Recensione Paul (2011)

Diretto da Greg Mottola e interpretato dalla coppia demenziale Simon Pegg e Nick Frost, Paul porta la relazione U.F.O./essere umano su di un livello insolito dove il timore e il sospetto lasciano spazio ad un cameratismo tipicamente maschile.

In fuga con l'alieno

Per una coppia di nerd con la passione per lo spazio il sogno della vita non può che essere l'incontro ravvicinato con uno dei tanto amati "omini verdi". Una fantasia adolescenziale che i britannici e fin troppo ingenui Graem e Willy, disegnatori e scrittori di fumetti, trasformano involontariamente in realtà durante una vacanza a lungo progettata in Nevada. Partiti a bordo di un camper con lo scopo di visitare le più famose location extraterrestri dello stato, i due s'imbattono in un autostoppista d'eccezione proprio al limitare della ben nota Area 51. Paul è brillante, intelligente, in fuga per la liberta e, più di ogni altra cosa, è un alieno. Così la creatura, evidentemente affetta da ipercefalia e munita di bermuda e infradito, conduce la strana coppia in una corsa al'ultimo respiro lungo le strade di un paese cieco e decisamente poco disposto a credere nell'acuta e disinibita intelligenza di un personaggio fuori dai canoni. Eppure, fra goliardiche serate davanti ad un barbecue e un'ironia senza censure, il trio scopre che sotto la minacciosa apparenza di un individuo extraterrestre batte inaspettatamente un cuore tenero.


D'incontri ravvicinati del terzo tipo e di crash down è piena la storia del cinema, ma nessuno di essi ha la spinta comica di un avventuroso road movie in compagnia dell'alieno. Diretto da Greg Mottola (SuxBad - 3 menti sopra il pelo) e interpretato dalla coppia demenziale Simon Pegg e Nick Frost, Paul porta la relazione ET/ essere umano su di un livello insolito dove il timore e il sospetto lasciano spazio ad un cameratismo tipicamente maschile. Tra espliciti riferimenti sessuali ed un linguaggio da strada particolarmente efficace per l'occasione, i tre compongono un ménage affiatato dove a Paul è affidato il ruolo di un one man show dalla sofisticata attitudine al cinema. Privo della tenerezza infantile di E.T. l'extraterrestre o dell'aggressiva mostruosità di Alien, l'uomo verde di Mottola non è certo fornito di un'intelligenza artificiale ma è dotato di una personalità ad alto tasso di seduzione capace di corteggiare la macchina da presa e di sostenere "intensi" primi piani come il più consumato degli attori. Inserito tra le maglie stilistiche della classica commedia demenziale, l'alieno in fuga fornisce alla coppia Pegg /Frost un controcanto costante cui rispondere con la tipica comicità britannica agevolmente adattata alla più gretta e oscurante provincia americana.

Ad un'interpretazione dalla ritmica ben cadenzata si contrappone una regia di poche pretese che volontariamente non lascia spazio a virtuosismi tecnici. Deciso a cavalcare i tempi e le ambientazioni tipiche del road movie, Mottola si diverte a rimettere in scena riferimenti e immagini consuete del genere fantascientifico per poi, con un immancabile tocco dissacrante, deviare il percorso. In questo senso Paul si presenta come un compendio non accademico dell'immaginario alieno, un viaggio lungo quasi sessant'anni all'interno della cinematografia extraterreste che amabilmente dissacra e rilegge la poetica spaziale di Steven Spielberg. In questo caso il cinema dei buoni sentimenti, il prodotto rassicurante atto a diventare portavoce di una morale sull'uguaglianza e l'integrazione, abbandona i sicuri e già ampiamente battuti luoghi del film per famiglie. Lo scopo, al di sopra di tutto, è un entertainment apparentemente senza regole per dimostrare che l'ironia non è esclusivamente di questo mondo.

Movieplayer.it

3.0/5