pierobon) sul suo quaderno e va alla ricerca di qualcuno che sia in grado di leggerglielo. Nel cast anche Maria Roveran, Valeria Golino e Valerio Mastandrea. Abbiamo incontrato l'attore proprio a Taormina, dove ha ricevuto la notizia che il brano "Oh cacchio" è diventato disco d'oro e ci ha detto che il cinema ha sempre fatto parte della sua vita, anche prima della musica: il nome d'arte Leon Faun viene infatti da una saga fantasy che gli ha fatto amare il grande schermo.
La video intervista a Leon de la Vallée
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Leon de la Vallée è Il Figlio
Hai detto che sapevi in cuor tuo che prima o poi avresti fatto un film come questo: quanto è stato bello farlo davvero?
Molto. È stato un onore, sono felice di aver preso parte a tutto ciò. Sapevo con certezza no, però fin da bambino avevo il sogno di fare un progetto simile e alla fine è successo.
Giochi ai videogiochi? Ti sei un po' ispirato a The Last of Us per questo ruolo?
Assolutamente: The Last of Us mi ha ispirato tanto, è molto cinematografico. Ho sempre giocato: mi piace God of War, è un gioco molto bello, la trama mi piace perché sono fan della mitologia greca.
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Come è stato fare tutte quelle scene d'azione?
Per me è stata una bellissima sfida perché più volte hanno cercato di darmi una controfigura, ma ogni volta ho rifiutato. Ho cercato di fare tutto il possibile, io in primis.
Il film è ambientato in un futuro incerto, ma certe cose sembrano parlare del mondo di oggi: la perdita della capacità di leggere, le donne in gabbia. Sentivi che, anche se un film di intrattenimento, stavate dicendo delle cose importanti?
Assolutamente, c'è molto sottotesto, ci sono diversi messaggi importanti. Soprattutto la speranza, la rinascita, la voglia di non lasciarsi abbandonare alla fine. Per me è molto importante che questo messaggio si diffonda, soprattutto legandosi alla ripartenza dell'arte in generale. I concerti, il cinema. Sono contento che questo progetto apra un po' le porte a questo nuovo capitolo.
Leon de la Vallée: la musica, la sala e Le Cronache di Narnia
Visto che sei così giovane forse sei più abituato allo streaming rispetto ad altri: la sala cinematografica ti è mancata in questo anno?
Andavo in sala una volta a settimana. Molto spesso mi capitava la domenica mattina: andavo alle 11 all'UCI Cinemas di Parco Leonardo, il cinema dove sono cresciuto, a quell'ora non c'era nessuno. Nessuno che parlava, nessuno che mangiava pop corn o chiamava al telefono. È stata da sempre di fondamentale importanza per me la sala. Lo streaming, per quanto possa essere comodo, non darà mai quello che ti può dare il grande schermo.
Nel film non c'è molta musica. Però la musica fa parte della tua vita: hai fatto una playlist per prepararti a questo ruolo?
In realtà non ho ascoltato canzoni, ma molte colonne sonore. Un sacco di colonne sonore di film distopici e di avventura, per entrare nel personaggio e intanto provavo le scene. A casa leggevo il copione mentre ascoltavo la musica per entrare nella storia. È una cosa che faccio spesso.
Visto che ami l'avventura, quali sono le saghe con cui sei cresciuto e ti hanno fatto innamorare del cinema?
Una saga che mi ha sempre colpito è Harry Potter. Mi ricordo che mi colpì molto Le cronache di Narnia: è stato uno dei primi film grazie a cui mi sono appassionato al cinema, mi ha segnato particolarmente. Da lì ho preso anche il mio nome artistico quando faccio musica: Faun, il fauno, ovvero il signor Tumnus, che è un personaggio del film ed è una citazione alla saga.
Dato che andavi tutte le domeniche mattine al cinema di Parco Leonardo, che effetto ti farà vederti su quel grande schermo?
Bellissimo. È stato un onore, un piacere e un sogno vedere il film su uno schermo importante come quello di Taormina. È un sogno che si avvera, veramente.