La notte arriva sempre, recensione: il film con Vanessa Kirby è il sintomo di un'America sbriciolata

One-woman show per l'attrice, al centro di un ottimo titolo arrivato su Netflix in cui la resistenza diventa sopravvivenza. Dirige Benjamin Caron.

Vanessa Kirby nell'artwork di La notte arriva sempre

All'improvviso, il colpo di fulmine. Nel colorato marasma dei cataloghi streaming (soprattutto in quello di Netflix), ogni tanto, arriva una piacevole eccezione capace di meritare il nostro interesse e, soprattutto, la nostra attenzione. Come nel caso de La notte arriva sempre, diretto da Benjamin Caron e scritto da Sarah Conradt. Certo, dietro il film - quasi due ore senza batter ciglio, dritte e spietate - c'è un ottimo materiale di partenza, ovvero il romanzo omonimo (Night Always Comes) di Willy Vlautin.

Vanessa Kirby Night Always Comes
Vanessa Kirby è Lynette

Una digressione, quella di Vlautin prima e quella di Caron dopo, che illumina l'America post-Covid nel segno dell'acronimo MAGA; un paese segnato da una profonda e dilagante crisi. Un contesto umano e geografico asciugato e quindi continuo rispetto alla storia raccontata, nel quale la narrazione si muove seguendo la traccia della disperazione di una protagonista a regola d'arte.

La notte arriva sempre: one-woman show di Vanessa Kirby

La Notte Arriva Sempre Jennifer Jason Leigh
La notte arriva sempre: Jennifer Jason Leigh in una foto

Sì perché la trama di La notte arriva sempre è tanto stringata quanto efficace: Lynette (Vanessa Kirby, che dimostra di essere un'attrice molto più calda di quanto erroneamente si pensi) ha una manciata di ore per versare la caparra per l'acquisto della casa - oppure cala la tagliola dello sfratto - in cui vive con la madre Doreen (Jennifer Jason Leigh) e con Kenny (Zack Gottsagen, che finalmente ritroviamo dopo Peanut Butter Falcon), il fratello affetto da sindrome di down. I soldi, venticinque mila dollari, ci sarebbero pure stati, se Doreen non li avesse spesi per acquistare un'automobile. Lynette, che prova a darsi da fare tra piccoli lavoretti e qualche prestazione sessuale, ha davanti a sé una notte per trovare la cifra richiesta, addentrandosi in una Portland sull'orlo dell'esplosione.

Il sintomo di un'America malata

"Il 90% degli americani non può pagare 1000 dollari in spese di emergenza", si sente gracchiare alla radio, nella prima sequenza. Le immagini di Benjamin Caron, che ben si legano alla fotografia di Yan Miles e alla musica di Adam Janota Bzowski, indugiano su quei poveri ammucchiati sui marciapiedi e nei parcheggi, mentre la radio insiste su quanto oggi "tutti potrebbero trovarsi sul lastrico". La notte arriva sempre inizia quindi con una carrellata sulla nuova pancia dell'America, risultando tristemente adatta ad un racconto in cui la resistenza diventa sopravvivenza.

La Notte Arriva Sempre Vanessa Kirby Zack Gottsagen
La notte arriva sempre: Vanessa Kirby e Zack Gottsagen

Una sopravvivenza, per quelli come Lynette, disposti a tutto pur di salvare la propria famiglia (con una domanda: e se la propria famiglia non vuole essere salvata?), che non può non dipendere dal denaro; moneta, merce di scambio, ossessione e bisogno effimero. Sono i dollari, stropicciati e sporchi, che indirizzano la sceneggiatura, in un domino dalle conseguenze tesissime e pericolose. A proposito: mica è facile tenere la tensione, eppure il ritmo non cala ma anzi si allarga, martella, spinge e sfiata. Di ora in ora, seguiamo Lynette in un vortice di personaggi spregevoli - ottimo il cast di contorno, da Julia Fox a Michael Kelly e Stephan James -, intanto che la notte - vera protagonista - non fa sconti, bruciando ogni barlume di speranza (forse potrebbe esserci un eccessivo accanimento verso la protagonista, risultando a tratti forzato).

La lettura è allora chiara: la notte del titolo, e la notte affrontata da Lynette - e che bello il contrasto con l'eterea e splendente Kirby -, altro non sono che la dimensione attuale di una società dalle fondamenta ormai sbriciolate, e sbilanciata verso un inesorabile caos. Tuttavia, La notte arriva sempre non vuol per forza essere un film socio-politico, né tantomeno un film di denuncia. Piuttosto, nel suo spirito metropolitano, vuol essere un'istantanea, una presa di posizione, nonché un sintomo di quanto gli Stati Uniti d'America abbiano, di fatto, giurato guerra ai poveri a cui non resta che "star via per un po'". Notevole.

Conclusioni

Grande prova di Vanessa Kirby per La notte arriva sempre di Benjamin Caron. Nell'America più disperata e povera, un segmento intimo in cui la sopravvivenza diventa esigenza narrativa portata al massimo; tensione emotiva, precisione, tecnica e linguaggio. Un ottimo film, sintomatico di quanto gli Stati Uniti siano un paese dalle fondamenta sbriciolate.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Vanessa Kirby, ottima.
  • Il finale.
  • L'andatura e la tensione.
  • Una buona regia.
  • Il contesto.

Cosa non va

  • Forse, la protagonista ne passa un po' troppe.