Recensione Giovani Aquile - Flyboys (2006)

Annunciato come anello di rottura negli schemi obsoleti dei film di guerra, anche in questo caso il film di Tony Bill disattende le aspettative, ripercorrendo le tappe classiche di queste pellicole.

La storia fre le nuvole

  1. Prima dell'entrata degli Stati Uniti nella Grande Guerra, alcuni giovani americani partono volontari per arruolarsi tra le fila francesi, nella squadriglia volante Lafayette. Le storie di questi giovani temerari s'intrecciano fra i cieli d'Europa, alla ricerca di un nemico da sconfiggere e di ideali da servire. Fra questi, Rawlings, cowboy in cerca di un avvenire migliore; imparerà le atrocità della guerra e l'autenticità dei sentimenti, attraverso un duro percorso di crescita personale.

Incentrato sulle vicende umane dei piloti, ma con una particolare attenzione alla ricostruzione storica delle battaglie aeree, Giovani aquile - Flyboys è presentato dalla Electric Entertainment in associazione con Skydance Productions e Ingenious Film Partners, per la regia di Tony Bill. Ex-attore, ora produttore e regista di grande professionalità, Bill ha realizzato questo progetto con la collaborazione di Dean Devlin, produttore di alcune fra le pellicole di maggior successo degli ultimi dieci anni, fra le quali Independence Day e Stargate. Per questo film si sono avvalsi di alcune fra le società più potenti in termini di effetti speciali e della nuova tecnologia Genesis, affidata ad una cinepresa che ha consentito la realizzazione in HD di immagini realistiche quanto quelle in pellicola, ma senza limiti di libertà di movimento né di spazio. Supportate da questo potente mezzo, le riprese hanno consentito di girare sequenze finora inimmaginabili, celebrando un periodo storico poco battuto ed affrontando temi di classico interesse. Onore, amicizia, amore sono solo alcuni degli argomenti sperimentati dai personaggi che, muovendosi in uno scenario di guerra, si imbattono in esperienze umane che li segnano in maniera indelebile.
Le spettacolari scene di volo, quasi interamente realizzate con riprese dal vivo di aerei d'epoca, hanno il merito di travolgere lo spettatore, trascinandolo in un'avventura lunga oltre due ore, mantenendone viva l'attenzione. Ciò che l'alto impatto emotivo dei voli non riesce a trasmettere, è il realismo di una pellicola che rimane un fumettone con molte pretese e poco spessore.

Ispirato alle vicende della Squadriglia Lafayette, il film è a tratti tanto esagerato che pur basato su una solida documentazione, pecca di attendibilità, partendo dagli atterraggi in notturna a motore spento, fino ad arrivare al leone tenuto come mascotte nel campo. Il sapore di già visto o di enfatizzato, pervade ogni sequenza rischiando di infangare così la memoria di eroi realmente esistiti. Annunciato come anello di rottura negli schemi obsoleti dei film di guerra, anche in questo caso Flyboys disattende le aspettative, ripercorrendo le tappe classiche di queste pellicole: l'addestramento delle reclute, i primi combattimenti, la maturazione dei protagonisti temprati dall'orrore e l'avvicendamento fra l'eroe e il suo delfino. Ogni elemento intuibile e personaggio scontato: il timido campagnolo, il ragazzo ricco disprezzato dal padre, il lupo solitario e l'ingenuo idealista, tutti uniti dall'idea di una guerra giusta. Le commoventi dimostrazioni d'amicizia e la candida storia d'amore sono forzature melense di un'atmosfera a tratti idilliaca che stona coi toni crudi del fronte tanto quanto le divise stirate e le sciarpe immacolate.
Giovani avieri, belli come il sole e per lo più valorosi; per ognuno di loro c'è il momento del riscatto e per quelli che moriranno in combattimento, anche l'onore di un gesto eroico. Peripezie ai limiti del possibile che strappano autenticità ad un pezzo di storia nel tentativo di glorificare una guerra, ingiusta come tutte le altre

Fra i protagonisti, spicca la stella James Franco che incarna perfettamente lo spaccone americano. Pilota perfetto, generoso e tenero nonostante un passato doloroso, ma sempre pronto a battersi per i compagni e vendicare ogni infamia; è l'eroe romantico dallo sguardo truce che pur trasgredendo ai regolamenti è premiato dalla stima del gruppo e con la medaglia al merito. Un superuomo fra le nuvole, capace di portare a termine anche la missione più impossibile. Basta il suo personaggio per far vacillare l'affidabilità della ricostruzione storica curata nei minimi dettagli.
Nel ruolo del Capitano Thenault è Jean Reno, perfetta incarnazione dell'ufficiale francese ma che perde smalto in corso d'opera relegandosi quasi al ruolo di macchietta.
Bella anzi, bellissima, l'esordiente Jennifer Decker nel ruolo di Lucienne; un po' Juliette Lewis, un po' Mena Suvari, illumina lo schermo con un'aura di favola.

Un po' deludente questa mega-produzione che ha dalla sua un'ottima tecnologia ed una realizzazione tecnica eccellenti.