Dopo aver conquistato premi e favori in tutto il mondo con il film Truman - Un vero amico è per sempre, sono arrivati anche in Italia il regista Cesc Gay e il co-protagonista Javier Cámara. Grazie alla distribuzione di Satine Film anche il nostro pubblico avrà modo di vedere questo film, delicato e commovente, una delle maggiori sorprese di questa stagione cinematografica. Oltre a Troilo, l'interprete a quattro zampe del film, Camara è parte di un trio capitanato dall'attore argentino Ricardo Darín.
I loro talenti si sono uniti per dare vita ad una riflessione agrodolce sulla morte, la malattia e l'amicizia. Contrariamente ai toni con cui siamo soliti affrontare questi temi dolenti, il regista nonché co-sceneggiatore privilegia la pacatezza e il senso del pudore. Il suo approccio e le brillanti performance di Cámara e Darín hanno colpito prima il pubblico del Festival di Toronto e poi quello di San Sebastian, dove il film ha vinto il primo premio. Ai Goya, gli Oscar del cinema spagnolo, Truman ha fatto incetta di riconoscimenti. Ne abbiamo parlato con i diretti interessati.
Il fattore autobiografico
Il pregio più evidente di questo film è la sua sincerità, è dovuta alla sua natura autobiografico?
Cesc Gay: Purtroppo ho avuto l'esperienza di accompagnare un famigliare in questo stesso processo di malattia. In quel periodo scrissi un diario senza uno scopo preciso. Chi scrive trova sempre una buona scusa per farlo. Poi dopo il mio penultimo film sono tornato a quegli scritti che si sono trasformati in una sceneggiatura.
Aveva già lavorato sia con Cámara che con Darín, come ha gestito la direzione degli attori?
Javier è un mio caro amico. Era facile lavorare con lui dopo tre film insieme. Ricardo lo conoscevo meno mentre loro non si conoscevano affatto. Ma siccome noi registi lavoriamo anche sulla base dell'intuito qualcosa mi diceva che sarebbero andati bene insieme. Ogni giorno Javier preparava la colazione a casa sua e ci preparavamo per andare sul set, conversando su quanto avremmo voluto esprimere. Dal momento in cui hanno capito l'equilibrio che ricercavo tra humour e tristezza, non mi hanno più prestato molta attenzione.
A lezione dal maestro
Tutto vero? Effettivamente nel film dimostrate un affiatamento fuori dal comune...
Javier Cámara: Per me è stato un miracolo. In Spagna abbiamo l'onore di lavorare con un attore argentino fantastico come Ricardo Darin cha riesce ad entrare in empatia con tutto il mondo. Abbiamo pianto e riso moltissimo insieme perché è estremamente generoso, l'umiltà in persona. Da grande voglio essere come lui. Per me è paragonabile ai vostri Toni Servillo o Silvio Orlando. Sono bravissimi. Osservarlo sul set è stato come frequentare un master universitario.
Qui in Italia si è discusso molto del fine vita, essendo un paese molto cattolico. Voi cosa ne pensate?
Javier Cámara: Lo chieda a lui perché io sono molto più radicale!
Cesc Gay: A questo argomento si riferisce in realtà una sola scena del film. Io credo che ognuno dovrebbe avere la libertà di scegliere ciò che sente, di vivere o di morire. Durante le prove io e Ricardo ci siamo confrontati sull'argomento ma nel film non si vede cosa succederà. Preferisco i film con il finale aperto.
Una dedica speciale
Come mai ha intitolato il film con il nome del cane?
Cesc Gay: Quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura il cane non era un personaggio chiave. Poi è diventato sempre più importante, fino a comporre un trio. Mi piaceva l'idea che la sua presenza rompesse un connubio e riflettesse la solitudine di Julian guidando le sue azioni. Era interessante notare come in quel momento della sua vita lui fosse preoccupato delle sorti del suo cane. Le persone che hanno dei cani possono comprenderlo. Metterlo anche nel poster e nel titolo era anche per accentuare il fatto che si trattasse anche di una commedia. Purtroppo il cane è morto a quattro mesi dalla fine delle riprese e anche per questo abbiamo dedicato il film a lui.
Javier Cámara: Ricardo ha quattro cani e la sua intesa con Troilo (il vero nome del cane) è stata immediata. Gli mancavano molto i suoi e trascorreva molto tempo a parlare con loro su Skype, trattandoli come faceva con la moglie o la mamma. Lui e Troilo hanno avuto una relazione bellissima e ha pianto moltissimo per la sua morte.
E lei com'è riuscito ad interpretare in modo così naturale un uomo alle prese con l'elaborazione del lutto per la morte di un amico che in realtà è ancora in vita?
Leggendo la sceneggiatura mi ha sorpreso che tra i due personaggi non ci fossero conflitti. Così ho chiesto spiegazioni al regista che mi ha spiegato che l'unico desiderio del mio personaggio era darsela a gambe levate. Nel film sono gli occhi dello spettatore, e rappresento tutte le difficoltà che abbiamo di parlare in genere della morte e della malattia, specie per gli uomini. Lui è un buon amico ma non vede l'ora di allontanarsi da quella situazione così complicata.
Il nome del cane, Truman, ha un significato particolare?
Cesc Gay: Ci siamo ispirati ad una foto nell'appartamento sul set di Ricardo che ritraeva Truman Capote. Poi ovviamente i riferimenti storici, letterari e cinematografici a quel nome sono tantissimi.
Javier Cámara: Il fatto che in realtà si chiamasse Troilo per Ricardo era un segno del destino perché è il nome di un noto musicista argentino. E Ricardo voleva a tutti i costi che cambiassimo il titolo del film!
Tra Haneke e Nanni Moretti
C'è qualche film che ha guardato o riguardato durante le riprese del suo?
Cesc Gay: Evito sempre di farlo per non farmi condizionare ma per i temi trattati mi sono sentito molto vicino alla sensibilità di Michael Haneke in Amour o a quella di Nanni Moretti ne La stanza del figlio, che è un film che adoro.
Qual è lo stato di salute del cinema spagnolo?
Javier Cámara: Alejandro Amenábar ha aperto le porte ai nuovi autori che oggi hanno la libertà di cimentarsi in vari generi. I registi spagnoli di ogni sono molto più preparati rispetto al passato, parlano inglese e hanno padronanza delle tecniche di riprese.
Cesc Gay: L'unico problema in Spagna è il potere della televisione. La maggior parte dei film vengono decisi in quei consigli di amministrazione e quindi solo il futuro potrà dirci cosa ne verrà fuori.