Generazioni a confronto, un viaggio catartico, i sorrisi e qualche lacrima. Come nella grande tradizione della commedia italiana. Dopo diversi corti e diversi documentari (tra cui Come un padre su Carlo Mazzone), Alessio Di Cosimo debutta in un lungometraggio di finzione, rintracciando però i temi a lui cari: l'anzianità, l'empatia, la forza e il coraggio di cambiare. Ecco allora L'età giusta, disponibile su Paramount+, con protagoniste quattro irresistibile donne in età, per così dire, matura: Valeria Fabrizi, Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, Paola Pitagora. Insieme a loro, Alessandro Bertoncini e Iole Mazzone.
La storia? Quella di Alessandro che, cercando un posto nel mondo, accetta la proposta di sua nonna Francesca: intraprendere un viaggio con destinazione Assisi. Una sorta di confronto, una cura shock all'infelicità. Con loro, altre tre signore residenti nella casa di cura dove sono ospitate. Una fuga inaspettata, tra nuove scoperte e nuove consapevolezze. "Il primo corto che feci era girato in una casa di riposo, nel cast c'era Renato Scarpa. Quando si è piccoli si nasce senza corazze, le si indossano e poi piano piano ci togliamo i pesi, sentendoci più liberi", spiega il regista a Movieplayer.it. "La vita è un cerchio: bambini e anziani sono vicini, dicono e pensano quello che vogliono. Gli adulti hanno pregiudizi e preconcetti. Se arrivi alla saggezza di godere della vita, allora forse hai l'età giusta per apprezzare la libertà. L'età giusta, tra l'altro, parla di coraggio e di cambiamento: tutto nasce dal rapporto tra una nonna e suo nipote. Sono stato il mister di questa squadra, con queste ragazze che ne combinano di tutti i colori".
Un posto nel mondo: intervista alle protagoniste
Come detto, la grande forza emotiva, caratteriale e umoristica de L'età giusta arriva dall'alchimia tra Valeria Fabrizi, Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice e Paola Pitagora. "Mi sono divertita, ci conoscevamo tutte", racconta la Fabrizi durante uno spigliato e divertito incontro stampa "Abbiamo tutte caratteri diversi, e con affetto abbiamo lavorato. Un progetto bello e delizioso. Ci siamo lasciate andare". A tal proposito, Gigliola Cinquetti di che che "C'è voglia di divertirsi nel film perché per le protagoniste conta il presente. Si può andare leggeri senza eccesso di responsabilità verso sé stessi. La mente umana si perde davanti al peso delle scelte, è un concetto su cui si fanno anche degli esperimenti. Essere grandi, con salute, è una conquista. Ma se non hai autonomia, puoi comunque avere la voglia di vivere, e avere la giusta libertà. Bisogna poi vivere con dignità, che si accettino i propri limiti o non li si accettino. Il punto è scegliere la propria strada".
Se di scelte si parla, Paola Pitagora, confida che: "Mario Monicelli si è dovuto suicidare... Non abbiamo ancora una legge che consenta alle persone di andarsene alla fine della vita. Ecco, io non vorrei dipendere da nessuno, e uscire di scena con dignità". Il tema generazionale? È bello il confronto tra il personaggio di Alessandro Bertoncini e le quattro anziane protagoniste "Con Alessandro ho lavorato bene", prosegue Giuliana Lojodice "Per esempio, stavamo girando, e finita la scena, mi vedo Alessandro che mi piglia in braccio e mi abbraccia commosso. Ecco, questi sono anche i ragazzi di oggi, ovvero si commuovono nel vedere una donna completamente assente malata di Alzheimer".
Alla ricerca di un posto nel mondo: Iole Mazzone e Alessandro Bertoncini raccontano il film
Valeria Fabrizi, Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, Paola Pitagora sono una forza, ma ne L'età giusta è nevralgica la presenza di Alessandro Bertoncini che, nella nostra intervista, riflette sul periodo storico attuale, non propriamente facile "Sì, è un periodo faticoso. Ma cerco di impormi serenità e leggerezza. La vita bisogna saperla prendere anche alla leggera. Oggi siamo tutti arrabbiati, seri, fissati. Ed è insopportabile". E un viaggio, può cambiare prospettiva? "Il viaggio è un cambiamento, di base. Lo scopo del viaggio è il viaggio stesso, l'esperienza. E per partire bisogna fare una scelta, essere coraggiosi, affidandosi al senso e alla leggerezza di ciò che può accadere", continua l'attore.
Nel cast, come detto, anche Iole Mazzone, e un personaggio archetipo nella sua ricerca della serenità, lontana dal caos e più vicino alla semplicità: "Oggi è più facile mostrare odio che amore. E questo film va contro questa idea elogiando i rapporti, l'affetto e la gratitudine verso le persone che ci vogliono bene", rivela l'attrice. "Il mio personaggio per certi versi è concettuale: aiuta a riflettere sul cambiamento, abbracciando tutti, a qualsiasi età. Per dire, Giulia, nel film, torna alla terra, ed è un reset: riparte da dove proviene, ovvero la terra. Ha cercato tanti stimoli nel quale non si è riconosciuta, e presa dalla disillusione è ripartita da zero. Questo è coraggio: ritrovare se stessi lasciando tutto". Una scelta di vita che Alessandro Bertoncini conosce bene: "Sono nato in campagna, con mio nonno. Ha costruito la sua famiglia in un casale, dove si studiava, ci si incontrava. Sono fisicamente nato lì, e ci penso spesso: lasciare il caos e tornare in una dimensione umana. È un pensiero utopico che torna spesso".