Recensione Sabotatori (1942)

Un uomo innocente ingiustamente accusato troverà nella fuga l'unica via d'uscita per riconquistare la libertà perduta, un gruppo di cospiratori cercherà di braccarlo e un incontro fatale gli cambierà la vita.

In fuga per la libertà

Sabotatori è uno dei primi film che inaugura il nuovo sodalizio Hitchcock-Hollywood, e viene confezionato, in tempo di guerra, per dare man forte alla propaganda americana. Infatti il protagonista del film incarna lo stereotipo dell'onesto e forte cittadino americano, colui che lotta per la libertà e riesce a conquistarla con l'aiuto di tanti co-protagonisti, persone appartenenti a diverse classi sociali, che durante le sue peripezie lo aiutano incondizionatamente facendosi portavoce di quell'ideale di solidarietà e generosità che Alfred Hitchcock attribuisce proprio al democratico popolo americano.
Il tema principale di questo lavoro, ovvero la storia di un uomo innocente accusato di un crimine che non ha commesso e coinvolto in un intrigo spionistico, verrà ripreso e approfondito nei classici Intrigo internazionale e L'uomo che sapeva troppo.

Barry Kane (Robert Cummings) è il protagonista della storia, il personaggio ci viene presentato ad inizio film come un uomo dai saldi principi morali e come un gran lavoratore. Il protagonista è un operaio e svolge le sue mansioni in una fabbrica di materiale bellico, qui all'improvviso scoppia un incendio e il povero Kane, viene accusato sia di aver appiccato il fuoco, sia di aver ucciso un suo amico e collega. Quindi l'unica via per scampare ad una condanna ingiusta è rappresentata dalla fuga, finalizzata a provare la propria estraneità ai fatti con l'intento di ricercare il vero colpevole: un misterioso individuo chiamato Fry (Norman Lloyd) che solo Kane è in grado di riconoscere.
Nel frattempo la polizia cerca di braccare il fuggitivo e si scatena una claustrofobica caccia all'uomo.
Sia la polizia che le spie cospiratrici si muovono alla ricerca di Kane, spesso saranno ad un passo dal catturarlo ma il nostro eroe troverà sempre il modo per dileguarsi.
Il film si snoda in maniera avventurosa mostrandoci i diversi luoghi e i molteplici incontri in cui incappa il nostro protagonista.

I personaggi incontrati sono persone semplici, buone d'animo e pronte a tendere una mano a chi chiede aiuto senza porsi troppe domande e senza voler nulla in cambio. Così ci vengono descritte le virtù degli americani, uomini pragmatici, generosi ed inconsapevolmente eroici.
A questo sentimento di simpatia e collaborazione fra sconosciuti si viene a contrapporre un tema ricorrente nelle opere di Hitchcock ovvero la solitudine e la paura che il protagonista prova tra la folla egoista e indifferente.
In questo film ne è un esempio la scena al Radio City Music Hall, dove in un luogo tanto famoso e affollato, Kane viene inseguito e si sente più solo di quanto potrebbe esserlo in un luogo deserto, così la suspense viene capovolta e la tensione cresce tra il pubblico.
A tal proposito una sequenza molto efficace è quella della sparatoria ambientata nel cinema dove alle immagini di un film di gangster, che scorrono sul grande schermo, si sovrappongono gli spari e le ombre degli inseguiti e degli inseguitori, mentre il panico si diffonde tra la folla.

Di sicuro il momento più spettacolare del film risulta essere il finale con la scena all'interno e all'esterno della Statua della Libertà. La ricostruzione del monumento è perfetta e magistrali sono le inquadrature e i movimenti di camera che creano una realistica sensazione di altezza vertiginosa e di pathos crescente.
La storia narrata è abbastanza accattivante, purtroppo risulta appesantita dalle troppe avventure che si susseguono, dai troppi incontri e dalle troppe divagazioni di cui è abbondantemente infarcita. Insomma pare che ci sia un eccesso di carne al fuoco e che tutto rischi di bruciare perché la soglia dell'attenzione dello spettatore ha un limite che viene abbondantemente superato poichè non si riesce con facilità a seguire i fatti e a farsi coinvolgere da tutto quello che accade, quindi capita di annoiarsi alla grande durante la visione del film. Gli stessi meccanismi di suspense di cui Hitch è un gran maestro non funzionano del tutto. Inoltre spesso le varie azioni appaiono un po' slegate fra loro e anche questo contribuisce a far perdere il filo del racconto. Per quanto riguarda i due protagonisti, lo stesso Hitchcock li criticò aspramente. Infatti avrebbe preferito al loro posto due attori più eleganti e conosciuti come Gary Cooper e Barbara Stanwyck, che secondo il maestro avrebbero garantito quel successo di pubblico e di critica che mancò a questa pellicola.