Con la recensione di Jurassic World: Nuove avventure 3, torniamo a parlare di una serie inarrestabile come alcuni dei dinosauri che la popolano: siamo arrivati infatti a tre stagioni nel giro di otto mesi, per quello che si può considerare un vero record conquistato dalla serie animata Netflix che si ispira al franchise giurassico iniziato da Steven Spielberg nel 1993 e ripreso dal 2015 da Colin Trevorrow in Jurassic World. E proprio da quel remake/reboot/sequel la serie ha preso il via lo scorso settembre, muovendo i suoi primi passi parallelamente alle vicende di quel film, mettendo i suoi giovani protagonisti nello stesso momento e la stessa isola. Ma da quei primi episodi, la storia è andata avanti.
In mezzo al mar...
La terza stagione di Jurassic World: Nuove avventure apre in mezzo al mare, sulla barca con cui i ragazzi stanno cercando di abbandonare Isla Nublar e i suoi pericoli, destinazione Costa Rica. Inutile dire che l'impresa non sarà facile e un primo intoppo li costringe fin da subito a tornare a riva e cercare, ostacolo dopo ostacolo ed episodio dopo episodio, di ottenere questo risultato. Altrettanto ovvio e prevedibile che i giovani protagonisti dovranno affrontare diversi e nuovi pericoli che non vi anticipiamo, in una esplorazione dell'isola alla ricerca delle risorse necessarie a sopravvivere e risolvere i problemi che ci porterà in giro per nuove location che aggiungono ulteriore varietà visiva alla serie... oltre a un luogo in particolare che va a giocare con l'aspetto nostalgico degli appassionati della saga.
Una propria identità
Avevamo aperto la recensione della stagione 2 di Jurassic World: Nuove avventure con un dubbio, se fosse più importante nell'economia della serie il cercare una propria identità autonoma rispetto al film di cui era costola in partenza, o se fosse piuttosto un peccato rinunciare a quell'aspetto meta-cinematografico nel muoversi parallelamente alla storia diretta da Colin Trevorrow. Un dubbio che ci sentiamo di dissolvere con i dieci episodi della terza stagione, in cui il processo è ormai compiuto e Camp Cretaceous (questo il titolo originale di Nuove avventure) è diventata finalmente grande, cresciuta come i suoi protagonisti e il rapporto che li lega, messi alla prova dall'evoluzione di stampo survivalistico dell'intreccio.
Non parliamo di una maturità nel tono dei contenuti, che resta in ogni caso adatto a un pubblico giovane, coetaneo dei ragazzi che si trovano loro malgrado coinvolti in questa avventura più grande di loro, ma di una consapevolezza di quella propria indipendenza e autonomia nell'ambito del franchise giurassico. I rimandi alla saga cinematografica rimangono e non potrebbe essere altrimenti, data l'ambientazione in cui ci si muove, ma restano più nel contesto di base e in ammiccamenti per gli appassionati, piuttosto che nell'ambito degli incastri narrativi che avevano contraddistinto la prima stagione.
L'effetto wow
Resta però evidente un altro aspetto mutuato dai film: l'effetto wow teorizzato dal dottor Wu in Jurassic World. Si nota la ricerca e lo sforzo nello stupire lo spettatore, consapevoli che nuovi dinosauri e nuove situazioni possano non bastare per tener viva l'attenzione del pubblico, come temuto dal genetista del parco giurassico. Ma in Jurassic World: Nuove avventure 3 lo si fa ragionando sulle situazioni, costruendo nuovi pericoli per i protagonisti, ma anche lasciandosi andare a quella meraviglia pura, inevitabile e magica che la sola visione di un dinosauro può suscitare negli appassionati di questi meravigliosi animali che hanno popolato il nostro pianeta.
È la prova che forse il dottor Wu sbagliava e che ci si può ancora affidare alla magnifica imponenza di un sauropode che corre o di un parasaurolofo luminescente (perché in questa costola del franchise brillano al buio), lasciando che le note del tema composto per la saga da John Williams sottolineino il momento. Ma è anche la lezione di Steven Spielberg, che ha saputo riempirci il cuore e gli occhi con la prima apparizione del branchiosauro già nel film originale del 1993.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Jurassic World: Nuove avventure 3 soddisfatti dal percorso di questi nuovi dieci episodi, capaci di raggiungere quella che avevamo auspicato dalla stagione precedente: un’autonomia creativa e di tono rispetto alla saga cinematografica principale. La serie è cresciuta come i suoi giovani protagonisti e assicura la giusta quantità di stupore e tensione al suo altrettanto giovane pubblico.
Perché ci piace
- L'indipendenza dalla saga cinematografica, con la quale si condivide il contesto e alla quale ci si riferisce con ammiccamenti per il pubblico.
- Nuovi sviluppi, nuovi pericoli e tanta avventura per i giovani protagonisti.
- Il modo in cui è gestita la crescita dei personaggi e il rapporto tra loro.
Cosa non va
- Difficilmente potrà convincere chi non ha amato le prime due stagioni, perché non presenta novità di rilievo in quanto a tipologia di situazioni e atmosfera.