Isabella Rossellini a Roma 2023 ha ricevuto il Premio alla carriera: a consegnarglielo Renzo Arbore, con cui ha cominciato i primi passi nel mondo dello spettacolo, e Alice Rohrwacher, che l'ha diretta nel suo ultimo film, La chimera, presentato in concorso al Festival di Cannes 2023. La regista ha scritto per lei un discorso molto appassionato, dichiarando la totale adorazione per questa donna entrata nella storia del cinema.
Come attrice Rossellini ha infatti lavorato con autori quali David Lynch, Robert Zemeckis, Peter Greenaway, prendendo parte a diverse pellicole diventate di culto, su tutte Velluto Blu, Cuore selvaggio, La morte ti fa bella. Negli ultimi anni ha però deciso di passare dietro la macchina da presa, grazie alla collaborazione con Guy Maddin, che la volle nel corto The Heart of the World (2000) e che, come ha spiegato lei stessa, l'ha poi accompagnata nei suoi primi passi alla regia.
Alla Festa del Cinema di Roma 2023, ripercorrendo la propria carriera, l'attrice e regista ha tenuto una lezione di cinema, rivelando diversi aneddoti e dietro le quinte. I film di Isabella Rossellini sono infatti anche la chiave per capire la persona dietro uno dei volti più riconoscibili mai apparsi sullo schermo. Partiamo dalla fine: l'ultimo ringraziamento è stato per suo padre, Roberto Rossellini. Che, dovendo fare una lezione sul set, si arrabbiò con gli studenti, dicendo: "Perché guardate la macchina da presa? Se fossi uno scrittore guardereste la mia penna"?! Parole rimaste impresse nella futura autrice di Green Porno (2008), che ammette: "Grazie a lui ho capito che cosa dire è più importante dello stile. Quello viene dopo. Questo è stato il suo grande insegnamento".
Isabella Rossellini: dalla tv con Arbore alla moda grazie a Bruce Weber
Isabella Rossellini ha ereditato la bellezza da sua madre Ingrid Bergman. Anche se all'inizio non pensava proprio a lavorare nel mondo dello spettacolo. Giovanissima, a New York era l'assistente di Gianni Minà, che non parlava inglese, e quindi la mandò a fare interviste. Racconta con il sorriso quel periodo della sua vita: "Ho conosciuto anche Muhammad Alì! Lì ho cominciato a imparare le tecniche di montaggio. Invece da Renzo e collaboratori come Luciano De Crescienzo ho imparato che se si racconta qualcosa con umorismo è più divertente per noi e per voi".
Poi, grazie a un incontro fortunato, arriva la carriera da modella: "A New York ho incontrato a una festa Bruce Weber, che mi ha chiesto di fotografarmi: non avrei mai immaginato che questo avrebbe aperto la strada a una carriera da modella. Pensavo che un giorno avrei mostrato la rivista ai miei nipotini per far vedere com'ero da giovane! Prima ho avuto un piccolo flirt con Fabrizio Ferri, ma non mi aveva mai chiesto di fotografarmi. Io però ho il cinema nel sangue: non solo per i miei genitori, ma anche per i miei nonni, Justus Samuel Bergman, che era un fotografo, e Angiolo Giuseppe Rossellini, che ha aperto, a Roma, il cinema Barberini".
Ok il cinema nel sangue, ma nella moda Rossellini ha avuto un grande successo: "Ho fatto 500 copertine, di cui 38 con Vogue. Richard Avedon mi ha convinto a fare l'attrice: all'inizio non volevo, perché avevo paura del confronto con mia madre. Avedon però mi disse che il lavoro di una modella è come il lavoro degli attori del muto: uno non fotografa solo la bellezza, dietro ci deve essere un'emozione. Senza emozione non c'è bellezza. Quindi mi sono iscritta alla scuola di recitazione".
Isabella Rossellini: filmografia
Per diventare attrice Isabella Rossellini ha studiato, anche sul suo accento: "Ho lavorato per eliminare il mio accento, ma non ci sono riuscita. Ci ho lavorato molto però, per cercare di ridurlo. Adesso mi prendono per fare personaggi con un accento, ma un accento che non si può ricondurre a un paese in particolare! Come in Gli Incredibili e Marcel the Shell".
Fondamentale l'incontro con David Lynch, con cui ha anche avuto una relazione: "David non parla sul set, ma si illumina quando vede qualcosa che gli piace. Quindi ho seguito le sue reazioni per capire come costruire i miei personaggi nei suoi film. In Cuore selvaggio mi sono ispirata a Frida Kahlo: di capelli e sopracciglia era entusiasta, quando ho proposto i baffi invece ha fatto una faccia! Era troppo. Per la scena di Velluto Blu in cui cammino con le braccia aperte invece ho preso ispirazione dalla foto della bambina nuda nella Guerra del Vietnam. Alla fine tutta la troupe piangeva".
