Passato nel 2021 al Noir in Festival, arriva ora finalmente anche per il pubblico italiano, grazie all'uscita in homevideo targata Plaion, la possibilità di vedere e apprezzare Inexorable, un cupo thriller psicologico con venature erotiche che porta la firma del belga Fabrice Du Welz, garanzia di prodotti complessi, disturbanti e di qualità. Di quelli, come vedremo in questa recensione, capaci di scandagliare gli anfratti più oscuri e inquietanti dell'animo umano.
Racconti di amori malati e proibiti, di ossessioni, conditi da atmosfere misteriose e morbose, ben riprodotte dal grintoso girato in pellicola Super 16mm. Tutte caratteristiche che ritroviamo anche in questo lavoro del regista belga, che in una sorta di autocitazionismo richiama qua e là non solo tematiche, ma anche nomi dei suoi lavori precedenti, quasi a voler continuare con coerenza un suo percorso personale.
Una ragazza misteriosa e un torbido passato
In Inexorable lo scrittore Marcel Bellmer (Benoît Poelvoorde), reduce dal successo del suo romanzo che si intitola proprio come il film, si trasferisce nell'immensa villa di famiglia ereditata da sua moglie Jeanne (Mélanie Doutey) assieme alla consorte e alla figlia piccola Julie. Il padre di Jeanne era l'editore che per primo ha pubblicato le opere di Bellmer. La tranquillità della nuova location può rappresentare l'ideale per cercare nuova ispirazione per i lavori di Marcel, ma la pace viene progressivamente turbata dalla presenza di una ragazza misteriosa, Gloria (Alba Gaïa Bellugi), conosciuta in modo casuale con il ritrovamento del cane che era scampato dalla magione gettando nella disperazione la piccola Julie.
Gloria si guadagna subito l'affetto della bambina attraverso la sua abilità nell'addestrare il cane, ma poi ottiene anche la fiducia dei coniugi. Con uno stratagemma Gloria, che evidentemente ha un piano e sembra perdutamente innamorata di Marcel, oltre che dei suoi libri, riesce a far licenziare la domestica e a prenderne il posto. Ma si percepisce qualcosa di morboso che la lega al passato di Marcel, del quale dichiara di essere un'ammiratrice, gonfiando così l'ego dell'uomo. Il crescendo di tensione sarà inevitabile, con eventi sempre più inquietanti che getteranno la famiglia nel caos.
L'amore perverso e impossibile che diventa ossessione
Al centro dl lavoro di Fabrice Du Welz c'è come detto la storia di un amore impossibile, dalle sfumature perverse, di quelli destinati ben presto a sfociare in una pericolosa e pura ossessione. Il regista è capace di gestire bene le atmosfere morbose e claustrofobiche in cui mescola un po' di tutto, dal sesso deviato ai rapporti disfunzionali, dalla passione incestuosa alla carnalità di morsi e sangue. Una discesa nella follia che ha un indubbio impatto emotivo, come anche la progressiva scoperta di un passato misterioso e indicibile, nascosto in alcune lettere di Marcel. Anche lo stile si abbina perfettamente ai temi. La fotografia e le inquadrature sono molto ricercate, c'è un gusto estetico che crea un mix perfetto con il sound design, mentre il montaggio a tratti crea una tensione da puro thriller.
La doppia personalità e un finale di amore e sangue
In tutto questo gioca un ruolo chiave la bravura di Alba Gaïa Bellugi, capace di interpretare una doppia personalità anche con piccoli gesti o espressioni, apparentemente tranquilla e insicura, eppure così abile nel gioco di seduzione a diventare il grimaldello che sconvolge l'apparente quiete familiare e a farne emergere i segreti. Certo, ci sono alcuni passaggi apparsi un po' troppo semplicistici e artificiali, dal primo incontro con il cane al frettoloso licenziamento della domestica senza nessun riscontro.
E anche la prevedibilità sulla vera natura della protagonista è abbastanza evidente, visto che richiama personaggi del cinema del passato. Ma in ogni caso il percorso merita di essere fatto e anche grazie alle interpretazioni degli altri attori, Du Welz accompagna con abilità e disinvoltura lo spettatore verso un finale in crescendo, davvero cupo e crudele, senza concedere sconti, in un fatale e tragico mix di amore e sangue.
Il blu-ray: video grintoso, audio curato e un booklet
Come detto, abbiamo potuto apprezzare Inexorable grazie all'uscita homevideo targata Plaion Pictures, un blu-ray della collana Midnight Classic corredato dalla confezione slipcase e dal consueto booklet di approfondimento. Il video, riproducendo immagini girate in pellicola super 16mm, ha un aspetto un po' sporco e grintoso, ovviamente non spicca per nitidezza e il dettaglio è tendenzialmente morbido (comunque incisivo sui primi piani), ma il riversamento è buono con croma forte e vigoroso fedele alla fotografia, e una soddisfacente tenuta nelle scene scure, dove però i particolari talvolta fanno fatica ad emergere. L'audio in DTS HD 5.1 sia per l'italiano che per l'originale, è invece molto vivace nei vari effetti sonori e nella riproduzione della colonna sonora, capace di generare la giusta tensione grazie a un curato sound design. Ottimi per pulizia e timbro i dialoghi. Negli extra solamente il trailer, ma ricordiamo che c'è anche il booklet.
Conclusioni
A conclusione della recensione di Inexorable, sottolineiamo come il teso thriller psicologico di Fabrice Du Welz sia riuscito, attraverso atmosfere morbose e ben curate sul piano stilistico, a rendere con efficacia l’ossessione e la follia di un amore malato e impossibile, deciso a fare i conti con i misteri del passato. Alcuni passaggi troppo semplistici e una certa prevedibilità del personaggio, vengono riscattati da un finale in crescendo.
Perché ci piace
- Le atmosfere morbose e perverse sono rese in modo efficace.
- Il mix di amore proibito, sesso deviato, carnalità e sangue.
- Il finale cupo, crudele e disperato.
- La tensione di alcune scene grazie a un buon lavoro di montaggio.
Cosa non va
- Alcuni snodi narrativi sembrano un po’ artificiali.
- Il personaggio di Gloria sconta una certa prevedibilità.