Che James Cameron e James Horner fossero una gran bella coppia lo avevamo capito sin dai tempi di Aliens - Scontro finale (1986). L'imprevedibile e stratosferico successo che baciò Titanic nel 1997 rafforzò tale convinzione, e oggi per l'attesissimo kolossal iper digitalizzato Avatar - per il quale il regista ha impiegato un decennio della propria vita per concretizzare le personali visioni di terre e personaggi immaginari - il duo si ricompone.
Mentre attendeva pazientemente lo sviluppo delle tecnologie più idonee da utilizzare, all'inizio del nuovo millennio il suo progetto principale divennero le due stagioni di Dark Angel, serie televisiva di fantascienza che negli Stati Uniti è diventata un cult, tanto che i fan più accesi ne reclamano da tempo una terza serie o un sequel cinematografico.
Per l'esperienza ultra sensoriale di Avatar, Cameron ha ritenuto opportuno sfruttare le sinergie oramai consolidate con James Horner, uno dei più celebri e premiati compositori della nostra epoca: due Oscar, due Golden Globe, tre Grammy e tre Satellite Awards nel suo palmares.
In un'epoca nella quale una band come gli Animal Collective cerca di rendere l'indie pop un affare afrocentrico, il risultato finale diventa anche un tantino trendy, musicalmente parlando.
Il problema è che, come in ogni colonna sonora di taglio orchestrale, gran parte delle tracce possono essere pienamente apprezzate soltanto con l'ausilio delle immagini, ed il mero ascolto del disco lascia spazio a più di qualche momento di inevitabile tediosità. Il risultato finale è comunque inappuntabile, ed Horner si muove con disinvoltura dalle atmosfere suadenti e rilassate di "Pure Spirits Of The Forest" e "Shutting Down Grace's Lab" alle ritmiche più sostenute di "Scorched Earth" e "Quaritch", fino alla chiusura epica e strutturata rappresentata dagli oltre undici minuti di "War", creando atmosfere che si sposano perfettamente con le esigenze narrative.
Dopo aver dato vita ai commenti sonori per film importanti quali Braveheart - cuore impavido, Apollo 13, Troy, A Beautiful Mind, Apocalypto e Casper (oltre a quelli già citati diretti da Cameron), James Horner aggiunge un altro tassello, che con tutta probabilità non sarà ricordato come il migliore della propria discografia.