Era il 15 marzo del 2009 quando nella campagna del ragusano, in provincia di Scicli, un gruppo di cani randagi attaccò un bambino, uccidendolo. Da allora il comune della piccola cittadina fece sparire ogni cane senza padrone almeno fino al momento in cui, qualche tempo dopo, non arriva nella cittadina un randagio che riesce con i suoi comportamenti umani e con la sua tenacia nel voler interagire con le persone, a conquistare i cuori spaventati degli abitanti del luogo. Da questa storia, tra cronaca e reale magia, la cineasta Alessia Scarso ha tratto il suo primo lungometraggio, Italo, presentato quest'oggi a Roma in una conferenza stampa.
Presente all'evento l'intero cast formato da Marco Bocci, Elena Radonicich, Barbara Tabita e ovviamente il cane Tomak. "Italo faceva cose straordinarie. La mattina si alzava e andava a messa (il parroco aveva affisso un cartello che vietava l'ingresso ai cani, ma lui non sapendo leggere entrava lo stesso), accompagnava i bambini a scuola e tornava a riprenderli quando uscivano e scortava i turisti in giro per il paese" racconta la stessa regista_ "non c'era evento pubblico a cui mancasse. Era diventato il cittadino tra i cittadini. Addirittura, una sera, ha salvato una ragazza da un'aggressione e, da quel momento, le faceva da scorta privata."_
Scicli, co-protagonista barocca
Importantissima in Italo è Scicli, la piccola città in provincia di Ragusa dove è stato ambientato il lungometraggio e dove la storia di Italo ha davvero mutato le persone del luogo, sconvolte dall'agghiacciante avvenimento che ha portato il Comune a far sì che non ci fossero più randagi in giro per le strade. "Scicli era l'unico posto dove girare. Ha un valore aggiunto sia per il paesaggio che per l'architettura tardo barocca" ammette Alessia Scarso. E aggiunge: "A Scicli esiste un gruppo di pittori che, attraverso i loro quadri, interpretano quel paesaggio come io avrei voluto. Non so quanto di loro sono riuscita a portare dentro il film. Comunque ho lasciato molto spazio a Daria D'Antonio, direttore della fotografia. Con lei abbiamo scelto una visione orizzontale del paese perché è la prospettiva di Italo. Daria inoltre veniva dal set della Grande bellezza, quindi mi sono affidata ai suoi consigli".
Piccoli protagonisti per una grande storia
Nel 2013 Italo è stato presentato in anteprima assoluta al Giffoni Film Fest. La storia ricolma di una morale forte di amicizia, altruismo e generosità che caratterizza il lungometraggio e i giovanissimi co-protagonisti (assenti in conferenza stampa ma fondamentali per la narrazione) fanno sì che l'esordio di Alessia Scarso sul grande schermo sia un film di ampio respiro ma che i ragazzi apprezzeranno più di chiunque altro. Marco Bocci si complimenta con i piccoli protagonisti confessando che lavorare con loro "è stato semplice. I bambini, anche se inesperti perché erano alla loro prima esperienza, erano molto emozionati. E questa emozione li portava a impegnarsi al 100% e a essere rispettosi. Erano tutti del posto e anche l'atmosfera magica del film li ha spinti a fare il loro meglio".
Non solo una fiaba
La voce narrante di Leo Gullotta apre il film Italo come se fosse una fiaba ma la storia di Italo Barocco, chiamato così proprio per onorare l'arte che rende unica la città di Scicli, ha basi reali e questo, secondo la regista, non va dimenticato. "Io stessa ho incontrato Italo in una vigilia di Natale" confessa Alessia Scarso ricordando la "sua" amicizia con lo speciale quadrupede "mi ha accompagnato nella mia passeggiata a Scicli. Ho cominciato ad approfondire la sua storia e ho scoperto che il cane aveva addirittura un ufficio stampa. Nel film abbiamo unito eventi accaduti realmente a fatti di fiction. Questa non è una favola ma una storia meravigliosa". Anche Marco Bocci pensa che "fiaba" o "favola" non siano i generi esatti in cui racchiudere in un solo termine quello che effettivamente Italo il film e sottolinea "non credo proprio che sia una favola. Essendo basato su un fatto di cronaca è difficile scordarti che quello che vedi è successo veramente".