E così ci siamo. Dopo 5 stagioni in meno di due anni, arriviamo a scrivere la recensione di Jurassic World: Nuove avventure 5, il ciclo finale di episodi che chiudono questa storia parallela alla trilogia cinematografica iniziata nel 2015 da Colin Trevorrow e anch'essa appena terminata. Un cammino che ci ha stupiti e coinvolti sin dall'inizio, non solo per l'interessante spunto di muoversi negli spazi lasciati dal film, ma per la capacità di trovare una propria via e rivelarsi più intrigante e ricco di spunti di quanto ci saremmo aspettati. Ci avrà convinti anche la conclusione di questo cammino?
Tra una stagione e l'altra
La storia della quinta stagione di Jurassic World: Nuove avventure riprende laddove l'avevamo lasciata con la precedente, dalla rivelazione che Daniel Kon, il crudele presidente della Mantah Corp, è il padre di Kenji. Questo è il punto da cui iniziano a svilupparsi le storyline dei nuovi episodi, che ha inevitabili conseguenze sulle dinamiche interne al gruppo di protagonisti. Quanto introdotto nella stagione precedente che viene portato a compimento, ma poi ulteriormente sviluppato per alimentare il conflitto sull'isola, proporre uno spiazzante antagonista e fornire la spinta narrativa per mettere in scena scontri tra dinosauri che condiscono il cammino dei ragazzi per lasciare finalmente l'isola.
I 6 di Isla Nublar
Credo che siamo cambiati tutti da quando siamo arrivati al campo
"Lasciare l'isola" sa un po' di Lost, lo sappiamo, ma c'è un motivo se l'abbiamo detto ed è il fatto che la serie stessa faccia riferimento ai ragazzi come "I 6 di Isla Nublar", che ci ha tanto ricordato il concetto di Oceanic 6 della fase finale della serie ABC. Ed è un fatto che siano loro sei ragazzi il cuore pulsante della serie animata di Jurassic World, con le loro storie, i rapporti interpersonali che evolvono nel corso delle stagioni, il loro inevitabile cambiamento. La citazione a inizio paragrafo parla chiaro nella sua didascalica verità, che sottolinea quanto era già evidente: nessuno dei sei arriva alla fine come era arrivato al Camp Creataceous del titolo originale, ognuno ha vissuto un proprio percorso di maturazione inevitabile, ma anche vero e credibile, visti gli ostacoli che hanno dovuto affrontare e superare.
I dinosauri protagonisti
Pur con la sensazione di una fretta produttiva nelle ultime due stagioni, che ci pare di cogliere in un livello tecnico più zoppicante delle prime, Jurassic World: Nuove avventure arriva alla sua conclusione confermando le sensazioni positive che aveva trasmesso in prima battuta e aveva ribadito, ogni volta con nostra sorpresa, di stagione in stagione. Narrativamente appagante e mai adagiata su quanto già fatto in precedenza, la serie ha avuto il merito di andare avanti, sperimentare e sorprendere lo spettatore, cercando vie che i film non hanno potuto percorrere. Non si è adagiata, insomma, sull'idea brillante di muoversi parallelamente alla controparte cinematografica (idea ribadita con un intelligente strizzata d'occhio anche nella stagione finale), ma ha scelto di percorrere strada non battute e non scontate.
Ha avuto anche un altro merito: non ha messo da parte i dinosauri, un aspetto che sembrerebbe banale per un capitolo del franchise giurassico ma che l'ultimo film Jurassic World: Il dominio sembra invece aver perso di vista tenendoli fuori dal suo cuore narrativo. Gli animali devono essere al centro dei titoli della saga e Nuove avventure, pur con le dinamiche necessarie a coinvolgere il suo target giovane, non ha rinunciato a renderli protagonisti al pari dei personaggi umani.
Conclusioni
E così arriviamo alla fine, della serie così come della nostra recensione di Jurassic World: Nuove avventure 5, lo spin-off animato Netflix che ci ha tenuti compagnia per cinque stagioni e quasi due anni. Una fine soddisfacente e in linea con quanto costruito dalla serie, che porta a compimento i percorsi dei personaggi, ma non rinuncia a tenere al centro del racconto anche la componente dinosauri, che non può mancare in un capitolo del franchise giurassico. Peccato per un livello tecnico che nelle ultime due stagioni è parso un filo indietro rispetto agli esordi.
Perché ci piace
- La costruzione narrativa, che non si è adagiata sull’idea iniziale, seppur vincente, ma è andata avanti in modo intrigante e a tratti sorprendente.
- Il percorso dei personaggi, che arrivano al traguardo cambiati rispetto all’esordio nella serie.
- I dinosauri, centrali come è giusto che sia in un tassello del franchise giurassico.
Cosa non va
- Il tono è adeguato al target giovane e potrebbe deludere chi si aspetta una produzione più matura.
- Il livello tecnico il leggero calo rispetto alle prime stagioni.