Indagine di famiglia e "Un film nato per riscoprire le vite di luoghi e persone"

Gian Paolo Cugno torna al cinema con un film a metà tra America e Sicilia ispirato a una storia vera, tramite la quale raccontare l'importanza della memoria per riscoprire le vite di luoghi e persone. La nostra intervista.

Gian Paolo Cugno sul set di Indagine di famiglia.

"Volevo prima di tutto fare un film en plein air, all'aria aperta, in mezzo alle cose vive, vere. Mi piace andare dove le storie vivono, mi piace muovermi dove posso visivamente inquadrarle". Così Gian Paolo Cugno presenta Indagine di famiglia, la sua nuova fatica scritta e girata a ben otto anni da I cantastorie.

Indagine Di Famiglia Scena
Un bambino nella Sicilia del passato in Indagine di famiglia.

La storia del film raccorda Sicilia e Stati Uniti d'America ed inizia con una lettera recapitata con sessant'anni di ritardo alla signora Maria Spada, emigrata in Connecticut nel Dopoguerra, proprio il giorno del suo centesimo compleanno. Tramite essa un avvocato le comunica di aver trovato delle prove dell'innocenza del papà Nicolò, dello zio e del nonno, accusati di aver ucciso un ricco proprietario terriero. A far luce sulla vicenda ci vuole pensare Nick, il giovane nipote di Maria, che parte per l'Italia, scoprendo un mondo che non si sarebbe mai aspettato.

Indagine di famiglia racconta una "un storia di ingiustizia" - dice Cugno - "che è universale e ne ingloba tante altre, tutte importantissime. Io ho solamente scelto quella che, tra tutte quante, poteva rappresentare il pretesto migliore per parlare del fatto che, ieri come oggi, persino nel nostro libero mondo occidentale, i potenti hanno potere di vita e di morte sugli altri".

Indagini di famiglia: le storie migliori sono quelle che capitano per caso

Indagine Di Famiglia
Un'immagine del film

A volte le storie ci capitano tra le mani per caso, come se la vita, improvvisamente, ce le presentasse semplicemente perché eravamo destinati a raccontarle. Il caso è stato un elemento importante anche per Indagini di famiglia: "la storia l'ho trovata grazie al mio attuale presidente della compagnia di produzione, ottantenne, che, inseguendo il suo sogno, è partito per l'America negli anni '50 ed è diventato un grande costruttore e un benefattore straordinario. Un uomo che nella vita non si incontra mai, un uomo che ha sempre amato il cinema e il teatro" - spiega Gian Paolo Cugno - "È stato lui a cercarmi, dicendomi di voler fare un film sulla storia della suocera di 102 anni, la bambina del film, la figlia dell'unico tra gli accusati che si salva dalla cella".

Una signora dalla vita lunga e straordinaria, per quanto segnata da un tragico evento come quello raccontato nel film, come spiega il regista: "dopo il processo lei ha vissuto nella casa di famiglia, che io ho ricostruito nel film nello stesso posto dove sorgeva in origine, e dopo qualche tempo ha deciso di andare in America. La casa è rimasta chiusa fino ad oggi per sua irremovibile decisione, dato che per lei era solo la casa dell'infelicità della sua famiglia. Purtroppo la signora è morta di Covid e non è riuscita a vedere la pellicola".

Indagine Di Famiglia Film
Una scena di Indagine di famiglia.

Una vicenda come quella di Indagine di famiglia è qualcosa di cui avere grande cura, perché ha dentro di un sé un vissuto emotivo importantissimo, sia per coloro che sono coinvolti e sia perché rappresenta il ritratto di un momento storico di un luogo preciso, quindi non si poteva fare altro che girare guidati da: "la ricerca del reale - come spiega il regista - Io non conosco altro modo per fare un film, mi piace dare quel senso di autenticità, con ogni mezzo possibile, e ti posso assicurare che non è mai facile e non lo è stato neanche questa volta tra permessi e via dicendo. Ma, ripeto, era l'unico modo che conosco".

Il cinema deve avere cura della memoria

Indagine Di Famiglia Giudice
Mariano Rigillo in Indagine di famiglia.

Quando Gian Paolo Cugno parla del suo Indagine di famiglia fa trasparire un grande senso di responsabilità: "Nel mio film volevo denunciare l'abbandono di una Sicilia ormai ridotta in rovine. Avevo la voglia di riportare alla vita alcuni luoghi meravigliosi, come la chiesa del '600 affrescata per la quale ho cambiato la sceneggiatura, oppure il castello abbandonato del '500, lasciato a se stesso, totalmente in disuso, ma invece ancora meraviglioso". C'è una grande parte del film dedicata infatti all'importanza nella Storia, anche nel rapporto tra due Paesi: "Mi piaceva anche fare un parallelo tra la poca Storia dell'America la nostra, ricchissima. Un americano che arriva in Sicilia non capisce, giustamente, nulla. La Sicilia è un mondo, la Sicilia è un continente a parte, in cui superstizione, religione, terra, cielo, passato e futuro si intrecciano in dei modi unici".

Non a caso una delle frasi chiave della pellicola è "La memoria degli uomini sopravvive alle loro ossa", come dice Cugno: "Il film nasce dalla voglia di riscoprire, di raccontare le vite dei luoghi e delle persone. Ogni vita è importante e degna di essere raccontata. Il cinema può conservarne la memoria e farla tornare alla luce. Io credo che ognuno di noi lasci un'impronta nei luoghi che abita, un lascito, una traccia poetica che passa di generazione in generazione, come un legame perenne, quasi biologico. Può essere rappresentato da un oggetto, come la chiave del film, o qualcos'altro, come l'ulivo che ho piantato per mia figlia. Ma la memoria può essere anche una questione irrisolta, che nasce in un'epoca e termina in un'altra. Questo racconto nel film, anche perché non saprei di cos'altro parlare".

Indagine Di Famiglia Protagonista
Michael Ronda in una sequenza

"Io sono il ragazzo. Uno dei grandi dolori della mia vita è stato mio nonno che sapeva di non poter vedere crescere i miei figli - continua Cugno - Credo che tutti debbano fare i conti con la propria famiglia, perché da essa non si può e non si deve fuggire. In Indagine di famiglia aggiungo che questa può essere una grande avventura. Il mio protagonista prende la riscoperta delle use origini come la grande avventura della sua vita, un modo per potersi mettere a posto, trovare come posizionarsi rispetto al suo mondo interiore e, di conseguenza, quello esteriore. Forse ai giovani servirebbe questo e sono ottimista e voglio essere ottimista su questo".