Jaoui e Bacri presentano a Roma 'Così fan tutti'

I due autori-attori raccontano l'esperienza della nuova produzione del loro ormai ultradecennale sodalizio artistico.

La Sala Sistina dell'Hotel De la Ville di Roma ha ospitato in conferenza stampa, nella giornata di ieri, Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, i due blasonati autori e interpreti di Così fan tutti, sofisticata e intelligente commedia campione d'incassi in terra di Francia.
A interessare i giornalisti sono state soprattutto le tematiche, attualissime, della pellicola. Ma vediamo qualche stralcio della conferenza.

E' stato più difficile girare Così fan tutti rispetto al tuo primo film da regista, Il gusto degli altri? Agnès Jaoui: Sì, è stata senz'altro più dura con Così fan tutti, soprattutto a causa della pressione che abbiamo sentito dopo il successo de Il gusto degli altri, e soprattutto nella fase della stesura della sceneggiatura.

Jean-Pierre Bacri: Era molto tempo che volevamo fare un film su questi argomenti, e venuti al momento di sceneggiare il soggetto, abbiamo voluto curarlo il più possibile e non è stato facile organizzare il materiale in maniera efficace e far coesistere tanti temni diversi.

Come Il gusto degli altri, anche Così fan tutti è un film sul successo? Jean-Pierre Bacri: Senz'altro il successo contribuisce a creare e a mettere in luce i rapporti di potere, l'abuso del quale è il tema centrale del film. Noi abbiamo voluto (forse per pigrizia, perché è un ambiente che conosciamo molto bene) situare la nostra analisi nel mondo alto borghese di un scrittore di successo. Ma inrealtà i giochi di potere potrebbero essere studiati in qualsiasi ambito sociale.

Spesso da queste parti si sente commentare a commento dei vostri film: "peccato che in Italia non si facciano commedie come Il gusto degli altri..." Voi che ne pensate? Agnès Jaoui ha creato un genere nuovo con queste pellicole? E cosa manca invece al cinema italiano? Agnès Jaoui: Non so se ho inventato un genere, ci sono pareri discordi: in Francia qualcuno ha detto che i miei film mancano di originalità, sono "troppo classici".
Per quanto riguarda il cinema italiano, io amo molto la vostra commedia del passato. Da ragazzina ero innamorata di Risi, Comencini, Scola...Personalmente credo che il cinema italiano soffra di un problema politico. In Francia sono state create delle leggi apposite per aiutare il cinema, ed è stata un'immensa fortuna che oggi permette al mercato interno di produrre cento o anche duecento film l'anno. In Italia non mancano certo i talenti, ma senza il sostegno dello Stato è difficile per loro farsi valere.

Che cosa vi ha indotto a parlare dei rapporti di potere nella vita quotidiana? C'è un episodio in particolare? Agnès Jaoui: Ci sono episodi ogni giorno! Puoi succedere con il tassista, un negoziante, un familiare... chiunque praticamente.

Jean-Pierre Bacri: Di aneddoti ce ne sarebbero migliaia, e proprio questo fa sì che ci si senta frustrati e se ne vogla discutere.
E naturalmente c'è anche il quadro più ampio e universale, quello politica.

Nel film c'è qualcosa di autobiografico? Lo scrittore di successo potrebbe benissimo essere un cineasta di successo, come voi. Agnès Jaoui: Il fatto che Etienne sia un artista, un intellettuale, non incide sul modo in cui esercita il suo potere. Certo, il successo è lo strumento attraverso il quale ha a cquisito tale potere. Ma come detto i rapporti di potere esisistono a prescindere.
La maggior parte delle persone che conosciamo si lamentano dei loro rapporti con i superiori aul posto di lavoro. Noi che lavoriamo nello spettacolo abbiamo la fortuna di cambiare spesso ambiente: abbiamo un unico "tiranno" per tre mesi facendo un film, forse per sei mesi facendo teatro. Invece chi lavora in un ufficio ha lo stesso capo anche per dieci o quindici anni...

Il film uscirà anche negli Stati Uniti? E siete rimasti delusi che non sia Stato selezionato dalla Francia per partecipare alla corsa all'Oscar? Agnès Jaoui: Il film uscirà in USA a febbraio e sarà distribuito Sony Pictures Classics. Alla Sony sono dispiaciuti che il film non sia stato scelto per concorrere, ma io sono sollevata. Non mi è piaciuta l'esperienza fatta con Il gusto degli altri. Promuovere un film là non è come promuoverlo in Europa: ogni volta che parlavo con qualcuno del settore, mi accorgevo che tutto quello che interessava era acquisire i diritti del film per farne un remake o ingaggiarmi per lavorare in America. Quando capivano che non ero disponibile per nessuna delle due cose si allontanavano perplessi dalla mia bizzarria!

Il cinema francese è presente in maniera massiccia in tutto il mondo. Non si può dire la stessa cosa di quello italiano... Agnès Jaoui: E' vero, noi abbiamo senz'altro più supporto da parte degli organismi nazionali. Ma questo non vuol dire che si possa abbassare la guardia. Le leggi del mercato sono sempre sfavorevoli a chi concorre con i colossi americani. Siamo appena stati in Spagna - ma credo che sia lo stesso in tutta Europa - dove si dice all'esercente: vuoi l'ultimo film di Spielberg? Allora ti prendi prima cinque schifezze e le tieni in sala anche se nessuno va a vederle, altrimenti non te lo do. Ovviamente questo fa sì che non ci siano sale per i film autoctoni...

A proposito del cinema americano e di Steven Spielberg, la conferenza si chiude con una nota dell'ufficio stampa che annuncia che, in patria, Così fan tutti ha totalizzato al botteghino un incasso di 6 milioni e 199.000 di dollari. Mille più di The Terminal. Complimenti quindi al consorzio Jaoui-Bacri!