Io e mio fratello, la recensione: una brava Denise Tantucci per una commedia equilibrata

La recensione di Io e mio fratello: il solito equivoco, un buon cast, una giusta naturalezza. Pochi guizzi, ma visione rilassata (e intelligente) per la commedia diretta da Luca Lucini. In streaming su Prime Video.

Io e mio fratello, la recensione: una brava Denise Tantucci per una commedia equilibrata

Il peso delle aspettative, il ritorno a casa, e il ricordo che invade il presente. Tra doveri emozionali e doveri famigliari. In mezzo c'è l'intreccio. L'intreccio classico della più classica commedia agrodolce che, per inflessioni e tendenze, oggi chiameremo dramedy. Mai troppo melenso, mai troppo esagerato, mai troppo divertente. Anzi, riassumiamo: mai troppo sbilanciato, in un senso o nell'altro. E poi l'onestà - lodevole - di abbracciare un nuovo (ma ormai assodato) mondo e modo distributivo. Mentre il grande schermo rimbalza (quasi) il linguaggio della commedia, è il divano la comfort zone del genere più complicato e complesso di tutti. Complicato, perché parlare di amore su più piani è sempre difficile, ed è difficile tenere il controllo del linguaggio.

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Io e mio fratello: un'immagine del film

Così, riassumendo: Io e mio fratello, diretto da Luca Lucini, e accolto appunto dal catalogo streaming di Prime Video, è una commedia progressista che, però, tiene in piedi un archetipo già visto, intanto che il copione scorre esattamente come preventivato, senza picchi o capogiri. Dall'altra parte, c'è una storia di persone che si amano - o che si vorrebbero amare - e che amano (e all'apparenza odiano) la terra da cui provengono. Un film di addii e di ritorni, che analizza la generazione dei trentenni, anch'essi alle prese con un equilibrio precario. In costante ansia tra le scelte di vita e le scelte d'amore. E poi, eccolo: l'amore contemporaneo, che tratta in modo naturale l'identità di genere senza sottolineare quello che potrebbe essere il tema cardine del film. Una nota lodevole: perché la vera progressione tonale avviene quando il tono stesso non abusa dell'argomento, puntando sulla realtà invece che sull'artificio. Finalmente.

Io e mio fratello: la trama

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Io e mio fratello: una scena

Su soggetto di Marta Storti e Ilaria Storti, Io e mio fratello gira attorno al concetto di pecora nera. O, se volete, di mosca bianca. Chi è? Sofia (Denise Tantucci) che, a ventotto anni, trova e lascia una miriade di ragazze, giusto il tempo di un appuntamento. Nata in Calabria vive e lavora a Milano, condividendo l'appartamento con l'amico Alessandro (Claudio Colica), che ha il sogno di fare il rapper (ma copia le strofe dai grandi poeti). I rapporti con la sua famiglia sono ormai sfilacciati, soprattutto verso suo fratello Mauro (Cristiano Caccamo) che non ha lasciato la terra d'origine continuando a gestire l'azienda vinicola di famiglia. Ma se l'equivoco domina (purtroppo) il nostro concetto di commedia (plurale maiestatis), eccolo puntualissimo in agguato: Alessandro sta per sposarsi con Michela (Greta Ferro), ossia l'unico e vero amore mai avuto da Sofia. L'invito alle nozze, ovvio, scatenerà uno scontato putiferio. Il ritorno in famiglia della ragazza, infatti, solleverà questioni aperte, ma anche nuove e (mature?) consapevolezze.

Io e mio fratello, Denise Tantucci: "Una commedia moderna che abbraccia il passato"

Una brava Denise Tantucci per un dramedy rilassato

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Io e mio fratello: una scena del film

Io e mio fratello, impeccabile dal punto di vista tecnico (una gran bella tavolozza di colori, adocchiati dal direttore della fotografia Manfredo Archinto), e dosato nella sua trasformazione che apporta (e supporta) i molti (troppi?) personaggi - menzione d'onore alla "Zia" Teresa Mannino, oltre che alla naturalezza comica di Claudio Colica -, potrebbe poi essere letto come un'efficace digressione sul concetto dietro l'astratto verbo "performare". Come scritto, gli autori intelligentemente scelgono i trentenni, stiracchiati tra le certezze famigliari e la voglia sacrosanta di farcela da sé. L'amore, mostrato e predominante, può essere il filo che lega la storia, ma sarà proprio l'individualità sociale ed esistenziale che assume la forma equivoca del racconto.

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Io e mio fratello: una sequenza del film

Una forma luminosa raffigurata attraverso la Calabria (secondo il New York Times è la meta turistica del futuro!), metafora arcaica e gioiosa di un ritorno che profuma di casa, di affetti, di aggraziata nostalgia. Tuttavia, se i toni sono essenziali per un rilassato approccio streaming, e non c'è mai una riflessione indotta e troppo scontata, potrebbe essere la staticità tonale ed emotiva a bloccare la complessiva riuscita di Io e mio fratello, affievolendo l'energia che, a più riprese, prova ad uscire dai binari, tra guizzi, intuizioni e assoli. Proprio come Sofia, caparbia e concentrata nella sua essenzialità, ritratta in modo preciso da una Denise Tantucci oggettivamente sempre più brava.

Conclusioni

Fluidità emozionale, naturalezza, compostezza. Un buon cast, una bella cornice, un'ottima tecnica. Tutto qui? Sì, perché come scritto nella nostra recensione, Io e mio fratello soffre troppo di una forte staticità, fermandosi un attimo prima di partire davvero. Tuttavia, risulta piacevole e perfetto per un intelligente visione streaming.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Il cast, a cominciare da Denise Tantucci.
  • La tecnica e i colori.
  • Una commedia progressista senza sottolineatura.

Cosa non va

  • Pochi, troppo pochi guizzi.
  • Un tono statico.
  • Tutto procede come ampiamente intuibile.