La rinascita di Isabella Rossellini: da La chimera alla suora da Oscar di Conclave

Dopo aver affiancato Josh O'Connor nel film di Alice Rohrwacher, l'attrice è candidata al Golden Globe per il ruolo di suor Agnes in Conclave, che potrebbe portarla in lizza agli Oscar.

Conclave: un'immagine di Isabella Rossellini

Anche se noi suore dovremmo essere invisibili, Dio ci ha comunque dato occhi e orecchie...

È una presenza silenziosa, suor Agnes, ma tutt'altro che invisibile. In un film, Conclave, costruito essenzialmente sui confronti verbali fra i personaggi, la figura della religiosa si distingue come una presenza perlopiù muta e discreta, impegnata nel servizio dei Cardinali riuniti a Roma per l'elezione del nuovo Pontefice. Una donna in un mondo di uomini, relegata in una categoria nettamente inferiore rispetto al piano su cui agiscono - e si scontrano - il Decano Thomas Lawrence di Ralph Fiennes e tutti gli altri comprimari della pellicola. E tuttavia, ogni qual volta suor Agnes si ritaglia un posto all'interno dell'inquadratura, risulta impossibile distogliere l'attenzione dal viso severo e dallo sguardo inquieto di una magnetica Isabella Rossellini.

Conclave: la misteriosa suor Agnes di Isabella Rossellini

Isabella Rossellini Conclave
Un profilo di Isabella Rossellini in Conclave

A settantadue anni, l'attrice italiana ha appena dato vita a uno dei ruoli in assoluto più apprezzati della sua variegata carriera. Nel dramma diretto dal regista tedesco Edward Berger e tratto dall'omonimo romanzo di Richard Harris, la Rossellini veste i panni della monaca che gestisce la Domus Sanctae Marthae, l'alloggio dei centodiciotto membri del conclave: un microcosmo circoscritto, rigorosamente isolato dal resto del mondo, nella cui cornice si consuma una lotta senza esclusione di colpi tra le diverse fazioni della Curia, determinate a vedere un proprio membro ascendere al trono di San Pietro. All'inizio suor Agnes potrebbe apparire una semplice spettatrice di tale contesa, ma basta osservare la tensione latente negli occhi di Isabella Rossellini per intuirne la partecipazione emotiva e la consapevolezza di detenere un pericoloso segreto.

Rossellini Efa
Isabella Rossellini con il Premio alla Carriera agli European Film Award 2024

Galvanizzato dall'ottimo responso della critica, attualmente Conclave ha incassato quasi sessanta milioni di dollari in tutto il mondo, registrando circa quattrocentocinquantamila spettatori nelle sale italiane: un successo destinato a crescere sull'onda dei consensi riscossi dal film di Edward Berger nell'awards season americana, con sei nomination ai Golden Globe, undici nomination ai Critics' Choice Award e un posto in prima fila per la prossima edizione degli Oscar. Una pioggia di lodi di cui sta beneficiando in maniera diretta pure Isabella Rossellini, candidata al Golden Globe e al Critics' Choice Award come miglior attrice supporter, pochi giorni dopo aver ricevuto il Premio alla Carriera agli European Film Award proprio dalle mani del suo partner in Conclave, Ralph Fiennes.

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Dagli esordi con Minnelli e i Taviani al successo de La chimera

La Chimera
La chimera: un'immagine di Isabella Rossellini

In attesa di sapere se gli elogi per la Rossellini proseguiranno anche con l'annuncio delle nomination agli Oscar (il 17 gennaio), Conclave sta segnando comunque il coronamento di una "seconda giovinezza" per l'attrice nata a Roma, figlia di due giganti del calibro di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. Una rinascita professionale iniziata un anno e mezzo fa con un'altra ottima interpretazione ne La chimera, scritto e diretto da Alice Rohrwacher, in cui Isabella Rossellini tracciava con autoritaria vivacità il ritratto dell'eccentrica Flora, madre della (defunta?) fidanzata del tombarolo Arthur, impersonato da Josh O'Connor. La chimera si era imposto tra i film più applauditi del 2023 ed era valso alla Rossellini il Nastro d'Argento come miglior attrice supporter, oltre alla candidatura al David di Donatello.

