I figli del prete
Vinko Bresan è conosciuto a buon diritto come l'uomo dei record del cinema croato: questo Padre vostro è il secondo incasso più alto nella storia del cinema prodotto in Croazia, subito dietro al suo film precedente che era anche la sua opera prima, il lungometraggio low budget How the war started on my island, dove inquadrava in chiave umoristica e dissacrante le guerre jugoslave, capace di battere anche Independence Day e diventare il più grande incasso assoluto in Croazia negli ultimi venti anno dietro solo a Titanic. The Priest's Children arriva in Italia distribuito da Officine Ubu, sempre attenta alla promozione di nuovi talenti e alla realizzazione di opere innovative e di qualità, tra l'altro con un titolo italiano una volta tanto azzeccato, dopo la nomination come Miglior Commedia allo European Film Award, la presentazione al Trieste Film Festival (premiato nella categoria Sorprese di Genere) e il riconoscimento come miglior lungometraggio al Film Festival Popoli e Religioni di Terni.Bassa natalità
Ancora una volta Brešan sceglie di mettere in scena un problema sociale attraverso i codici della commedia, affrontando un tema molto d'attualità in Croazia come quello del calo delle nascite, con una situazione allarmante di una diminuzione di 250 mila persone su una popolazione di 4 milioni, riportata dai media proprio pochi giorni prima dell'uscita film, che ha goduto quindi di un involontario quanto efficacissimo lancio pubblicitario. Nondimeno nello stesso periodo infuriava il confronto tra politica e chiesa per l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole. Per puntare i riflettori sulla questione ha scelto la la pièce teatrale dell'amico e drammaturgo Mate Matisic, che ha anche firmato la sceneggiatura, una storia in bilico tra commedia e dramma che racconta le peripezie del parroco di una piccola isola della Dalmazia impegnato nella sua personale battaglia per risolvere il problema della bassa natalità.
Sacerdoti, aghi e preservativi
Don Fabijan (Kresimir Mikic), appena arrivato nel piccolo borgo un'isola dalmata sperduta nel Mediterraneo, oltre che frustrato dalla popolarità del prete anziano don Jakov, adorato da tutti e punto di riferimento per l'intera e molto senile comunità, è soprattutto preoccupato per la bassa natalità del paese che preclude qualsiasi prospettiva di un ricambio generazionale. Dal momento che "anche il Papa è contro l'uso dei contraccettivi", decide di intervenire interpretando a modo suo il volere della Chiesa bucando di nascosto tutti i profilattici in vendita sull'isola eliminando così il problema "all'origine". Con la complicità dell'edicolante Peter, timorato di Dio che la moglie accusa di infanticidio in quanto venditore di preservativi, e del farmacista reazionario Martin, che scambia le pillole anticoncezionali con le vitamine, le nascite iniziano a fioccare, con conseguenze però imprevedibili: tra matrimoni forzati e l'invasione di turisti e giornalisti incuriositi dal miracolo dell'isola della fertilità, ben presto la situazione sfugge di mano al povero padre Fabijan, che tra bambini abbandonati e confessioni insospettabili si renderà conto, nonostante le buone intenzioni di aver perso il controllo e che non ci si può sostituire a Dio.
Tra commedia e dramma
Leggendo la sinossi del film si potrebbe pensare di trovarsi di fronte semplicemente ad una nuova bella sorpresa di riuscita commedia dall'ambientazione inconsueta, un nuovo caso di piccola e altra cinematografia emergente che ottiene ribalta grazie ad un prodotto intelligente ed ammiccante che mescola humor e folklore quel tanto che basta da ottenere visibilità e consensi spesso sproporzionati rispetto ai meriti. Padre Vostro è invece molto di più e sarebbe limitante e riduttivo descriverla come una commedia, visto che anche il testo teatrale già nasce come dramma: si tratta di un'opera graffiante, in cui il tono surreale e bizzaro tipico dell'umorismo balcanico, che a tratti ricorda inevitabilmente quello di Emir Kusturica, serve solo a stemperare in un gusto agrodolce dei risvolti inaspettatamente tragici. All'iniziale leggerezza si sostituisce man mano una realtà dura e dolente, sempre ben calibrata anche quando il tono cambia e la farsa assume i contorni del dramma, tra lo stupore e lo spiazzamento di chi guarda.
The dark side of the church
La galleria di personaggi grotteschi, la musica frenetica, i gustosissimi siparietti in cui prendono vita le visioni e le fantasie dei personaggi, creano un mondo e uno stile ben delineati e apprezzabilissimi anche dal punto vista visivo, ma l'irriverenza e l'umorismo nerissimo e politicamente scorretto servono soprattutto a portare alla luce, senza giudizi e soprattutto retorica o moralismi, aspetti bui e di difficile esplorazione del mondo clericale. Oltre agli accenni ai etnici e alle contraddizioni sociali e politiche ancora vive nella ex Jugoslavia****, nelle intenzioni del regista il film vuole essere una riflessione sui pericoli e le conseguenze di quando un uomo si mette in testa di voler fare Dio.
Ma il vero miracolo è la leggerezza con cui trasforma l'irriverenza in afflizione quando affronta, seppur con ironia, temi delicati quanto scabrosi, prendendo di petto in un paese ultra cattolico il lato oscuro della Chiesa, la sua obsolescenza nei confronti del mondo reale, l'anacronismo dei suoi dogmi e delle sue posizioni sull'omosessualità e gli anticoncezionali, l'intransigenza verso il segreto del confessionale, l'atrocità di una colpa inconfessabile come la pedofilia dei preti. Diverte, commuove e fa riflettere, con un bellissimo finale dove raggiunge un livello di poesia sorprendente e del tutto inatteso.Una riflessione sui pericoli e le conseguenze di quando un uomo si mette in testa di voler fare Dio
Conclusione
Capace di trasformare con leggerezza l'irriverenza in afflizione e la commedia in dramma, diverte e commuove prendendo di petto senza remore temi scabrosi e delicati.
Movieplayer.it
3.5/5