La Croisette non smette mai di riservare sorprese. Stavolta tocca al compassato regista inglese Ken Loach presentare il suo film, Looking for Eric, che che fa parte della Selezione Ufficiale e fonde le due passioni del cineasta: la vera politica, quella che non manca di guardare alle condizioni del singolo e al suo rapporto con la società, col mondo del lavoro e con la famiglia, e il calcio. Quello che Loach presenta a Cannes è, in realtà, un film leggero e divertente, una sorta di fiaba contemporanea alla La vita è meravigliosa in cui il paffuto angelo custode Clarence ha il cipiglio rude e i polpacci muscolosi del calciatore Eric Cantona, anch'esso presente a Cannes a raccogliere il plauso per la sua "interpretazione".
Mr. Cantona, come ha vissuto l'esperienza della recitazione?
Eric Cantona - Alcune persone mi avevano detto che è molto difficile interpretare se stessi al cinema, altre mi avevano solo consigliato di lasciarmi andare senza preoccuparmi troppo. E' stata un'esperienza veramente speciale. Nella vita le persone sono spontanee, mentre qui vi è una sceneggiatura da seguire. Occorre prestare grande attenzione alla recitazione e prima delle riprese vi è una grande pressione sugli attori che devono tenersi pronti per il ciak. Però è stato anche enormemente piacevole.
Mr. Loach, come mai questa volta ha deciso di tirare fuori il Woody Allen che è in lei realizzando una commedia?
Ken Loach - Questa è una commedia, ma allo stesso tempo è una tragedia con un lieto fine. Gli eventi narrati avrebbero potuto anche sfociare in un finale molto meno positivo, Quello che ci interessava era narrare una storia che contenesse una verità, che fosse vicina alla vita reale di tutti i giorni.
Mr. Cantona, quali sono le differenze tra Ken Loach e Alex Ferguson?Eric Cantona - In realtà sono molto simili, soprattutto nell'approccio al loro mestiere visto che entrambi chiedono il 100% dai calciatori e dagli attori. La difficoltà è essere sempre all'altezza delle loro richieste, in qualsiasi momento. Allo stesso tempo sia Ferguson che Loach sono molto umili, e per questo capaci di trarre il meglio da quelli che lavorano per loro.
Di solito Ken Loach non dà il copione intero agli attori, ma gli fa scoprire l'evoluzione dei personaggi sono nel corso delle riprese. E' successo anche con il suo, Mr. Cantona?
Eric Cantona - Si, è vero. Gli altri attori non avevano lo script completo, ma io si perché l'idea del film è nata da me e figuro tra i coproduttori. Credo che sia molto utile per gli attori non conoscere la fine del film, così risultano più naturali, più veri. Questo è uno dei punti di forza del cinema di Loach, la naturalezza dei suoi attori.
Mr. Cantona, quale è la sua relazione con il cinema? Quale tipo di cinema ama e cosa pensa dei film di Ken Loach?
Eric Cantona - Ho sempre amato il cinema e guardo moltissimi film. Mi piacciono soprattutto le pellicole che parlano della vita delle persone, che indagano sulla società. Per questa ragione amo i film di Ken, soprattutto Il vento che accarezza l'erba, In questo mondo libero... o Terra e libertà. Poi amo molto i film di Pasolini anche se sono completamente diversi.
Mr. Cantona, è lei a suonare nel film o è solo una finzione?
Eric Cantona - Quando ho smesso di giocare a calcio mi sono dedicato alla musica e nel film sono proprio io a suonare. Ho preso molte lezioni, ma amo la musica. I miei idoli sono Miles Davis e Chet Baker.
E' consapevole di avere la stoffa del grande attore?
Eric Cantona - Una persona quando è giovane decide cosa vuol fare nella vita: il calciatore, l'attore o il medico. Io ho curato questa passione per tanti anni come un qualcosa di privato e ho tanti progetti, tante idee al riguardo. Ho tante cose da imparare, ma mi sono divertito molto a recitare e se avessi la possibilità lo rifarei. Ho smesso di giocare a calcio perché avevo perso la passione nello sport, ma finché avrò viva quella per il cinema continuerò a occuparmene. Un giorno potrebbe finire anche questo interesse e allora farò altro, non so... mi darò al jazz.
Come mai vi sono così pochi film sul calcio? E' difficile coniugare il mondo del cinema con quello del pallone?Eric Cantona - Il calcio è uno sport intenso che va vissuto da vicino. Il cinema talvolta fa uso di immagini di repertorio o riprese di match fictional, ma in ogni caso non riesce a riprodurre la bellezza di questo sport e le emozioni a esso collegate.
Ken Loach - Il ritmo del gioco del calcio è molto diverso dal ritmo dei film. Quando si narra una storia occorre soffermarsi sugli aspetti più interessanti di essa. Ricreare una vera partita di calcio è quasi impossibile, ma il cinema può riflettere sul mondo del calcio e sulle persone che vi partecipano.
Quando Emir Kusturica è venuto a Cannes a presentare il suo documentario su Maradona ha confessato che uno dei suoi piaceri proibiti è stato calciare la palla insieme a Maradona. Ken, lei ha giocato a calcio con Cantona?
Ken Loach - No, mi sentirei molto stupido a calciare una palla davanti a Cantona.
Mr. Loach, in questi ultimi anni divenuto un regista sempre più prolifico e ci ha presentato grandi opere. Ha intenzione di battere Manoel de Oliveira in longevità?
Ken Loach - No, credo che De Oliveira sia irraggiungibile. In realtà sono stato molto fortunato perché mi si sono presentate grandi opportunità che si sono tradotte in importanti scelte lavorative. Gran parte del merito va alla mia produttrice Rebecca O'Brien che ha sempre creduto in me e mi ha seguito nel lavoro. Una produttrice non è solo colei che trova i soldi e che gestisce il budget, ma è una professionista capace di sostenere il lavoro del cineasta e della troupe, valutando di volta in volta le occasioni lavorative che si presentano. In più devo ringraziare i talentuosi attori con cui ho lavorato, tra questi includo anche Eric. Il vero attore è quello che ti guarda negli occhi ed è capace di pronunciare le sue battute dal cuore. E' quello che ha fatto anche lui.