La Grazia, la recensione: Paolo Sorrentino e i dilemmi di un Presidente

Paolo Sorrentino torna a Venezia con La Grazia, per aprire l'edizione del 2025, e convince con il suo ritratto intimo e politico del protagonista interpretato da Toni Servillo.

Toni Servillo protagonista de La Grazia

Quattro anni fa Paolo Sorrentino era andato via da Venezia con un Gran Premio della Giuria per È stata la mano di Dio, ora torna al Lido con La Grazia e lo diciamo da subito: ci sono tutti i presupposti affinché possa ripetersi con un premio. Ovvio, parlare di premio dopo aver visto solo un film del concorso è insensato, ma la qualità dell'opera ci porta a sperare che possa andar via dalla Mostra con qualche riconoscimento che possa spingere (e magari anticipare) l'uscita fissata da PiperFilm per il 15 gennaio.

La Grazia Photo Credits Andrea Pirello Toni Servillo Foto
Il Presidente della Repubblica di Toni Servillo

Intanto quel che conta è il film, quello di cui vi possiamo parlare in anteprima dalla Mostra del Cinema di Venezia 2025 di cui è stato l'apertura. Un film di cui si sapeva poco fino a questa mattina e la prima proiezione alla stampa, ma che ci ha sorpresi e convinti. Azzardato parlare di miglior film di Paolo Sorrentino, come abbiamo sentito dire in giro, ma è certo che il film è un'opera riuscita, equilibrata, intima ma allo stesso tempo politica per come parla del suo protagonista e delle sfide che si trova ad affrontare.

Il presidente che vorremmo

La Grazia Photo Credits Andrea Pirello Toni Servillo Scena
Toni Servillo ne La Grazia

Figura centrale de La Grazia è il Presidente della Repubblica interpretato da Toni Servillo, giunto agli ultimi sei mesi del suo mandato e quindi in procinto di terminare la sua opera al servizio dei cittadini. Sei mesi in cui per lo più bisogna far passare il tempo, ma in cui c'è ancora spazio per alcune delicate sfide, sia di carattere personale che non: da una parte un disegno di legge sull'eutanasia da firmare, dall'altra la richiesta di grazia per due detenuti. Tre nodi da sciogliere, ognuno con le sue problematiche e i suoi aspetti delicati da tenere in considerazione.

Un padre, una figlia, un presente da capire

Non è solo Mariano De Santis nel portare avanti la sua missione e la sua personale visione del mondo, perché ha accanto una collaboratrice preparata e passionale come la figlia Dorotea.
Un incontro di approcci diversi, ma allo stesso tempo di grandissime prove interpretative: abbiamo visto un Toni Servillo quantomai in parte, magnifico nel suggerire emozioni e riflessioni del suo Presidente; lo accompagna una Anna Ferzetti straordinaria, probabilmente alla sua miglior prova.

La Grazia Toni Servill
La prima immagine diffusa del film

Il loro è un rapporto costruito su dialoghi, sguardi, anche silenzi dove necessario, in cui l'apertura e la visione del mondo della figlia riescono a influire sul pensiero del padre, e il suo graduale passaggio dall'ossessiva ricerca della verità all'accogliere la "bellezza del dubbio", una definizione che Sorrentino attribuisce alla grazia.

Non solo gli splendidi protagonisti

La Grazia Photo Credits Andrea Pirello Anna Ferzetti
Anna Ferzetti in una scena del film di Sorrentino

Se il cuore del film è il rapporto tra i due, attorno a loro gravitano una serie di personaggi che si fanno notare, anche laddove il tempo a disposizione è poco. Paolo Sorrentino ha sempre saputo pennellare personaggi secondari di assoluto livello, ma ne La Grazia si è superato con la dirompente e impagabile Coco Valori, a cui l'autore affida almeno una battuta che siamo sicuri entrerà nel novero delle citazioni cult del regista de La grande bellezza. Ed è sorprendente la sua interprete, Milvia Marigliano, che entra a far parte dell'Olimpo dei personaggi indimenticabili sorrentiniani.

La Grazia è la summa del cinema di Paolo Sorrentino

La presenza di questo tipo di personaggi è solo uno degli aspetti ricorrenti del cinema del regista partenopeo, di cui questo film finisce per essere una summa: l'uso dell'ironia, la cura inconfondibile dell'inquadratura, i dialoghi fulminanti ma allo stesso tempo profondi, un certo sguardo su Roma.

La Grazia Toni Servillo Paolo Sorrentino Set Foto
Un momento dal set del film

Dopo la partentesi napoletana di È stata la mano di dio e Parthenope, il regista torna infatti a Roma. Inevitabilmente, considerando il ruolo istituzionale del protagonista, lo sguardo torna a indagare la Città Eterna e ne trae un indubbio valore aggiunto, permettendole di accogliere in un intimo abbraccio i protagonisti. La Grazia è un film sui dilemmi, sul dubbio, e quindi sulle riflessioni che porta con sé e che suscita in noi spettatori. Quanto di più prezioso si possa vedere su grande schermo.

Conclusioni

Convince il nuovo lavoro di Paolo Sorrentino, che con La Grazia regala a Venezia 2025 un'ottima apertura. La settima collaborazione con Toni Servillo è di assoluto valore, con l'attore in gran forma e totalmente a fuoco, ma accanto a lui spicca anche una straordinaria Anna Ferzetti. La consueta ironia è presente e ben calibrata, concentrando i suoi colpi migliori per l'impagabile personaggio di Coco Valori, già nostro spirito guida qui al Lido. Un Paolo Sorrentino che può convincere anche i detrattori di Parthenope.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La scrittura, misurata, puntuale, con dialoghi brillanti e profondi.
  • La potenza inconfondibile della messa in scena di Sorrentino.
  • Toni Servillo, alla sua prova migliore degli ultimi tempi.
  • Anna Ferzetti, ottima sorpresa al suo fianco.
  • L'incredibile Coco Valori!

Cosa non va

  • Se proprio non amata il cinema di Sorrentino, è molto probabile che non sia questo il film che vi farà cambiare idea.