Numeri da capogiro e un record pazzesco di visualizzazioni. Se qualcuno nutriva ancora dubbi, il successo di KPop Demon Hunters certifica quanto la cultura pop asiatica sia, oggi, la più influente del pianeta. Uscito a giugno 2025, il film animato ideato da Maggie Kang e diretto insieme a Chris Applehans è il lungometraggio più visto su Netflix, stabilmente in top 10.

Oltre 240milioni di visualizzazioni in piattaforma, a cui si aggiunge il successo musicale: la colonna sonora, infatti, vanta ben quattro canzoni nella Billboard top 100, tra cui la famigerata Golden. Un successo determinato anche dalla trama, di immediato impatto: al centro ci sono le Huntr/x, popolare band k-pop formata dalle giovanissime Rumi, Mira e Zoey. La caratteristica? Quando non sfornano hit, combattono demoni.
KPop Demon Hunters: l'incontro con gli autori e le voci
Anche se il film è uscito ormai da mesi l'onda di KPop Demon Hunters non accenna a fermarsi, tant'è che Netflix, cavalcando il costante e continuo successo che, ovviamente, proseguirà con un possibile sequel, ha organizzato un incontro stampa mondiale a cui ha partecipato anche Movieplayer.it. Sul palco, o per meglio dire "nel quartier generale delle Huntr/x", i due autori, Maggie Kang e Chris Applehans, oltre alle star sudcoreane-americane EJAE, Rei Ami e Audrey Nuna, che hanno cantato i brani originali del film. "Il passaparola e la qualità del tuo film possono fare tanto costruire un pubblico", spiega Chris Applehans. "È stata la migliore promozione per il film che avremmo mai potuto chiedere".

Maggie Kang, la stessa dietro The Lego Ninjago Movie e Kung Fu Panda 3, confida invece di avere una chat con i produttori, tra cui Spring Aspers presidente di Sony Music. "Ci inviano ogni giorno i record che il film sta battendo. Abbiamo cresciuto un bambino, liberandolo nel mondo. Siamo orgogliosi".
Un film fenomeno. Record su record
Per valutare la portata e la globalità di un film divenuto evento, basti pensare che EJAE, Rei Ami e Audrey Nuna hanno fissato la loro prima esibizione live al Tonight Show di Jimmy Fallon (puntata del 7 ottobre). "Ci stiamo divertendo molto insieme, nonostante non avessimo mai cantato in gruppo", spiega EJAE, nata a Seul. "Sto imparando dalle ragazze perché sono artiste e performer incredibili. Lavoriamo duramente, e c'è sinergia. Questo aiuta, perché alcuni brani non sono semplici. Tipo Golden". Una certa pressione, tuttavia, non manca. Ho avuto una crisi esistenziale emotiva durante le prove perché sono emotivamente costipata, quindi elaboro le cose molto lentamente", racconta l'americana Audrey Nuna.

Ad aiutare le tre cantanti sud-coreane troviamo Ian Eisendrath, produttore esecutivo. Una presenza fondamentale secondo Rei Ami, originaria di Seul ma cresciuta nel Maryland: "Ian mi ha incoraggiata molto, portandomi ad accogliere le sensazioni vissute da Zoey mentre canta. È stata un viaggio emotivo, difficile da elaborare".
La musica nel titolo Netflix

Se le visualizzazioni su Netflix continuano a macinare numeri, i videoclip dei brani generano cifre impressionati su YouTube, così come macinano numeri le video-reaction dei fan. "Mio padre e mia madre, il mio fidanzato mi inviano un sacco di video dei fan", continua EJAE. Ed è materiale interessante da guardare". Se la musica è fondamentale in _KPop Demon Hunters, per Audrey "Golden è un classico. Ma la prima canzone che ho sentito quando mi è stato proposto di far parte del progetto è stata How It's Done. E penso che ci fosse qualcosa in quella canzone che mi ha ricordato un po' di quando mi stavo innamorando del Kpop da bambina", e continua, "Ascoltavo YG Entertainment, le 2NE1, i BigBang. In How It's Done c'è un'energia femminile audace e potenziante che arriva dagli anni 2010. Un brano che parla davvero di rappresentazione femminile".
Un film pensato per i fan. Ma non solo
Ma in Kpop Demon Hunters non c'è solo la musica. Anche l'aspetto estetico è cruciale. A cominciare dall'animazione. Maggie Kang spiega che ogni personaggio sarebbe dovuto essere basato "sul contrasto". Chris Applehans, invece, dichiara che: "Penso che ciò che Maggie e io volevamo davvero fare derivasse dal fatto che entrambi eravamo grandi fan di Bong Joon Ho. Lui ha una folle gamma di toni. Avevamo diversi ingredienti e tutte queste aspirazioni per generare delle ragazze fantastiche. Legittimamente glamour e magnetiche in un modo che può competere con il Kpop reale", e ancora, "Dovevano essere stravaganti, uniche. L'animazione doveva unificare tutto questo. Quindi quelle ragazze dovevano fare facce buffe e poi girarsi verso la telecamera e sembrare belle, e il pubblico avrebbe dovuto accettarlo. E questa è una sfida per gli animatori".
L'altra grande forza è il bilanciamento, narrativo e visivo. Il Kpop è un fenomeno coreano determinante e specifico, ma capace di attrarre un pubblico universale. "Volevamo rappresentare in modo corretto il fandom", dice Kang, "E ciò che è così speciale del Kpop è il rapporto tra gli idol e i fan. C'è una connessione. E quella connessione è una forza magica. Sentivamo molta pressione per non rovinare tutto. Tutto ciò che puoi fare è affrontare il film a livello personale. Io e Chris siamo grandi fan del Kpop, da anni. Ho affrontato l'opera come se fosse una cosa personale. E anche se le persone non conoscono la specificità della cultura Kpop e del fandom, tutti sanno cosa significa essere un fan. E penso che questo sia stato il punto di contatto: far divertire le persone".