Sesso e matrimonio, sport e carriera: uomini e donne continuano a parlare due lingue diverse nella commedia romantica diretta da Bart Freundlich e interpretata da sua moglie Julianne Moore, e da David Duchovny, Maggie Gyllenhaal e Billy Crudup. C'è ancora la possibilità di ascoltarsi in un mondo distratto come il nostro? Alla Casa dei cinema di Roma per presentare Uomini & donne, divertente storia di due coppie in crisi nella New York di oggi, la coppia Freundlich-Moore, sposata da tre anni e al terzo film insieme, incontra la stampa per discutere delle difficoltà di comunicazione tra i due sessi e di quanto, invece, sia facile lavorare insieme quando si è marito e moglie.
Questo è il terzo film che girate insieme. Com'era l'atmosfera sul set durante le riprese?
Bart Freundlich: E' sempre un piacere lavorare con lei, perché quando hai a che fare con un'attrice così talentuosa è tutto più facile. Inoltre, stare ogni giorno, fianco a fianco sul set ha i suoi vantaggi anche da un punto di vista personale, perché ci permette di passare tanto tempo insieme. Conosco il modo in cui le piace lavorare e lei sa ripagarmi sempre, mettendo tutto il suo talento in ogni scena.
Julianne Moore: Fin dal primo film, Bart ha saputo darmi tutto quello di cui avevo bisogno sul set, ma questa è una cosa che fa con tutti gli attori che dirige. Oltre che nella vita reale, sono una persona molto riservata anche sul set, e perciò preferisco essere lasciata in pace quando lavoro e ritagliarmi i miei momenti di solitudine. Stando insieme da tanti anni, però, non riesci a nascondere nulla all'altro, che capisce sempre i tuoi momenti negativi e quelli positivi, e questo non fa che aggiungere un elemento di ulteriore profondità al lavoro, rendendolo ancora più preciso.
Quanto della vostra vita quotidiana c'è in questa storia?
Bart Freundlich: Ci sono momenti presi dalla vita reale, come la conversazione in bagno tra il personaggio di David Duchovny e il figlio, e l'episodio in cui Julianne si strozza con la torta. Penso che una storia sia come una pianta che nasce da piccoli semi, così questo film è nato partendo dalle piccole cose. Io mi sento una via di mezzo tra i due protagonisti: idiota come Tobey e narcisista come Tom.
Julianne Moore: Bart è ossessionato dallo sport, passa intere giornate a guardare un programma chiamato Sport center ed io sono costretta ad ascoltare quattro volte al giorno quella stessa sigla, che è diventata ormai la colonna sonora della mia vita. Ho riconosciuto Bart nei vari personaggi, da quello ossessionato dallo sport a quello fissato con il cibo, e ho ritrovato la sua sensibilità nella fiducia riposta nei rapporti e nella voglia di portarli avanti.
Lo sport, nel film, sembra essere in effetti il principale tema di conversazione maschile.
Julianne Moore: Penso che gli uomini utilizzino lo sport, o discorsi simili, come metafore, attraverso le quali esprimono i loro pensieri e le loro emozioni. Magari non parlano come le donne, in maniera più aperta e franca, ma anche per loro l'amicizia è molto importante.
Bart Freundlich: Io amo moltissimo lo sport e, come Julianne, penso che gli uomini utilizzino metafore per esprimere i loro sentimenti. Quello di cui si parla nel film è il diverso modo di comunicare tra uomo e donna. Gli uomini amano non far nulla per quanto più tempo possibile, ma poi capiscono che devono attivarsi per tenere vivo un rapporto. La mia intenzione era realizzare una commedia romantica in cui fosse compreso il punto di vista maschile, che spesso, in questo tipo di film, è totalmente assente.
Qual è per voi il punto di forza del film?
Bart Freundlich: L'idea di creare uno stile che fosse un mix di quello hollywoodiano e quello indipendente: volevamo avere il realismo e il finale hollywoodiano e i personaggi tridimensionali tipici del cinema indipendente. Sono davvero molto grato a tutti gli attori che hanno preso parte al film perché sono artisti a tutto tondo, che sanno calarsi nel ruolo e dare sempre il meglio.
Julianne Moore: E' molto importante avere delle parti ben scritte, altrimenti non è facile attirare attori di talento che vengano a recitare nel tuo film. Abbiamo avuto un cast straordinario, con tutti attori che hanno uno stile molto diverso tra loro. Il film è sì una commedia romantica, ma nella storia ci sono tanti aspetti di un rapporto che dura da molto tempo, con tutte le sue amare vicissitudini.
La storia è ambientata a New York. Come ha influito la città sullo sviluppo dei personaggi?
Bart Freundlich: L'ambiente in cui vivono i personaggi è parte integrante della loro vita, un elemento fondamentale della loro quotidianità. Era necessario conoscere bene i luoghi in cui abitano per dar loro quella tridimensionalità che volevo. I problemi e le situazioni che vivono non sono problemi che riguardano solo i newyorchesi, ma sono universali. Credo, però, che sia molto importante dare calore ad una storia, facendo muovere i protagonisti in luoghi che conosci bene.
New York cinque anni dopo l'11 settembre. Cosa è cambiato nelle vite dei newyorchesi dopo quell'evento?
Bart Freundlich: Sono nato e cresciuto a New York e l'11 settembre mi sono spaventato a morte, ma il pensiero di lasciare la mia città non mi ha mai sfiorato. Quella tragedia ha accentuato i nostri punti in comune, ora c'è la sensazione che abbiamo una storia condivisa e questo ci spinge ad amare ancora di più la nostra città.
Julianne Moore: New York è sempre stata un posto in cui la gente è molto presente, coinvolta, partecipe. E' stato detto che abbiamo perso questo senso di comunità, ma penso invece che l'11 settembre abbia dato una sveglia agli americani, che sono sempre stati isolati perché si sentivano al sicuro. A New York ci sono persone che amano la loro città, che si impegnano per renderla migliore e ci vogliono rimanere. Oggi ci sentiamo ancora più forti e uniti.