Gli organizzatori del RomaFictionFest l'hanno inseguito per due anni, ma solo alla terza edizione sono riusciti a portarlo al festival per celebrarne il grande talento: Kenneth Branagh, uno tra i più importanti attori del Regno Unito e vero e proprio simbolo nel mondo del teatro shakespeariano, ha ricevuto un meritato Premio alla Carriera, spesa con successo tra teatro, cinema e televisione, e ha presentato alla kermesse romana la mini-serie Wallander di cui è protagonista. Basata sui celebri romanzi dello svedese Henning Mankell, la prima stagione di Wallander si compone di tre episodi da 90 minuti, trasmessi in Italia lo scorso mese da Sky Cinema 1, a cui ne faranno presto seguito altri tre di prossima realizzazione. Al centro della storia Kurt Wallander, un'ispettore di polizia di mezza età impegnato a risolvere inquietanti casi di omicidio in un paesino nel sud della Svezia. La serie è stata girata nella piccola città portuale di Ystad, vicino Malmoe, e ha visto il carismatico Branagh nel duplice ruolo di protagonista e co-produttore.

Kenneth Branagh, finalmente il RomaFictionFest ha l'onore di averla ospite e di premiarla per la sua incredibile carriera. Lei arriva al festival però anche per presentare Wallander, la serie tv basata sui best-seller di Mankell. Perché ha scelto di prendere parte a questo progetto?

Cosa ne pensa in generale dei gialli? Le piacciono?
Kenneth Branagh: Mi è sempre piaciuto leggere i gialli, come a mia madre, e quindi in casa avevamo libri gialli provenienti da tutto il mondo. Mi piace il modo in cui vengono costruite le storie in questo genere. Mi interessano molto gli scenari degli omicidi premeditati, come quelli consumati in ambiente domestico. Mankell non si limita a manipolare le situazioni, ma descrive la prossimità alla perdita e alla morte che portano le emozioni dei personaggi in superficie, rivelando così la natura umana, come in Shakespeare. Grazie a queste cose possiamo capire meglio la condizione umana. In Mankell emerge molto chiaramente l'oscurità e la crudeltà dell'uomo.
Lei è celebre per essere riuscito a rendere popolari presso il grande pubblico cinematografico i classici del teatro di Shakespeare. Ritiene che il dovere della televisione sia anche quello di diffondere la cultura, nonostante la dittatura dell'audience?

In che modo riesce a districarsi tra cinema, teatro e televisione?
Kenneth Branagh: Qualunque sia il progetto, il mio approccio è sempre lo stesso. Quello che conta maggiormente è che devo avere un interesse nel materiale, poi la qualità della mia performance deve essere sempre la stessa. Bisogna dare ogni volta il meglio di sé. I miei interessi sono molteplici, dalla radio al teatro, fino alla scrittura. L'ampiezza del progetto non rappresenta un motivo per farlo o meno. Il mio obiettivo è mantenere la qualità della dimensione creativa.
Ci sono differenze di approccio tra performance teatrale e performance per il cinema?
Kenneth Branagh: Che sia il cinema o il teatro, l'obiettivo è sempre la verità. Se sei in un teatro vuoi essere sicuro che questa verità raggiunga anche chi è in ultima fila, mentre al cinema è diverso. In Wallander, per esempio, mi è piaciuto molto il fatto che dovevo dire molto meno rispetto a quello che dico di solito, perché gran parte della comunicazione è basata sull'azione. E' stata una performance fisica, e ne ha beneficiato anche il mio lavoro a teatro.
Muovendosi tra cinema e teatro ha la capacità di far dialogare in maniera efficace le due diverse arti, favorendo soprattutto la conoscenza di alcuni importanti testi teatrali. Come ci riesce?

Che effetti ha avuto la crisi economica sul settore dell'audiovisivo?
Kenneth Branagh: La crisi ha avuto un impatto su tutti i settori e, per quanto riguarda il cinema, ha esercitato una grande pressione sul mercato indipendente. Questo rende la raccolta dei finanziamenti ancora più difficile. Le persone che investono nel cinema vogliono ovviamente avere un ritorno e in una situazione come quella attuale diventa complicato convincerli quando non si hanno garanzie. Bisogna lavorare più duramente e con maggior creatività. C'è chi dice che questo può motivarti a impegnarti e appassionarti sempre di più, ma non sono molto d'accordo.
Pensa che Shakespeare in una prima serata televisiva possa avere fortuna?

Lei è nato a Belfast. Che rapporto ha con il cinema irlandese?
Kenneth Branagh: Il mio primo lavoro è stato uno sceneggiato per la tv irlandese, Play for Today. Era una sceneggiatura molto interessante che metteva in scena quattro diverse commedie conosciute come la trilogia Billy Plays scritta da Graham Reid. E' stato un prodotto piuttosto seguito sia in Irlanda che in Gran Bretagna. Oggi sono allettato dall'idea di fare una trilogia sulla mia famiglia, ambientata quindi nell'Irlanda del Nord, ma per il momento è solo un progetto in cantiere.
Pensa che manifestazioni come il RomaFictionFest, dedicate ai prodotti televisivi, possano aiutare lo scambio tra cinema e mezzo televisivo?
Kenneth Branagh: Conoscevo il RomaFictionFest grazie ai miei colleghi di 10 Days to War che sono stati qua lo scorso anno e mi hanno mandato un'email per raccontarmi di quando hanno ricevuto il premio. Oggi il mondo della televisione sta cambiando molto velocemente e questa ha ripercussioni anche sul mercato del cinema e dei film indipendenti. E' utile perciò avere dei festival come questo, che mettono in contatto persone di entrambi i mondi.
Cosa ne pensa dell'Italia?

Quali sono i suoi progetti futuri?
Kenneth Branagh: Sto preparando un film di cui curerò la regia. Si tratta di Thor, il supereroe Marvel. Questo dio del fulmine è un personaggio affascinante, così come il suo mondo, estremamente stimolante per un regista. Le riprese inizieranno l'anno prossimo. C'è poi in cantiere un altro progetto su cui sto lavorando da tempo, basato su un crimine piuttosto cruento.