Recensione You Are the Apple of My Eye (2011)

Una sorta di 'Tempo delle mele' alla taiwanese, che avrebbe richiesto un lavoro più accurato di revisione, in modo da limitare l'esuberanza dell'autore.

Il tempo delle mele immature

Per noi Giddens è un nome sconosciuto, mentre a Taiwan è una celebrità, soprattutto tra i giovani. Blogger, autore di romanzi e di canzoni e adesso esordiente dietro la macchina da presa con You Are the Apple of My Eye. Il film è una commedia adolescenziale, basato su un suo romanzo semi-autobiografico, e segue un gruppo di compagni di classe in un arco temporale che va dall'adolescenza all'età adulta.
Il film inizia nel 1994, dove la voce fuori campo di Ko Ching-teng ci introduce il suo gruppo di amici, dopo un prologo ambientato ai giorni nostri dove lo stesso gruppo si sta riunendo per il matrimonio di una ragazza di loro conoscenza. Giddens ha dalla sua una verve brillante che esplode soprattutto nella prima e lunga parte liceale, dove Ching-teng comincia ad approfondire sempre più la conoscenza con la compagna Shen Chia-yi, prima della classe e studentessa modello per tutta la scuola, che è ritenuta da tutti anche la più bella. Giddens tratta con delicatezza e sapida ironia questi passaggi, i tentennamenti sentimentali dei ragazzi, le consuetudini "piccanti" degli adolescenti (Ching-teng finisce sotto la stretta osservazione della ragazza perché finito in punizione dopo essere stato sorpreso a masturbarsi in classe), senza voyeurismi né moralismi gratuiti. Per un'ora il film scivola piacevole solcando un filone, quello del primo amore o dei teen-movie, che conosciamo bene ma Giddens è - apparentemente - sincero in quello che racconta.

I problemi cominciano ad avvertirsi dopo che i ragazzi prendono strade diverse dopo il diploma: il regista ha la volontà di essere completo nel disegnare i percorsi di vita dei protagonisti e, finendo in un vicolo cieco narrativo, ripete per troppo tempo aspetti e dialoghi già ben definiti nel corso dell'opera. Inoltre si dissolve quasi del tutto quella vena autoironica che permetteva a Giddens di giocare con gli stereotipi e personaggi-macchietta tipici dei film adolescenziali. You Are the Apple of My Eye va quindi sgretolando la sua tenuta drammaturgica e finisce in un ridondante tunnel di finali, completati da una estenuante sequenza dove sono montate le immagini più romantiche e nostalgiche, che compongono quasi un "best of" della pellicola. Viene da chiedersi se non ci fosse stato bisogno di un lavoro maggiore a livello di revisione da parte del produttore, che limitasse l'esuberanza del regista che finisce col fare crollare un film fino a quel momento sicuramente non rivoluzionario ma per lo meno gradevole con fastidiosissimi risvolti melensi.
Questa pellicola vorrebbe essere il tempo delle mele a Taiwan, pieno com'è di riferimenti all'immaginario collettivo taiawanese non del tutto comprensibili agli spettatori stranieri. Anche se una tragedia universale come il terremoto, che ebbe come epicentro Taipei nel 1999 e fece migliaia vittime, è raccontato da Giddens come un'improvvisa ondata di paura, culminata nella corsa di Ko alla ricerca di un punto dove il cellulare prendesse, una scelta che va nella sola direzione individuale - e sentimentale: Ching-teng è interessato a sapere se Shen sia salva - eliminando la drammaticità dell'evento.
You Are the Apple of My Eye è la tenera storia di un primo amore, mai veramente consumato, rimasto allo stato embrionale fino a cementarsi una tenera e affettuosa amicizia. E' la vera storia dell'autore come di milioni di ragazzi nel mondo e pertanto era meglio saper dosare i tempi e le energie e avere alle spalle un produttore (o un montatore) che equilibrasse con un po' di sale l'eccesso di saccarosio di Giddens.