Io sono nessuno 2, recensione: un sequel sgangherato e divertente a cui voler bene

Bob Odenkirk dimostra quanto l'attore protagonista faccia sempre e comunque la differenza in un film gassato e, nonostante tutto, trascinante. Al cinema.

Bob Odenkirk nell'artwork del sequel

La faccia giusta, quella che esce "fuori dallo schermo". Oltre la sceneggiatura, oltre la regia. Perché l'attore protagonista fa sempre la differenza, nel bene e nel male. Crediamo o non crediamo in ciò che vediamo grazie alla relazione diretta che un attore instaura con noi, con il pubblico. E allora, oltre ad uno script che balla in cerca dell'effetto, e oltre al montaggio che ragiona per eccesso tagliando la continuity senza la giusta lucidità, la grande forza di Io sono nessuno (Nobody, in originale) continua ad essere Bob Odenkirk, meraviglioso normal man votato all'azione in perfetto stile last-action-hero, diretto questa volta da Timo Tjahjanto e scritto ancora da Derek Kolstad insieme ad Aaron Rabin.

Io sono nessuno 2: in vacanza con Hutch Mansell

Io Sono Nessuno Bob Odenkirk Foto
Io sono Nessuno 2: Bob Odenkirk ricoperto di sangue

Insomma, conosciamo bene l'Hutch Mansell di Bob Odenkirk. Ex revisore per la CIA e l'FBI chiamato dal Governo per fare il solito lavoro sporco. Picchia più forte di un pugile, ha la mira infallibile e, soprattutto, riesce sempre a passare inosservato. Graffio dopo graffio. Una vita al limite, che poco si sposa con gli obblighi di un padre e di un marito. La moglie, Becca (Connie Nielsen), è stanca di aspettarlo "per cena" (paradigma invertito rispetto al primo capitolo), e pure il rapporto con i figli, Brady e Sammy (Gage Munroe e Paisley Cadorath), non gira nel verso giusto.

Non resta che prendersi una vacanza tutti insieme, per "costruire dei ricordi". La meta? Non poteva che essere un ritorno al passato: una piccola cittadina vacanziera in cui Hutch passava l'estate da ragazzino. Peccato che, volente o nolente, Hutch si scontra con la polizia locale, che orchestra i traffici illegali della spietata Lendina (Sharon Stone, che torna finalmente in un ruolo alla sua altezza).

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Un sequel che picchia duro

Io Sono Nessuno Sharon Stone
Sharone Stone in scena

Lo schema messo in campo nel sequel di Timo Tjahjanto (l'assenza di Il'ja Najšuller, che aveva diretto il film del 2020, si sente) è pressoché lo stesso già visto nel primo - folgorante - capitolo (divenuto un caso, soprattuto in America). Una sorta di comfort zone votata all'intrattenimento, l'esaltazione dell'uomo comune, dell'outsider da sostenere e, perché no, anche abbracciare.

Io Sono Nessuno Famiglia Mansell
La famiglia Mansell

Vogliamo bene ad Hutch Mansell, gli vogliamo bene perché dietro di lui c'è il talento di Bob Odenkirk, e poi perché dietro la sua normalità ritroviamo i tratti del miglior anti-eroe. Uno che le prende, che cade, che si rialza e che, nonostante tutto, riesce a fare sempre la cosa giusta. Insomma, il papà o il marito che vorremmo. Forse, anche l'uomo che aspireremo ad essere. Una violenza teatrale che ammicca alla commedia, e ovviamente contestualizzata rispetto alla finzione scenica. Una violenza da prendere per quella che è, che si lega al galvanizzante senso del buono che picchia il cattivo, esaltando ogni colpo sferrato. Un archetipo che non stanca, e che continua ad essere la certezza delle migliori saghe action, da John Wick a Taken.

Cinema d'intrattenimento da consumare con pop-corn e bibita ghiacciata

Io Sono Nessuno Bob Odenkirk Primo Piano
Un primo piano di Bob Odenkirk

Una leggerezza d'intenti che, però, finisce 'sta volta per risultare sgangherata e approssimativa. Certo, in questo caso, e visto il diametro del film, è relativo: Io sono nessuno 2 mantiene vivo lo spirito di un nuovo brand action che sfrutta al meglio la "normalità" del personaggio principale (e ripetiamo quanto Hutch sia cucito al millimetro per l'ex Saul Goodman), ora enfatizzato da un contesto famigliare che si rivela adatto allo scopo cercato: se è fondamentale alzare lo sguardo e creare dei ricordi, bisogna ripartire dagli affetti più cari, prendendo la distanza dal superfluo e dalla tossicità. Un contesto preciso per essere riletto secondo i dettami del miglior film d'azione, gassato e zuccherato come un bibita ghiacciata da sorseggiare al cinema. C'è qualcosa di meglio?

Conclusioni

Non c'è dubbio, sono i personaggi a fare la differenza in un film action. Il sequel di Io sono nessuno potrebbe essere sgangherato e approssimativo, tuttavia funziona nel suo spirito gassato e divertito, incline all'umorismo e all'azione. Dimostrando ancora una volta quanto Bob Odenkirk sia un attore strepitoso. E il duello con Sharon Stone, versione villain, è imperdibile.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Bob Odenkirk.
  • La presenza di Sharon Stone.
  • Un sequel gassato e divertente...

Cosa non va

  • ... Ma forse un po' troppo sgangherato.