L'amore molesto
Non bisogna distinguere tra film belli e brutti, ma tra film utili e inutili, sosteneva grosso modo Cesare Zavattini, facendo riferimento alla loro capacità di catturare l'essenza del reale. Di fronte a un lavoro come quello dell'esordiente regista campano Renato Giordano a lasciare perplessi non è tanto la discutibile resa estetica e cinematografica dell'opera, ma proprio l'assoluta incapacità nel maneggiare con la dovuta cautela e consapevolezza il delicatissimo tema della pedofilia. Un altro film italiano che di recente ha affrontato questo scomodo e problematico argomento - Animanera di Raffaele Verzillo - dimostrava almeno un sincero interesse nell'indagare il fenomeno con un minimo di serietà e scrupolo, ricorrendo alla consulenza di testi specialistici e di esperti nel settore, e sottoponendo ad assistenza psicologica anche il piccolo attore protagonista. Senza amore sembra invece, almeno in apparenza, non essere affatto scalfito da simili preoccupazioni.
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Non si dubita degli intenti sinceri che hanno spinto il regista a portare sullo schermo una storia che deve averlo sconvolto nel profondo, fino al punto da esporsi in primo piano recitando come attore e svolgendo anche all'interno del film una vera e propria funzione di "testimone". Ma tradurre i propositi iniziali, per quanto nobili possano essere, sottoforma di racconto e di immagini cinematografiche è purtroppo tutt'altra questione. Dal punto di vista dello sviluppo narrativo, lo spessore dei personaggi, e in particolare le dinamiche emotive e psicologiche che dovrebbero giustificare gesti così estremi (come la totale mancanza di affetto e protezione filiale da parte della madre) sono del tutto assenti. Al loro posto troviamo, invece, una folta schiera di stereotipi a tratteggiare sia la condizione della pedofilia, sia quella di un'omosessualità da cartolina (consumata quest'ultima, tra il mondo della danza e quello della prostituzione come vuole l'iconografia tradizionale).
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Il senso ultimo di un'opera cinematografica è sempre determinato dall'inestricabile unione tra forma e contenuto. Argomenti che necessitano di una trattazione seria e rigorosa devono essere sorretti da un'adeguata traduzione per immagini, improntata anch'essa sui caratteri di rispetto e moralità. Se questo non si verifica, ahimè, allora la questione cessa di porsi sul piano estetico: non si parla tanto di film belli o brutti ma - proprio come sosteneva Zavattini - di film utili e inutili. E, spiace dirlo, ma Senza amore non rientra nella prima categoria.