Il trono di spade, stagione 3, episodio 8: Second Sons

Un episodio forse meno ricco degli ultimi a cui abbiamo assistito, ma molto equilibrato e interessante, ci prepara alla "coda" della terza stagione dello show HBO, che rischia di essere davvero esplosiva.

Se la terza stagione de Il trono di spade conferma la caratteristica delle prime due, quella di fare del nono e penultimo episodio il climax assoluto del ciclo, il consiglio per la prossima settimana è di prepararvi a qualcosa di grosso. Nel frattempo l'ottavo episodio della stagione, questo Second Sons, è tutt'altro che un filler; si tratta anzi di un episodio equilibrato e godibile che si concentra su tre sole storyline sviluppandole in maniera egregia: una si svolge ad Approdo del Re (Tyrion e Sansa), una a Essos (Daenerys) e la terza a Roccia del Drago (Gendry e Stannis).

Nella Capitale, il primo dei tre matrimoni reali in vista viene celebrato in fretta e furia per consolidare il predominio di casa Lannister sui Sette Regni di Westeros. Sansa Stark si prepara alle nozze con il Folletto come un agnellino va al l'altare sacrificale - e ai fan di Tyrion che a questo punto attaccheranno la poveretta per la sua riluttanza a concedersi al loro eroe, vorremmo ricordare che è una ragazzina sola e terrorizzata tenuta sotto chiave da mesi dalla famiglia di Tyrion. Ma anche per lui il matrimonio è tutt'altro che una passeggiata, grazie a suo nipote Re Joffrey, che lo trasforma in un'umiliazione pubblica per l'odiato zio. Tyrion, ubriaco e depresso, risponde alle provocazioni del verme coronato con una roboante minaccia prontamente minimizzata da quella vecchia volpe di Tywin.
Cersei è mica tanto più diplomatica del fratello nei suoi rapporti con i Tyrell. Il fidanzato Loras, che tenta un timido approccio, non viene degnato di una risposta minimamente civile; alla quasi nuora Margaery la regina dai capelli d'oro ricorda con fare intimidatorio la storia della casata dei Reyne di Castamere, spazzata via per aver tentato di rivaleggiare coi Lannister, prima di minacciarla di farla strangolare nel sonno se si azzarda a chiamarla sorella.

Se Joffrey è più spregevole che mai, e Cersei regalmente villana, a riabilitare la famiglia ci pensa ovviamente Tyrion, che nonostante la molesta ubriachezza e il perentorio ordine paterno di mettere al più presto un piccolo Lannister dentro Sansa, e pur ammirando la bellezza della giovanissima sposa, sceglie di rispettare i suoi sentimenti e le dice che dormiranno insieme solo quando sarà lei a volerlo. E quando la fanciulla suggerisce che quel momento potrebbe non arrivare mai, il Folletto sembra rassegnarsi al celibato riecheggiando il solenne giuramento della Guardia della Notte: "And now my watch begins". Shae permettendo.

A Roccia del Drago, Stannis Baratheon e Melisandre di Asshai godono di un minutaggio davvero inconsueto, e con loro il giovane Gendry, su cui Stannis si limita a gettare un occhio severo ("Metà Robert, metà popolano" - ma lo aveva già visto ad Approdo del Re insieme a Jon Arryn), ma per cui Mel ha sanguinosi progetti. Pur essendo deciso a seguire la sacerdotessa rossa in ogni sua volontà, Stannis pensa bene di recuperare anche il suo consigliere più prezioso Davos Seaworth, lasciato in cella a imparare a leggere con l'aiuto della piccola Lady Shireen. E qui c'è un ottimo duetto tra Stephen Dillane e Liam Cunningham in cui soprattutto il primo ha la possibilità di gettare luce sulle motivazioni e la personalità dell'inflessibile Stannis. Grazie a Davos, la vita di Gendry viene per il momento risparmiata, ma Melisandre gli regala comunque emozioni forti quando lo seduce, lo lega al letto, e si procura il suo sangue con la collaborazione di tre affamate sanguisughe: il rivoltante rito che segue dovrebbe dimostrare il potere del sangue reale che scorre nelle vene di Gendry liberando Re Stannis dei tre usurpatori Robb Stark, Balon Greyjoy e Joffrey Baratheon.
A Essos, e più precisamente alle porte di Yunkai, Daeneys Targaryen continua le sue "trattative" prima di tentare l'assedio alla città schiavista: i "potenti amici" a lei particolarmente ostili di cui parlava l'ambasciatore di Yunkai sono una compagnia di mrcenari, i Second Sons del titolo del'episodio (ma anche Tyrion e Stannis sono "second sons" rispetto ai primogeniti che li hanno sempre messi in ombra, Jaime e Robert). Dany tenta la via della "diplomazia", cercando di convincere tre ufficiali della compagnia a invalidare il loro contratto con gli Yunkish per passare dalla sua parte. Ma stavolta Dany scopre di poter contare su un'arma ancora più potente della minaccia dei suoi draghi e delle promesse delle ricchezze dei Sette Regni: la sua bellezza. E' per amore dei suoi occhi color viola Targaryen e dei suoi capelli biondo argenteo che il luogotenente dei Second Sons, Daario Naharis, decapita i suoi superiori e le consegna l'intera compagnia. E se Dany ha praticamente Yunkai già in tasca, ora ci sarà da vedere come il galante e scultoreo Daario potrà convivere al suo fianco con Ser Barristan e soprattutto con il povero Ser Jorah.

Tre scenari principali, come abbiamo visto, ma non mancano un paio di parentesi provenienti dalle altre storyline; se con Jon, Bran, Robb, Jaime e Brienne l'appuntamento è rimandato, incontriamo brevemente per lo meno Arya, che apre l'episodio, e Sam, che lo chiude brillantemente. Arya è prigioniera del Mastino, che però non sembra affatto un sequestratore particolarmente crudele, se si vuol sorvolare sulla minaccia di tagliarle le mani se non riesce ad ucciderlo. Sappiamo bene che a Sandor Clegane non conviene tornare ad Approdo del Re dopo la sua fuga durante la battaglia delle Acque nere, ma comunque ci sembra di leggere una toccante attenzione nei confronti della piccola Stark nel fatto che, invece di consegnarla ai Lannister, la voglia portare a mamma e fratello (dietro ricompensa), che sono in procinto di "festeggiare" le nozze di Edmure Tully alle Torri Gemelle dei Frey, e che la consideri sotto la propria protezione, come la sorella Sansa da lui salvata dalla folla ad Approdo del Re durante il corteo per la partenza della principessa Myrcella per Dorne.

A Samwell tocca il finale, ancora una volta di grande effetto: lui e la sua protetta Gilly cercano riparo per la notte e discutono di possibili nomi per il figlioletto di lei, incuranti della minaccia tangibile che sta per piombare su di loro, e che viene rappresentata, hitchcockianamente, dai corvi che si allineano nei pressi della capanna in rovina in cui cercano di accendere il loro temporaneo focolare. Un Estraneo è sulle tracce del figlio di Gilly, il sacrificio sfuggito ai tremendi umanoidi delle terre selvagge del Nord: ma Sam avrà il sangue freddo di mettere mano alla lama di ossidiana, e rivelarci così un metodo spettacolosamente efficace per uccidere i più temibili nemici di Westeros.

E ora, dopo la pausa del Memorial Day, ci aspetta l'atteso nono episodio, The Rains of Castamere, dal quale possiamo proababilmente attenderci una gestione simile a quella di Second Sons, con una maggiore attenzione dedicata ad alcune storyline. Su quali mura cadranno le tragiche piogge di Castamere?