Isabella Rossellini e la chirurgia
Durante la masterclass Isabella Rossellini ha parlato anche del suo rapporto con la chirurgia: "In Blue Velvet si vede anche la cicatrice sulla schiena, David Lynch ha voluto lasciarla, per dare un ulteriore senso di mistero. Sono stata operata di scoliosi da piccola, era molto grave. Ogni volta stavo all'ospedale per mesi e dovevo imparare di nuovo a camminare. Credo che faccio tanto e tutto subito perché penso che magari il mese dopo non sarò in grado di camminare. Sono operazioni estremamente dolorose. Per questo non ho voluto aggiungere a quelli fatti anche interventi di chirurgia plastica. Come si vede nell'ultima copertina di Vogue che ho fatto. Non perché sia contro la chirurgia plastica, per me va bene la libertà assoluta: io voglio essere libera di avere le rughe".
Isabella Rossellini: dal restauro alla regia
Rossellini è stata sposata con Martin Scorsese. L'autore di Toro Scatenato le ha trasmesso la passione per il restauro. Un primo passo importante nel suo percorso da autrice: "Sono stata la moglie di Scorsese, che è un grandissimo storico del cinema e uno dei primi che si è preoccupato del deterioramento delle pellicole. Mi ha trasmesso questa attenzione per i restauro: mi sono occupata della salvaguardia dei film dei miei genitori. Mi preoccupavo per quelli di mio padre, che sono stati molto apprezzati, ma raramente sono stati grandi successi al botteghino. E forse le nuove generazioni non li hanno visti. Abbiamo creato per i nostri genitori un grande archivio: quello dei film di mio padre è qui in Italia, quello dei film di mia madre alla Western University".
Isabella Rossellini in Velluto blu: una femme fatale 'scandalosa' nel capolavoro di David Lynch
La prima esperienza come regista è arrivata nel 2006, grazie, come dicevamo a Guy Maddin: "La troupe di Guy è di 7-8 persone: tutti fanno tutto. Nessuno gira come lui. Insieme abbiamo fatto anche un film per i 100 anni di mio padre, My dad is 100 years old (2006): per me è stata la prima volta alla sceneggiatura e alla regia, che abbiamo fatto insieme. Non riuscendo a immaginare nessun attore che potesse interpretare mio padre, mi sono venuti in mente dei momenti insieme: lui era grasso, aveva una pancia enorme, calda morbida, che amavo. Per questo l'ho immaginato come una pancia. Lui diceva sempre che era invidioso delle donne, perché avrebbe voluto allattarci tutte! Robert Redford ha visto il film e gli è piaciuto molto: lo ha acquistato per il suo canale televisivo Sundance TV, che promuove il cinema sperimentale".
Isabella Rossellini regista
L'amicizia e la collaborazione con Maddin hanno cambiato la vita di Isabella Rossellini: "Dopo aver fatto il film con Guy Maddin, che il mio agente mi aveva detto si sarebbe tagliato le vene se lo avessi fatto, lui non ha più voluto rappresentarmi. Ne ho contattati altri, ma mi dicevano tutti: non sappiamo che fare con un'icona. Anche Lancôme, di cui ero testimonial, non mi ha più rinnovato il contratto. Mi hanno spiegato che la pubblicità non riguarda la realtà, riguarda i sogni e tutti sognano di essere giovani e belli. Allora, per non cadere in depressione, mi sono iscritta all'università a un corso di etologia. Ero la studentessa più vecchia!"
Il mondo animale anche è cruciale nella vita dell'artista: "Da piccola mio padre mi ha regalato il libro La scienza dei sigilli del re Salomone, sul comportamento animale. Pensavo che avrei fatto quello. Ma ero bella, quindi prima ho fatto la modella e poi l'attrice. Ma come potevo diventare regista? Non so niente di tecnologia: di obbiettivi, di macchine da presa. Ma, grazie al restauro, avevo visto tanti film, soprattutto del muto. E mi sono ispirata a Georges Meliès. Quale sarebbe stato il tono dei miei film? Sicuramente comico, ma volevo anche provocare sorpresa oltre che risate. Ho pensato quindi a Buster Keaton: il suo volto era sempre serio, aveva come una perplessità verso la vita. Mi sono ispirata a lui".
Attraverso i suoi corti sulla sessualità degli animali, Rossellini ha trattato argomenti importanti, come la violenza sessuale, che affronta in Seduce me: Duck (2010). Passare dall'altro lato della macchina da presa è stato fondamentale per lei, che rimpiange solo di non aver cominciato prima: "Se dovessi rivivere la mia vita farei la regista da più giovane: ci ho messo tanto tempo per il solito bla bla sulle donne. È più difficile per le donne fare le registe. Per non parlare di diventare scienziate o etologhe".