Di fronte a un rifiuto molte persone cambiano strada o si arrendono, altre, invece, accettano la situazione e la sfruttano a proprio favore, lavorando, migliorandosi e compiendo un percorso in grado di riportarli di fronte a chi ha inizialmente rischiato di infrangere i loro sogni e raggiungere finalmente il traguardo a lungo inseguito.
Kelsey Mann, story supervisor della Pixar, fa parte di questa seconda categoria e la lettera di rifiuto ricevuta dalla casa di produzione l'ha persino incorniciata e appesa nel suo studio. In quella missiva c'era infatti un dettaglio che l'ha spinto a impegnarsi ancora più duramente: i responsabili di uno dei marchi ormai più riconoscibili nel mondo del cinema, non solo d'animazione, erano rimasti colpiti da quanto aveva proposto e lo invitavano a continuare a lavorare.
Mann ha raccontato questo, e molti altri dettagli, all'incontro che si è svolto alla Festa del Cinema di Roma nell'ambito della retrospettiva dedicata al ventesimo anniversario della Pixar, che ha permesso agli spettatori di assistere in anteprima a circa trenta minuti del nuovo film Il viaggio di Arlo, e di scoprire molte curiosità e dettagli sul lavoro dietro le quinte.
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Un percorso non privo di ostacoli
Kelsey ha infatti raccontato come, dopo essere stato respinto, abbia iniziato a lavorare nello stesso studio di Mineappolis in cui anche Pete Docter aveva fatto uno stage, e si è poi trasferito con la moglie a Los Angeles, dove ha accettato un lavoro in una realtà alquanto singolare, con tavoli fatti da porte e cavalletti, in cui ha imparato a creare animazioni in Flash e cosa bisognerebbe evitare in un ambiente realmente professionale. Il passo successivo è stato iniziare a curare gli storyboard di Cartoon Newtork, per poi finalmente varcare i cancelli della Pixar.
Mann si è quindi occupato di Monsters University con il ruolo di script supervisor, film a cui ha lavorato per ben quattro anni. Quell'esperienza, poco dopo, gli ha dato l'opportunità di realizzare il cortometraggio Party Central in cui proprio i protagonisti del prequel di Monsters & Co. ritornano sullo schermo, raccontando un epico party organizzato dal gruppo di potenziali perdenti con cui stringono amicizia Mike e Sulley.
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Il lavoro compiuto per portare nei cinema la storia di Arlo e Spot
Al ritorno di una lunga pausa all'insegna del relax è stato il regista Peter Sohn a bussare alla porta di Kelsey, chiedendogli di collaborare al suo nuovo progetto: Il viaggio di Arlo. Un'occasione unica, perché lo story supervisor avrebbe voluto da tempo lavorare con il filmmaker e la produttrice Denise Ream, un team caratterizzato dalla capacità di ascoltare e trarre ispirazione dalla creatività e dai suggerimenti tutte le persone coinvolte.
Durante le prime fasi dello sviluppo del lungometraggio animato distribuito in Italia dal 25 novembre si è compiuto un lavoro leggermente diverso rispetto a quello tradizionale utilizzato per gli storyboard: rispetto agli anni in cui Walt Disney seguiva grazie ai disegni appesi su un muro l'evoluzione della storia, ora la tecnologia permette di creare le immagini digitalmente e la fusione di tradizione e innovazione ha concesso a tutte le persone coinvolte la possibilità di sviluppare la sceneggiatura e modificarla più e più volte, in modo ancora più immediato e dettagliato rispetto al passato; ogni sei settimane la storia del simpatico apatosauro Arlo è stata rivista, fatta a pezzi e ricominciata quasi da zero, fino a quando il risultato è stato praticamente perfetto.
Tra gli elementi su cui la Pixar ha voluto puntare maggiormente l'attenzione per portare nelle sale le avventure del dinosauro e del suo amico umano Spot, ci sono poi stati la musica, gli effetti sonori e l'aspetto della natura, che doveva apparire particolarmente realistica, tanto da diventare una protagonista posta sullo stesso livello delle creature incontrate dalla strana coppia durante il proprio viaggio.
Un'avventura, quella di Arlo, che sarà sicuramente in grado di appassionare e conquistare gli spettatori di tutte le età perché, come ha ricordato Kelsey Mann, anche i più piccoli affrontano situazioni drammatiche e complicate e sono proprio i film come Il viaggio di Arlo ad aiutarli a capirle e viverle senza nascondere, negare o provare a ignorare le proprie emozioni.