753 a.C., l'anno della fondazione di Roma. La grande e amata Capitale nata con un semplice segno nel terreno ad opera di Romolo, dopo aver ucciso il fratello Remo. Un destino non amato o voluto ma imposto dal volere degli Dei, che divide l'amore fraterno per la fondazione di un grande Impero. Il Primo Re di Matteo Rovere è un film tanto complesso quanto magnifico. Un mito destrutturato che si affaccia sulla nostra contemporaneità e ci rappresenta, una leggenda ferma nel tempo sotto un punto di vista totalmente inaspettato, quello dell'amore e dell'unione di due fratelli.
Al cinema dal 31 Gennaio con 01 Distribution, Il primo re è un film epico, non solo per il genere che rappresenta ma anche per la sfida e i limiti produttivi che ha sfidato, usando la natura come vero e proprio set naturale, cercando quasi di fare un salto indietro nel tempo e immergersi in un'ambientazione ostile e crudele. "Per questo film ho scritto con gli sceneggiatori una storia che aveva delle caratteristiche spettacolari ma anche quelle di un racconto dell'antico, di un mondo che è diverso dal nostro, dove non vedi alcun intervento umano intorno a te." Ci racconta il regista Matteo Rovere che abbiamo incontrato a Roma qualche giorno fa in occasione della presentazione della pellicola alla stampa. "Sei immerso nella natura, una natura ostile, arcaica, difficilissima e veramente esplosiva in qualche modo. Tutto questo con un racconto sicuramente mitologico, che poi da quella base, da quella matrice, ci racconta cosa vuol dire davvero per due fratelli avere a che fare con un destino che li vede combattere, partendo però da un sentimento di grande protezione e amore. È la storia della vicinanza di queste due anime nello stesso individuo che incarnano due visioni del mondo, queste visioni entrano in conflitto generando una contemporaneità nuova che nel film avevo voglia di mettere in scena."
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Una grande sfida per il cinema italiano
Completamente girato in esterna, esponendo cast e crew alle varie intemperie, affidandosi alla luce del giorno e della notte, confrontandosi con gli ostacoli naturali e con un mito basato su anni di storia e mitologia. Un film non solo in costume e mitologico, ma anche un film, Il primo Re, recitato in protolatino, che si è subito dimostrato essere una grande difficoltà sia per gli stessi autori e produttori, ma anche per gli attori. Eppure Il Primo Re è l'ennesima conferma di una giovane Italia di grande registi intraprendenti che sono disposti a mettersi in gioco, a correre il rischio, a portare nuovamente il genere nelle sale italiana all'insegna di una cinema più bello e di qualità. "È il rischio che vivo io ogni giorno vivendo in questo questa è una cinematografia che esiste in tutto il mondo." Dice il regista Rovere. "Noi non siamo più abituati a farla e a vederla con corde nuove. Io il film l'ho sottoposto alla visione anche di registi esteri che sono rimasti molto sorpresi dal realismo della pellicola, che poi è figlio della nostra realtà cinematografica. Noi veniamo da una cinematografia capace di fare questo realismo, e allora ho voluto prendere questa cinematografia e portarla in un'avventura, in azione, in una costruzione spettacolare che stravolge lo spettatore. Tutto questo attraverso una storia che ha una grande stratificazione, tanti livelli di lettura, ti scombussola anche mettendoti a confronto con i riferimenti che avevi."
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Un futuro in serie?
Osservando i titoli di coda, viene quasi spontaneo chiedersi se questa storia possa continuare anche su piccolo schermo. "È una storia che potrebbe continuare in tantissimi modi, sicuramente se uno dovesse affacciarsi alla serialità, su un film del genere dovrebbe prendere la storia da un altro punto di vista." Risponde Matteo Rovere. "Qui era molto forte l'unitarietà di questa narrazione, il fatto che parliamo di due fratelli che devono proteggersi e che dovranno affrontare un'avventura che li condurrà verso un destino per loro assolutamente sconosciuto e difficile. E in effetti il mito che raccontano per esempio Livio, Ovidio o Plutarco è talmente tanto esteso che chissà magari un domani sarebbe bello portare nuovamente al cinema. Ho un progetto che non è la serie de Il Primo Re, ma una trasposizione del racconto mitico sotto una chiave diversa rispetto a questo film."