Il Piccolo Principe: presentata a Roma la serie TV
In una fredda (e nevosa) mattinata romana, è stata presentata in conferenza stampa la nuova serie di animazione in 3D Il Piccolo Principe, ispirata all'omonimo capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry.
La cornice quasi fiabesca di una mattinata romana che ha visto il ritorno della neve ha accolto la conferenza stampa di presentazione de Il Piccolo Principe, nuovissima serie di animazione realizzata in 3D, co-prodotta da Rai Fiction e tratta dal capolavoro omonimo di Antoine de Saint-Exupéry. La serie, che vede coinvolte, oltre alla Rai, le televisioni di servizio pubblico francese, tedesca e svizzera, oltre al gruppo indiano DQ e alla Sony, prende solo i personaggi e l'idea di partenza del libro di Saint-Exupéry, sviluppandone il tema in nuove vicende e avventure, che vedranno coinvolti il principe bambino e il compagno Volpe in un totale di 52 episodi. Il 6 gennaio prossimo, giorno dell'Epifania, RaiTre trasmetterà uno speciale di 50 minuti che rappresenta una sorta di "pilot" per il resto della serie, che andrà in onda nella sua interezza alla fine del 2011. Un'attesa certo lunga, solo in parte tamponata dall'anticipazione che vedremo a gennaio, per un progetto che si preannuncia comunque molto ambizioso, stando anche alle immagini del trailer che abbiamo potuto vedere prima dell'incontro stampa.
Al suddetto incontro hanno partecipato l'attore e doppiatore Pino Insegno, che nella serie presta la voce all'antagonista, l'infido Serpente, il responsabile del marketing di Rai Fiction Luca Milano, il direttore di RaiTre Paolo Ruffini e la capo struttura della programmazione per ragazzi Mussi Bollini, oltre al co-produttore francese Philippe Soutter.
Il primo a prendere la parola è stato Luca Milano, che ha riassunto la storia della produzione della serie: "E' una grande produzione, di fatto ancora in corso, sicuramente tra le più grandi della storia anche per volume di ore. Lo speciale del 6 gennaio ne sarà un'anticipazione. Gli eredi di Saint-Exupéry ci hanno dato la possibilità di trarre un'opera audiovisiva dal libro, e siamo stati i primi ad avere questa possibilità: questo perché la nostra è una produzione europea che è in grado di restituire il senso dell'opera. E' stato un lavoro di grande difficoltà, innanzitutto perché è sempre difficile confrontarsi con i classici, e in questi casi la critica è molto severa; in più, Il piccolo principe in particolare ha una struttura narrativa molto difficile da rendere in immagini. Riteniamo tuttavia che lo sforzo di questi realizzatori sia stato premiato; grazie al contributo della Sony, poi, sarà possibile realizzare una versione stereoscopica della serie, con un 3D in tutto e per tutto di qualità cinematografica. Abbiamo scelto di non seguire alla lettera la storia del libro, ma di prendere da esso lo spunto iniziale per svilupparlo in direzioni diverse, inventando nuovi mondi e nuovi pianeti. I 7 pianeti presenti nel libro sono diventati 24 nella nostra versione, ognuno scritto da autori diversi in tutti i paesi che hanno co-prodotto la serie. Il contributo italiano è stato quello di Vincenzo Cerami, che ha scritto uno dei pianeti. Con quest'opera riteniamo di aver seguito una vera logica di servizio pubblico, siamo lieti di aver potuto offrire una storia di questo tipo ai bambini e a quegli adulti che non hanno dimenticato cosa voglia dire essere bambini."
A prendere la parola è stato poi Philippe Soutter, che ha voluto approfondire ulteriormente la genesi dell'opera. "Il libro è stato sempre al centro dell'attenzione del cinema, molte case europee, americane e giapponesi avevano già tentato in passato di acquisirne i diritti. Alla fine, uno degli eredi di Saint-Exupéry, Olivier d'Agay, ci ha dato il suo benestare per un progetto a puntate da realizzare in 3D. È stato comunque un lavoro molto duro, non è facile confrontarsi con un libro del genere: ci voleva un'idea nuova. Abbiamo voluto non solo adattare il libro, ma creare delle storie parallele, storie che anche a livello tecnico hanno comportato uno sviluppo molto difficile. Inoltre, la famiglia dello scrittore fino all'ultimo aveva la facoltà di rifiutarsi e negarci la possibilità di continuare il lavoro, quindi è stato anche un notevole azzardo. La costruzione delle storie si è basata sui valori già espressi nel libro, come l'assurdità del mondo degli adulti visto dall'occhio del bambino: un esempio può essere l'episodio del Guardiano del Tempo che cede alle lusinghe del Serpente e sposta indietro le lancette dell'orologio, nell'illusione di tornare giovane e creando così un grave danno. La sensibilità e le emozioni sono quelle del libro originale, ma abbiamo cercato di adattarle ai tempi e ai gusti dei ragazzini di oggi, per renderle attraenti anche per loro."
Del target della serie e delle sue peculiarità ha parlato anche Paolo Ruffini: "Ci riconosciamo molto nel progetto, proprio per come abbiamo sempre inteso la programmazione per bambini. I bambini sono molto di più di una copia di noi adulti da piccoli. Il loro mondo rappresenta una dimensione a parte, che va capita, una dimensione fatta di curiosità, ingenuità, che la maggior parte di noi purtroppo dimentica." Una visione con cui ha concordato anche Mussi Bollini: "Abbiamo cercato di incuriosire i bambini con una storia che partisse dal cuore. Il senso e il messaggio del Piccolo Principe è proprio questo, l'idea che 'si vede bene solo con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi'".
A parlare del suo contributo alla serie è stato poi Pino Insegno: "Sono stato felice di contribuire a quest'opera, anche se nel ruolo del cattivo. Come sempre succede nel doppiaggio è il personaggio che ti 'crea' la parte, basta seguirlo. Quello del Serpente è un personaggio suadente, subdolo, ingannatore. La sua voce doveva riflettere questa sua natura."
Le ultime battute sono state dedicate all'inevitabile restyling grafico del personaggio, rispetto ai disegni presenti nel libro originale. "La famiglia ha collaborato da vicino e ha approvato ogni singolo aspetto del film, compresi i disegni", ha detto Soutter. "Certo, ci saranno persone attaccate alla vecchia immagine del Piccolo Principe, ma il nostro è un adattamento che non segue alla lettera la storia del libro: vecchio e nuovo possono coesistere." Sul punto ha concordato anche Luca Milano: "Il progetto, compreso l'aspetto grafico, doveva essere approvato da tutti i co-produttori, quindi anche noi abbiamo visionato le varie bozze e dato le nostre valutazioni. Tra tutti i 'piccoli principi' che abbiamo visto, la versione finale ci è parsa quella più equilibrata e in linea con il libro".