Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, la recensione: in viaggio con Po su Netflix

La recensione di Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, spin-off seriale di Netflix della popolare trilogia targata DreamWorks Animation.

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Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, una scena della serie

Con la recensione di Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, che debutta con una prima stagione (o prima parte?) di undici episodi, con altri presumibilmente già in arrivo (conoscendo il modello di Netflix per le serie animate), continuiamo a esplorare il sodalizio tra la piattaforma streaming e la DreamWorks Animation. Un sodalizio che ruota principalmente attorno allo sfruttamento di proprietà esistenti dello studio (Baby Boss, Re Julien, il Gatto con gli stivali, il cavallo Spirit), ma che ha anche generato qualche titolo originale di spessore (il ciclo di Arcadia creato da Guillermo del Toro). Qui siamo rigorosamente nel primo campo, con il ritorno in scena del simpatico panda Po, inattivo sullo schermo dal 2019, quando un'altra serie a lui dedicata era stata commissionata per Amazon Prime Video. N.B. La recensione, senza spoiler, si basa sulla visione in anteprima di tutti e undici gli episodi.

Alla ricerca del guanto perduto

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Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, una scena della serie

È passato un po' di tempo dagli eventi di Kung Fu Panda 3, e Po (doppiato nuovamente da Jack Black in inglese, dopo la parentesi di Mick Wingert nelle serie precedenti) è venerato da tutti come un grande campione. Ma Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone stravolge tutto, con il panda inavvertitamente coinvolto nella distruzione di un villaggio, a sua volta legata al furto di un guanto mistico. I due ladri sono delle faine inglesi, che intendono servirsi dell'oggetto per conquistare il loro paese d'origine, e per fermarli è stata mandata in missione Wandering Blade, membro di un ordine di cavalieri. Lei è estremamente scettica all'idea di allearsi con Po, dato che la sua reputazione leggendaria cozza con la sua goffaggine generale, ma presto si rende conto che trovandosi in terra straniera farebbe bene ad avvalersi del sostegno di qualcuno che conosce la zona. E così, inizia un lungo viaggio attraverso la Cina, non solo per recuperare il guanto ma anche per indagare su altri elementi che potrebbero far parte del piano diabolico delle faine.

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Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, una scena della serie

Il grande pregio della serie è appunto aver recuperato Black come protagonista (affiancato da James Hong nei panni del padre di Po), oltre a una cura dell'apparato estetico che rende il tutto visivamente coerente con la trilogia cinematografica, anche per quanto riguarda l'uso di stili diversi (come nei film, i flashback sono realizzati con tecniche tradizionali). Una formula efficace quanto basta per attirare un target più giovane, che si lascerà facilmente convincere dalla premessa/promessa di qualche ora di bingewatching - undici episodi di 24 minuti - in compagnia di uno dei più amati personaggi della DreamWorks Animation, come se non fosse passato così tanto tempo dalla conclusione delle sue avventure sul grande schermo. E non mancano le occasionali gag davvero ben pensate, come quella che prende in giro il meccanismo del cliffhanger all'interno di un progetto che si avvale del medesimo stratagemma.

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Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, una scena della serie

Ma al di là dell'impegno di Black e del grande lavoro fatto a livello visivo, qualcosa viene a mancare in questa sede: rimasto senza i suoi comprimari storici, Po va incontro a una regressione narrativa rispetto a dove lo avevamo lasciato, al fine di farlo ricominciare da capo insieme a nuovi alleati e con nuovi avversari. Un gruppo di personaggi che, forse dando per scontato che il pubblico non noti le pecche dello show divorando l'intera stagione in un colpo solo, è stato scolpito con l'accetta e non lascia veramente il segno nel corso di questa lunga prima parte della nuova avventura. Ma va detto che la seconda, annunciata con un cliffhanger davvero spiritoso, potrebbe apportare qualcosa di nuovo in altri modi, dando un autentico scossone al franchise. Prima di arrivarci, però, bisognerà di nuovo aspettare, in nome del principio del To be continued...

Conclusioni

Chiudendo la recensione di Kung Fu Panda: Il cavaliere dragone, notiamo come il passaggio dal cinema allo streaming sia stato, in questo caso, deleterio per le avventure del simpatico Po.

Movieplayer.it
2.5/5

Perché ci piace

  • Jack Black rimane uno spasso come voce di Po in inglese.
  • La componente visiva è molto ben curata.
  • Alcune gag centrano il bersaglio.

Cosa non va

  • I nuovi personaggi non sono particolarmente interessanti.
  • La struttura episodica si fa presto ripetitiva.