Isabella Rossellini
Un primo piano di una giovanissima Isabella Rossellini

Il biennio 2023/2024 è corrisposto dunque a un capitolo sorprendente nel percorso artistico di Isabella Rossellini: un percorso che, fin dagli esordi davanti alla cinepresa, si è mantenuto in un anomalo equilibrio fra il cinema europeo e quello statunitense. Dopo il debutto nel 1976 in una parte secondaria (sempre nelle vesti di una suora) in Nina di Vincente Minnelli, con sua madre Ingrid Bergman, nel 1979 recita per la prima volta da protagonista nel dramma sentimentale Il prato dei fratelli Taviani, per il quale si aggiudica il Nastro d'Argento come miglior attrice emergente; un anno più tardi è nel cast della popolare commedia Il pap'occhio di Renzo Arbore, a cui segue però una lunga pausa dal cinema per dedicarsi al lavoro da modella, che per almeno un lustro diventa la sua attività primaria.

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Velluto blu e la consacrazione a Hollywood

Velluto Blu
Velluto blu: Kyle MacLachlan e Isabella Rossellini

Approdata a Hollywood nel 1985 con Il sole a mezzanotte di Taylor Hackford, dramma sentimentale sullo sfondo della Guerra Fredda, nel 1986 Isabella Rossellini si cimenta con uno di quei personaggi in grado di imprimersi nell'immaginario cinematografico: Dorothy Vallens, tragica e misteriosa chanteuse il cui oscuro fascino irretisce il giovane Jeffrey Baeumont di Kyle MacLachlan. Il film ovviamente è Velluto blu, capolavoro sugli orrori dell'America suburbana partorito dalla fantasia di David Lynch (compagno di vita dell'attrice fino al 1991), e la Rossellini domina la scena con la sensualità conturbante della sua Dorothy, suggerendone a più riprese il perverso connubio tra fragilità e masochismo.

Death Becomes Her
La morte ti fa bella: Isabella Rossellini nel ruolo di Lisle von Rhuman

Annoverato fra le pietre miliari del moderno cinema americano, Velluto blu fa guadagnare a Isabella Rossellini l'Independent Spirit Award come miglior attrice e ne certifica una volta per tutte la credibilità di interprete, permettendole di non restare ingabbiata nell'etichetta di semplice "figlia d'arte". Da lì in poi arriveranno altri ruoli 'sostanziosi' (I duri non ballano di Norman Mailer, Cugini di Joel Schumacher, The Innocent di John Schlesinger), eppure non sempre a Hollywood sembrano sapere come valorizzare questa star atipica, che non rientra in alcuna categoria prestabilita. Non è un caso, probabilmente, che siano proprio i personaggi fuori dagli schemi a mettere in luce le sue doti: si pensi all'irresistibile apparizione nella black comedy La morte ti fa bella di Robert Zemeckis, nella parte dell'algida e fascinosa Lisle von Rhuman, dispensatrice del filtro dell'eterna giovinezza.

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Gli otto minuti da Oscar di una magnifica "eminenza grigia"

Friends Rossellini
David Schwimmer con la guest star Isabella Rossellini in Friends

Dalla metà degli anni Novanta, i titoli più interessanti della filmografia di Isabella Rossellini andranno ricercati nel campo delle produzioni indipendenti, seppure con una visibilità limitata: Big Night di Campbell Scott e Stanley Tucci, Fratelli di Abel Ferrara, Infamous di Douglas McGrath, Two Lovers di James Gray ed Enemy di Denis Villeneuve. Mentre, a riprova di una statura iconica che trascende i numeri del box-office, basterebbe l'irresistibile cameo nei panni di se stessa nella sitcom Friends, in cui è il "sogno erotico" oggetto del disastroso tentativo di approccio di Ross Geller. Ora, in procinto di celebrare mezzo secolo di carriera nel cinema, l'attrice ha sfruttato al meglio il suo ruolo in Conclave per ridar prova di un talento a cui, per tornare a splendere, bastano appena una manciata di battute e otto minuti sullo schermo.

Conclave Rossellini
Conclave: un'immagine di Isabella Rossellini

In una categoria spesso occupata impropriamente da co-protagoniste, la speranza è che questi otto minuti siano comunque sufficienti a portare a Isabella Rossellini una meritata candidatura all'Oscar; nel caso, sarebbe la prima interprete italiana a ottenere la nomination dal 1999 (Roberto Benigni con La vita è bella) e soltanto la terza italiana a concorrere come miglior attrice supporter, a cinquant'anni di distanza da Valentina Cortese per Effetto notte. E la 'benedizione' dell'Academy costituirebbe un sacrosanto riconoscimento per una performance esemplare, tutta giocata in sottrazione: con quelle occhiate imperiose che dicono più di qualunque parola, con il rigore nel tenere a freno un nervosismo lacerante, e infine con poche frasi affilate come lame... il momento formidabile in cui suor Agnes si rivela l'autentica "eminenza grigia", capace di mettere in scacco con squisita disinvoltura un'intera massa di eminenze porporate.