La pazza dell'albero e altri racconti
Frutto dell'unione di quattro storie dalle origini differenti (un breve libro di successo dal titolo "Velluto", episodi della giovinezza del regista ed un sogno dello stesso), The sun also rises è senza dubbio una delle meraviglie di questa Mostra del Cinema. Ma la bellezza e la folgorante vitalità di questo film non sorprende poi molto se si considera il nome del suo creatore. Anche se in pochi (viva l'Italia come sempre), qualcuno avrà atteso certamente con ansia il ritorno dietro la macchina da presa di Jiang Wen, più noto come attore che come regista (ricordiamo tra i più noti Keep Cool di Zhang Yimou), a ormai sette anni di distanza da Devils on the Doorstep. Una lunga genesi, durata oltre tre anni, ha però dato vita ad un'opera di straordinaria intensità, commovente e divertente al tempo stesso in cui il regista riflette sull'importanza dell'amore e dei ricordi.
Ai quattro cardini del film una madre vedova (e pazza secondo la gente del villaggio) e suo figlio; un triangolo amoroso e gli equivoci scatenati dalla presunta presenza di un molestatore in un campus universitario; la scoperta dell'io e della sessualità attraverso il velluto di un ventre femminile ed infine il deserto dei Gobi dove, guidati all'incantevole tocco di Wen (sono decisamente da sottolineare il suo straordinario gusto estetico, dominato dalla più totale freschezza e ariosità narrativa, oltre al il divertentissimo quanto movimentato montaggio), i quattro racconti finiranno per incontrarsi e scontrarsi.
Il gioco cinema la fa da padrone in questo lavoro dove ogni componente tecnica e scenica esalta e valorizza i contenuti del racconto. Come afferma lo stesso regista è quasi impossibile leggere ed interpretare questo film , dove l'immagine domina irrimediabilmente sulla parola. Si scontrano di fatto l'inafferrabilità della trama, fatta della materia impalpabile e sfocata dei sogni e della memoria, con la nettezza delle immagini caricate di colori e materia. Si scontrano i personaggi con l'imprevedibilità e la velocità della vita, con l'amore e la solitudine. E con la follia ovviamente, quella sensazione scardinamento delle presunte convenzionalità di chi si ritiene normale di fronte al diverso da una parte, e dall'altra un drammatico atteggiamento di difesa verso l'esterno. La pazzia è nulla più che un riflesso in fin dei conti, e di riflessi imprevedibili è fatto questo film. Conseguenze di azioni e sentimenti come la volontà di reagire alle circostanze per avvicinarsi e difendere chi si ama. Un riflesso è il film tutto dei ricordi e l'abbagliante creatività di Jiang Wen.