"Le favole vere sono tremende!" Da questa grande verità prende le mosse la serie animata Netflix in catalogo dall'8 ottobre e nella recensione di In una notte buia e spaventosa cercheremo di spiegarvi i motivi che la rendono una visione piacevole per l'originalità, l'ironia e gli spunti mutuate dai romanzi di Adam Gidwitz a cui si ispira: si parla di fiabe e lo si fa con tono adatto a tutte le età, ma non si rinuncia a ironizzare sugli aspetti più crudi e cupi di cui le cosiddette storie per l'infanzia sono tradizionalmente infarcite. E lo si fa partendo da due personaggi simbolo delle favole: Hansel e Gretel.
Dalla padella nella brace...
... o forse dovremmo dire dal forno per richiamare un momento chiave della storia dei due ragazzini creati dai fratelli Grimm (non a caso richiamati dal titolo originale A Tale Dark and Grimm della serie Netflix e del romanzo di Gidwitz), che sono protagonisti di In una notte buia e spaventosa, e il percorso travagliato che si trovano a compiere. Ritroviamo infatti Hansel e Gretel, ma in un contesto parzialmente diverso da quello a cui siamo abituati, perché se il punto di partenza è sovrapponibile alla celebre fiaba che li vedeva al centro del racconto, lo sviluppo va ben oltre, portandoli al di fuori della loro classica storia per un cammino nel cupo mondo delle favole per incontrare creature fatata, pericoli e minacce di ogni tipo, da lupi mannari a streghe e stregoni, draghi e perfino il diavolo.
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Nel cuore oscuro delle favole
In dieci capitoli ricchi di sorprese, In una notte buia e spaventosa gioca con gli stereotipi delle fiabe e ironizza su quegli aspetti più cupi e oscuri che ne contraddistinguono lo sviluppo, senza risparmiare nessun tipo di difficoltà ai due fratelli protagonisti, tra separazioni, scomparse, morti e arti amputati. Il loro è un viaggio degli eroi virato al negativo, in cui gli ostacoli continuano a porsi sulla loro strada. Il tutto è trattato con ironia e tono adeguato a un pubblico giovane, d'altra parte è quello il target anche dei libri di Adam Gidwitz, ma l'approccio è originale e brillante, capace di rievocare quella componente cupa e "tremenda", tanto per utilizzare la definizione usata nell'opening della serie, che le fiabe classiche avevano.
La via dell'animazione
Intrigante anche l'approccio visivo, con scelte artistiche molto interessanti per le transizioni tra i diversi momenti della storia, gli intermezzi di raccordo e altri espedienti narrativi, così come per gli ambienti che cercano spesso una bidimensionalità che ricorda fondali di impronta teatrale. Peccato solo per il character design dei due protagonisti, forse troppo ordinario per farsi notare ed emergere nel panorama animato contemporaneo. Il tutto è però reso con una fluidità e attenzione al dettaglio che veicola in modo ottimale lo spirito e il cuore della serie Netflix (con menzione speciale per la canzone in stile irlandese che chiude gli episodi), che accoglie nel proprio mondo ironico e brillante per un viaggio a tinte dark tra le suggestioni del mondo delle favole.
Conclusioni
Arriviamo al termine della recensione di In una notte buia e spaventosa e non possiamo che ribadire le sensazioni positive su una serie animata capace di raccontare il difficile viaggio dei due protagonisti, Hansel e Gretel, e rielaborare con ironia gli aspetti cupi e spaventosi che animavano le fiabe classiche. Molto buono il lavoro su fondali e transizioni tra i segmenti della storia, un po’ meno d’impatto il character design dei due protagonisti, ma nel complesso la resa visiva di In una notte buia e spaventosa è adeguata al racconto.
Perché ci piace
- L’approccio ironico agli aspetti più cupi delle fiabe, mutuato dall’opera di Adam Gidwitz.
- Lo stile visivo di ambienti, intermezzi e transizioni tra le parti della storia.
- Ritmo e tono, adeguati a catturare l’attenzione e condurre lo spettatore lungo il travagliato percorso dei fratelli protagonisti.
Cosa non va
- Il character design dei due protagonisti ci è sembrato un po’ troppo anonimo.