Pur non vivendo più in Italia, Kabir Bedi è molto legato al nostro paese. La tigre della Malesia ha riscosso qui il primo grande successo internazionale, trasformandosi da attore di Bollywood in icona mondiale. Dopo aver indossato più volte il turbante dell'eroico Sandokan, negli anni Kabir Bedi è tornato in Italia a più riprese per lavorare in televisione, partecipando a Un medico in famiglia e L'isola dei famosi, e al cinema. Motivo in più per trasformare in una festa ogni suo passaggio nel bel Paese.
L'occasione, stavolta, è stata fornita dal River to River, storico festival del cinema indiano di Firenze che ha ospitato l'anteprima di Mohenjo Daro, colossal di Bollywood in cui Kabir Bedi interpreta un eccezionale villain. Incontriamo il divo subito dopo la sua visita alla Galleria degli Uffizi, ampiamente documentata sul suo account Twitter. Sandokan appare estasiato dalla bellezza dell'arte italiana tanto da auspicare l'esistenza di una famiglia Medici contemporanea per il rilancio del nostro cinema. "L'Italia ha sempre avuto il primato nelle arti visive" commenta Bedi. "Il vostro è il paese che ha vinto più Oscar nella categoria film straniero. Abbiamo bisogno dei Medici al cinema, servono dei produttori mecenati perché i migliori registi sono ancora in Italia, ma gli deve essere data la possibilità di creare".
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Nella giungla con Sergio Sollima
La generazione nata negli anni '60 - '70 è cresciuta col mito di Sandokan. Lo sceneggiato, andato in onda nel 1976, è risultato uno dei più grandi successi televisivi di sempre, è stato venduto a 85 paesi e ha influenzato le mode con un merchandise ante litteram fatto di album di figurine, magliette e diari. Quanto al pubblico femminile, è stato immediatamente catturato dalla bellezza esotica e selvaggia di Kabir Bedi. Possiamo confermare che l'attore non ha perso il suo fascino neppure adesso che ha compiuto settant'anni e ripensa al passato minimizzando il suo ruolo di star. "E' bello essere considerato un'icona" ammette "ma devo ricordare che Sandokan è frutto di un'esperienza collettiva. Il successo della serie è dovuto ai miei colleghi Carole André e Philippe Leroy, al regista Sergio Sollima, agli sceneggiatori, al capo della Titanus Goffredo Lombardo e ai romanzi di Emilio Salgari. Quanto a me, ho avuto l'enorme fortuna di interpretare un eroe della letteratura che gli italiani amano".
Kabir Bedi non era la prima scelta di Sergio Sollima per il ruolo della Tigre della Malesia, ma quando gli è stato proposto un provino a Roma a sue spese lui non ci ha pensato due volte e ha colto al volo l'occasione di una vita. Delle riprese ricorda: "L'esperienza sul set è stata fantastica. Abbiamo girato nella giungla della Malesia, circondati dalla natura, in mezzo al mare. Sentivo che stavamo creando qualcosa di speciale, ma nessuno di noi era in grado di immaginare che Sandokan avrebbe avuto un tale successo. Per me è stata un'enorme possibilità, sentivo che mi avrebbe cambiato la vita e l'ha fatto. E' stato rischioso lasciare Bollywood per venire in Italia, ma alla fine Sandokan mi ha fatto lavorare qui e sulla scia di quel successo sono stato chiamato anche ad Hollywood".
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Gli effetti di Sandokan sulla carriera
Sandokan era un prodotto all'insegna dell'avventura e dell'intrattenimento. Oggi Kabir Bedi segue con interesse il fenomeno dell'ascesa delle serie tv americane ("i contenuti di certe serie sono incredibili") e italiane, sempre più sofisticate e sperimentali. In particolare cita Gomorra - La Serie, diretta da Stefano Sollima, figlio del compianto Sergio Sollima, tra le sue preferite. "L'industria americana è imponente, ma sono troppo pignoli. Per preparare un film impiegano due anni, quando arrivi sul set tutto già stabilito. In India, al contrario si improvvisa molto e le riprese durano a lungo perché il film non viene girato tutto di seguito. L'Italia è un bel mix tra queste due scuole, pianificano come gli americani e improvvisano come gli indiani".
Da star internazionale quale è, Kabir Bedi non sembra infastidito dal fatto di essere ancora ricordato per un ruolo interpretato 40 anni fa. "All'inizio è stato difficile trovare altri ruoli. Dopo Sandokan ho girato Il corsaro nero e ho capito che per tutti ero sempre Sandokan. Per un regista era difficile proporre il mio nome per un film sociale. Allora sono andato a Hollywood e col tempo la situazione è cambiata. Oggi posso interpretare qualsiasi ruolo, anche se resto sempre Sandokan". Pensando alle gioie e ai dolori del successo, l'attore aggiunge: "La fama mi ha tolto la privacy, ma questo è un piccolo prezzo da pagare. Il cinema è un business incerto, non sai mai se lavorerai ancora. Il mestiere dell'attore ti toglie sicurezza e privacy, ti costringe a passare un sacco di tempo lontano da casa e dalla famiglia, però avere successo è molto bello". Adesso che si è tolto tante soddisfazioni, Kabir Bedi ci confessa il suo sogno lavorativo. "Mi piace recitare nei film storici, ma la mia vera passione sono fantascienza e fantasy. Adesso vorrei recitare in un film di Star Wars o in uno dei nuovi capitoli di Harry Potter". Visto che sono in arrivo quattro sequel di Animali fantastici e dove trovarli noi diffondiamo l'appello di Kabir Bedi e speriamo che J.K. Rowling ci legga!